15 settembre 2022

Al MAXXI L’Aquila al via ‘Performative02’. Le parole di Bartolomeo Pietromarchi

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Da oggi al 18 settembre al MAXXI L'Aquila la seconda edizione del Festival Internazionale Performative, con performance d’arte, danza, musica, teatro realizzate da oltre 30 artisti internazionali. Ne abbiamo parlato il Direttore del museo

MULTIMAGO, SonoraDesert (2021.11.10, FestivalDelleColline). Foto di Andrea Macchia

«Quattro giorni di full immersion, dal mattino fino a notte inoltrata, con performance d’arte, danza, musica, teatro realizzate da oltre 30 artisti internazionali: Andrea Belfi, Jacopo Benassi e Lady Maru, Chiara Bersani, Madison Bycroft, Francesco Cavaliere, Alex Cecchetti, Giulia Crispiani, Alessandra Cristiani, Dame Area, Jonathas de Andrade, Michela de Mattei,  Muta Imago, Jacopo Jenna, Sofia Jernberg, Dan Lippel, Violaine Lochu, Salvo Lombardo, Miltos Manetas, Beatrice Marchi & The Friends, Susan Philipsz, OKAPI, Mette Rasmussen, Rodion, Cory Smythe, Ilaria Turba e Ole Morten Vågan», ha anticipato il MAXXI L’Aquila annunciando l’apertura dell’edizione 2022 del Festival Internazionale Performative, che dal 15 al 18 settembre che torna a fare del capoluogo abruzzese la «capitale della performance».

Durante le giornate di Perfromative02 «nuove produzioni si alterneranno a performance che hanno già ottenuto importanti riconoscimenti internazionali, con un focus che attiva una nuova riflessione sugli avvenimenti del presente, e in particolare sull’impatto delle nuove tecnologie nel nostro quotidiano. Accanto ai grandi nomi ci saranno spazi e momenti dedicati alle presentazioni di azioni dal vivo degli studenti dell’Accademia di Belle Arti, risultato del costante lavoro fra il Museo e l’Ente di alta formazione aquilano», ha spiegato il museo.

«Anche quest’anno, – ha proseguito – a sottolineare la collaborazione tra le istituzioni del territorio, il Festival sarà diffuso in diversi spazi della città: nelle Sale di Palazzo Ardinghelli, nel Padiglione Estivo del Museo in Piazza Santa Maria Paganica (Dandalò), nei locali dell’Accademia di Belle Arti progettati da Paolo Portoghesi e, per la prima volta, nel seicentesco Palazzetto dei Nobili messo a disposizione dal Comune dell’Aquila. E anche quest’anno sarà un’occasione per scoprire i dintorni dell’Aquila: alcuni appuntamenti, infatti, si svolgeranno a Fontecchio, borgo medievale di grande fascino, a 25 chilometri dal capoluogo abruzzese che ha scommesso su arte e cultura come motori della ricostruzione post sisma e antidoti allo spopolamento.
Oltre agli spazi fisici, – inoltre- non mancheranno performance con un rimando al MAXXIVERSO, sede digitale del Museo, raggiungibile attraverso la piattaforma arium.xyz».
Potete trovare il programma completo qui.

Il festival è organizzato dal MAXXI L’Aquila in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, con il Patrocinio del Comune dell’Aquila, il sostegno di Cassa Depositi e Prestiti e il contributo di Ales – Arte Lavoro e Servizi SpA.

Abbiamo parlato di tutto questo con Bartolomeo Pietromarchi, Direttore del MAXXI L’Aquila nell’intervista qui sotto.

Beatrice Marchi, The Photographer & The Friends (Nel Mondo Parallelo), 2021

Perfomative giunge alla seconda edizione. Quali sono le maggiori differenze rispetto alla prima?

«Questa seconda edizione è un consolidamento della prima sia dal punto di vista dei rapporti di collaborazione avviati l’anno scorso, sia dello spirito generale della manifestazione. La grande novità di quest’anno è l’estensione del campo di azione al di fuori de L’Aquila, fino a Fontecchio, un paese di poche centinaia di abitanti a 25 km dal capoluogo abruzzese, dove si svolgerà tutta l’ultima giornata del festival, domenica 18 settembre. L’impostazione di fondo del festival rimane la stessa, con la collaborazione con i docenti dell’Accademia di Belle Arti dell’Aquila nella co-curatela di Performative02».

Chiara Bersani, Animale. Foto di Rebecca Lena

Come si colloca questa iniziativa nella programmazione del MAXXI L’Aquila?

«Come avevamo dichiarato l’anno scorso, la politica del MAXXI L’Aquila è quella di porsi in relazione con le eccellenze culturali e artistiche del territorio, quindi non solo la collaborazione con l’Accademia di Belle Arti: per altre mostre, ad esempio, abbiamo collaborato con il GSSI Gran Sasso Science Institute, con i Laboratori di Fisica Nucleare del Gran Sasso, con il MuNDA Museo Nazionale d’AbruzzoTutto ciò si inserisce nella strategia di tessere concretamente una serie di relazioni rapportandosi con istituzioni radicate sul territorio, favorendo il coinvolgimento di chi vi lavora, da un punto di vista curatoriale e ideativo, non semplicemente istituzionale, evitando così di calare le iniziative dall’alto».

Sofia Jernberg. Foto dio Jon Edergren

Performative02 prevede delle nuove produzioni. Che cosa rappresenta questo aspetto? 

«Si tratta di una peculiarità di tutta la programmazione del MAXXI L’Aquila e della sua politica culturale, che si caratterizza per l’ampio spazio dato alle nuove produzioni. Ciò vale non soltanto nel caso di Performative, ma anche, ad esempio, per “Afterimage”, la mostra attualmente visitabile che ho co-curato con Alessandro Rabottini e che conta circa un terzo di nuove produzioni fra le oltre trenta opere in mostra. L’aspetto del site specific, inoltre, è nella natura stessa di Performative: gli artisti invitati non propongono esattamente le stesse opere già presentate altrove, ma lavorano su riadattamenti, come nel caso di Beatrice Marchi, Madison Bycroft, Alex Cecchetti e Francesco Cavaliere, che portano opere basate su un nucleo di ricerca già realizzato ma rese site specific per L’Aquila».

Madison Bycroft, It’s Brimming

Che rapporto hanno le attività del MAXXI L’Aquila con la particolare situazione della città?

«Il MAXXI L’Aquila si inserisce in questa dimensione di ripartenza della città che sta avvenendo ormai da un paio d’anni in un modo molto evidente, soprattutto nel centro storico, in cui stanno riaprendo attività commerciali e ristorative. Essere parte di questa storia, della ripartenza, è molto bello, gli artisti lo percepiscono e l’impegno con cui lavorano in questo contesto è molto evidente».

 

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