23 dicembre 2021

Da Guido Reni ai depositi: il programma del 2022 alla Galleria Borghese

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Una mostra dedicata a Guido Reni, un progetto per riscoprire i tesori dai depositi, le collaborazioni con il Kunsthistorisches di Vienna e l’Egizio di Torino: ecco il programma del 2022 alla Galleria Borghese

Un Maestro del Seicento, la pittura su pietra, quadri che fanno le scale e una collaborazione egizia. Sono alcuni degli appuntamenti che segneranno il 2022 della Galleria Borghese, che ha appena annunciato le mostre e i progetti del nuovo anno. Che sarà all’insegna del paesaggio: «Il programma dell’anno prossimo è incentrato sul rapporto tra arte e paesaggio, centrale per comprendere il senso storico e anche attuale di un progetto come quello della Villa barocca, di cui la Galleria Borghese costituisce un esempio splendido e tutt’ora leggibile», ha commentato Francesca Cappelletti, direttrice della Galleria Borghese. «I visitatori saranno portati a riflettere sulla natura culturale del paesaggio, su quanto l’ambiente circostante e i materiali della natura siano stati ispirazione e oggetto dell’attività degli artisti», ha continuato Cappelletti. Insomma, se gli autori e le opere sono antichi, le interpretazioni – e le urgenze – sono legate alla contemporaneità.

Galleria Borghese: le mostre del 2022

Si parte già dal 9 febbraio 2022, con “Guido Reni a Roma. Il Sacro e la Natura”, mostra incentrata sul dipinto “Danza campestre”, realizzato dal grande artista tra il 1601 e il 1602, “riscoperto” nel 2008 e, da un anno, tornato a fare parte della collezione del museo, alla quale era sempre appartenuto prima della vendita alla fine dell’Ottocento. «Il rientro del quadro nelle sale della Palazzina Pinciana, accanto agli altri dipinti di paesaggio della raccolta, offre l’opportunità di riflettere sul rapporto di Guido Reni, pittore molto amato da Scipione Borghese, con il soggetto campestre e con la pittura di paesaggio, finora ritenuti estranei alla sua produzione o comunque assai poco praticati», hanno spiegato dal museo.

Guido Reni, Atalanta e Ippomene, olio su tela, 232 x 303 cm, Museo e Real Bosco di Capodimonte, Napoli ∏ Ministero della cultura – Museo e Real Bosco

Il 15 giugno aprirà invece “Tiziano. Dialoghi di Natura e di Amore. La Galleria Borghese incontra la Ninfa con pastore di Vienna”, a cura di Maria Giovanna Sarti, una mostra dossier che nasce in occasione del prestito concesso dal Kunsthistorisches Museum di Vienna della Ninfa con pastore di Tiziano, nell’ambito di un programma di scambio culturale tra le due istituzioni. L’incontro tra la tela di Vienna e i Tiziano della Galleria Borghese crea l’occasione per mettere in dialogo le opere intorno ad alcuni temi sempre presenti nella produzione del pittore, un filo rosso che dagli esordi conduce fino agli estremi epigoni della sua attività: la Natura, intesa come paesaggio significante e luogo dell’agire umano; e l’Amore, restituito nelle sue diverse forme, di amore divino, naturale, matrimoniale, personificato da Venere o da una Ninfa, da una ragazza in giovanissima età o da una sposa.

Tiziano Vecellio, Ninfa con pastore, olio su tela, 149,6 x 187 cm, Kunsthistorisches Museum, Vienna

“Meraviglia senza tempo. Pittura su pietra a Roma nel Seicento” è la mostra, a cura di Francesca Cappelletti e Patrizia Cavazzini, che aprirà il 25 ottobre 2022, dedicata alla pittura su pietra, ai suoi sviluppi e alle sue implicazioni storiche e semantiche nel corso del Seicento. Il punto di partenza è storico: fu Sebastiano del Piombo, a seguito del Sacco di Roma, a inventare la pittura su pietra. Il pittore di origine veneziana, disperato per la perdita di molti dipinti durante il lungo assedio della

città da parte dei Lanzichenecchi, avrebbe intrapreso la pratica del dipingere su supporti diversi dalla tela e più resistenti ai pericoli e al tempo, tra cui, appunto, la pietra.

Le iniziative

Dal 4 gennaio 2022, il museo inaugura l’iniziativa “I quadri scendono le scale” per valorizzare pitture che non trovano posto quotidianamente nel percorso espositivo e sono custodite nei depositi della Galleria, situati al di sopra dei piani espositivi.

Si tratta di circa 15 opere che per un mese, a rotazione, arricchiranno l’esposizione. Quadri di piccole dimensioni con figure e paesaggi, su tela o tavola, ma anche rame, prevalentemente di scuola fiamminga ma non solo. Di rilevo il nucleo di pittrici donne, tra cui il Ritratto di dama di Lucia Anguissola, probabilmente il ritratto della sorella Sofonisba, anche lei pittrice. Oppure Le tre grazie, un olio su tela già attribuito a Francesco Vanni e a Rutilio Manetti, e recentemente restituito alla mano di Ventura Salimbeni.

Nel 2022, inoltre, la Galleria Borghese attiverà una collaborazione con il Museo Egizio di Torino. Infatti, in occasione dell’anniversario dei 200 anni dalla prima decifrazione dei geroglifici da parte dell’egittologo francese Jean-François Champollion e del britannico Thomas Young, il 21 settembre la sala egizia della Galleria Borghese ospiterà una stele proveniente dal museo torinese. L’opera verrà affiancata da un pannello multimediale che presenterà la stele in rapporto alla sala egizia in cui è temporaneamente collocata; una sala che celebrava l’antichità egizia in maniera ancora fantasiosa ma emblematica del fascino che l’arte e la scrittura dell’Egitto avevano esercitato a Roma, dal Rinascimento fino agli studi del geniale gesuita Athanasius Kircher nel 1600.

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