13 dicembre 2021

Dai depositi ai musei: 100 opere tornano a casa (e visibili al pubblico)

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Il MiC - Ministero della Cultura presenta “100 opere tornano a casa”, progetto per la valorizzazione dei musei dei siti periferici e del patrimonio artistico conservato nei depositi

Un patrimonio nascosto, dall’enorme valore storico e artistico, torna alla luce. E non si tratta di un ritrovamento sensazionale, almeno in un certo senso. Il MIC – Ministero della Cultura ha presentato il progetto “100 opere tornano a casa” che, fortemente voluto dal ministro Dario Franceschini, affronta alcuni temi urgenti della museologia: da una parte, le opere conservate nei depositi dei grandi musei e non fruibili dal pubblico, dall’altra, i siti culturali più piccoli, nelle aree periferiche o meno attraversate dai flussi turistici. L’equazione è semplice ed efficace: 100 opere custodite nei depositi di 14 dei musei più importanti d’Italia, dagli Uffizi di Firenze al Museo di Capodimonte di Napoli, torneranno nei rispettivi territori di provenienza, per i quali erano stati concepiti.

Cento opere custodite nei depositi di 14 tra i musei più importanti d’Italia, dalle Gallerie Nazionali Barberini Corsini agli Uffizi di Firenze, dal Museo di Capodimonte al Museo di Brera, dalla Galleria Borghese al Museo Archeologico di Ferrara, dal Museo Archeologico di Napoli al Museo di Matera, tornano finalmente nelle sale dei musei e ritrovano visibilità nei territori di provenienza per le quali erano state concepite. Il Ministero della Cultura lancia il progetto “100 opere tornano a casa”, fortemente voluto dal Ministro Dario Franceschini, per promuovere e valorizzare il patrimonio storico artistico e archeologico italiano conservato nei depositi dei luoghi d’arte statali.

L’importanza del database

«Questo progetto restituisce nuova vita a opere d’arte di fatto poco visibili, di artisti più o meno conosciuti, e promuove i musei più piccoli, periferici e meno frequentati», ha dichiarato Franceschini. «Solo una parte delle opere dei musei statali è attualmente esposta: il resto è custodito nei depositi, da cui proviene la totalità dei dipinti e dei reperti coinvolti in questa iniziativa. Queste 100 opere sono soltanto le prime di un progetto a lungo termine che mira a valorizzare l’immenso patrimonio culturale di proprietà dello Stato», ha continuato il Ministro, che ha fatto riferimento anche a una “estensione” della fruizione, «Prevedendo nuove collaborazioni come la realizzazione di una serie di documentari insieme alla RAI, che ha anche il merito di rafforzare il legame tra il territorio e l’opera d’arte».

Deposito Musei Reali di Torino

Punto di partenza del progetto è stata la conoscenza. A partire dal 2015, infatti, la Direzione Generale Musei, ha elaborato una banca dati composta da 3.652 opere, provenienti dai depositi di oltre 90 musei statali. La selezione delle opere e dei luoghi della cultura, curata dalla DG Musei insieme alle direttrici e ai direttori dei musei, ha tenuto conto di valutazioni e richieste provenienti dalle realtà periferiche. La scelta è avvenuta in base a tre criteri: opere provenienti da chiese o palazzi situati in altri territori e nel tempo confluite nei principali musei italiani, dipinti o sculture che in questo modo compiono un “ritorno a casa” nei luoghi per i quali sono stati realizzati; opere che integrano le collezioni del museo destinatario; opere che, inserite nelle collezioni di destinazione, danno vita ad accostamenti interessanti e favoriscono l’apertura dei musei verso nuovi pubblici. Grazie al progetto, numerose opere sono state restaurate e alcuni spazi museali sono stati ripensati per accoglierle.

Deposito Musei Reali di Torino

100 opere tornano a casa: i documentari Rai

A seguito di questa iniziativa, torneranno visibili al pubblico due dipinti del XVII secolo di Salvator Rosa che, dal deposito delle Gallerie Nazionali Barberini Corsini, troveranno casa al Museo Nazionale di Matera. La “Madonna con il Bambino in gloria e i santi Giovanni Battista” e “Ecce Homo” di Federico Barocci, la “Madonna con il Bambino e i santi Agostino e Maddalena e angeli” di Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio, la “Madonna con il Bambino in gloria e i santi Barbara e Terenzio” e “Gesù Bambino appare a sant’Antonio da Padova” di Simone Canterini detto il Pesarese, provenienti dalla Pinacoteca di Brera, andranno ad arricchire la Galleria Nazionale delle Marche a Urbino. “Allegoria di Trieste e dell’Istria” di Annibale Strata, lascerà i Musei Reali di Torino per tornare al Castello di Miramare a Trieste. Il gruppo scultoreo “Gladiatore che uccide un leone” che decorava la peschiera di Villa Giustiniani e il torso restituito dal Getty Museum nel 1999, dal Parco Archeologico di Ostia Antica torneranno a impreziosire la Villa di Vincenzo Giustiniani a Bassano Romano, provincia di Viterbo. La “Testata di trave bronzea” degli arredi delle navi di Caligola 37-41 d.C. dal Museo Nazionale Romano andrà il 17 dicembre al Museo delle Navi Romane di Nemi.

Deposito Musei Reali di Torino

La valorizzazione del progetto prevede, inoltre, la collaborazione con la Rai che, attraverso Rai Doc, realizzerà un nuovo format, composto da un documentario breve e una serie di 13 episodi in presa diretta che saranno trasmessi dalle reti generaliste. Verranno raccontati la restituzione e il restauro delle opere d’arte partendo dai musei delle grandi città italiane, dai depositi dove l’opera è stata custodita e dai laboratori dove le sapienti mani dei restauratori l’hanno riportata a nuova vita.

Il format seguirà il viaggio delle opere d’arte che, una volta messe in sicurezza, saranno trasportate a bordo di pulmini speciali brandizzati con il logo “100 opere tornano a casa”, per raggiungere il museo che le accoglierà. Questo percorso diventa l’occasione per raccontare la diversità dei territori e dei luoghi d’Italia, per scoprire meglio le radici, la cornice storica, geografica, il paesaggio che ha ispirato gli artisti.

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