12 ottobre 2022

Il MUFOCO riapre le porte con due mostre. E c’è anche un nuovo presidente

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Il MUFOCO di Cinisello Balsamo riparte dal neoeletto presidente, il poeta Davide Rondoni, e due mostre dedicate alle nuove acquisizioni, sempre nel segno della fotografia

MUFOCO, archivio, Fondazione Museo di Fotografia Contemporanea
MUFOCO, archivio, Fondazione Museo di Fotografia Contemporanea

«Il mondo sta cambiando e va messo a fuoco», con queste parole che sanno di impegno, ancora più che di promessa, il MUFOCO – Museo di Fotografia Contemporanea riapre le porte della sede di Villa Ghirlanda a Cinisello Balsamo, chiuse da marzo a causa di un «Processo di trasformazione istituzionale» che, allora, era in pieno atto. Dopo circa sette mesi e qualche malumore, quello svolgimento in atto sembra dunque aver trovato una sua forma stabile, con l’elezione, a giugno 2022, del nuovo presidente del Museo, da parte del Consiglio di Amministrazione recentemente ricostituitosi e composto da membri selezionati tramite avviso pubblico dai suoi enti fondatori, il Comune di Cinisello Balsamo e Città metropolitana di Milano. Dunque, il Cda sarà formato dal neoeletto Presidente del Museo, Davide Rondoni, e da Massimo Pratelli, commercialista e revisore contabile, in rappresentanza del Comune, e Giorgio Zanchetti, docente di storia dell’arte contemporanea, in rappresentanza della Città metropolitana.

Un poeta al MUFOCO: chi è Davide Rondoni, nuovo presidente del museo

Nato a Forlì, nel 1964, poeta, scrittore e drammaturgo, Davide Rondoni è fondatore e vice-presidente del Centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna, direttore editoriale della Rivista clanDestino, ideatore del progetto “Infinito 200”, la celebrazione dei 200 anni dalla stesura de “L’Infinito” di Giacomo Leopardi, e direttore della collana “I Passatori – Contrabbando di poesia” per Carta Canta. Ha partecipato a festival internazionali e pubblicato numerosi volumi di poesia, con cui ha vinto tra i maggiori premi, oltre a pubblicazioni di saggi e narrativa. Tiene corsi di poesia e master di traduzione; collabora con radio e tv per programmi di poesia e con alcuni quotidiani come editorialista.

Davide Rondoni, Ph credit Giovanni Gastel

I poeti amano le sfide difficili e meravigliose», ha dichiarato Rondoni, commentando la nomina. «L’amicizia con Giovanni Gastel e la collaborazione con lui mi avevano fatto pre-amare questo museo gioiello. Alla proposta del Sindaco, e alla richiesta dei colleghi consiglieri, non ho potuto che dir sì per onorare la sua amicizia e la sua arte», ha continuato il neo Presidente, prefigurando possibili sviluppi per far divenire il MUFOCO «Un punto di lavoro d’eccellenza nazionale sulla immagine, nell’epoca dove infinite sono le suggestioni e le ambiguità tra vita osservata, rappresentata, immaginata, e vita imposta o distratta, tra visioni e distorsioni». Ma il primo passo sarà «Ascoltare lo staff degli operatori e avviare contatti istituzionali».

Le attività di conservazione e di catalogazione hanno reso possibile la consultazione in rete di oltre 58mila immagini, 612 autori e 41 fondi, sul motore di ricerca collezioni.mufoco.org. Senza dimenticare, però, l’attività espositiva aperta al pubblico che, in ogni caso, caratterizza l’orientamento e l’identità di un museo. Circa 130 le mostre personali e collettive che il MUFOCO ha organizzato nella sua sede e in collaborazione con istituzioni internazionali, da “The Ballad of Sexual Dependency” della fotografa statunitense Nan Goldin, proveniente dal MoMA di New York, e “Luigi Ghirri. Il paesaggio dell’architettura”, dedicata all’opera del maestro italiano.

 

Mostre e talk per la riapertura

La riapertura ufficiale, dunque, è per il 22 ottobre, con due mostre e un talk sull’evoluzione della fotografia. “PAESAGGIO DOPO PAESAGGIO”, a cura di Matteo Balduzzi, presenterà le fotografie di Andrea Botto, Claudio Gobbi, Stefano Graziani, Giovanni Hänninen, Sabrina Ragucci, Filippo Romano. Visitabile fino al 29 gennaio 2023, si inserisce nel filone della fotografia di paesaggio, tema particolarmente significativo per il Museo e ampiamente rappresentato nelle sue collezioni. La mostra presenta oltre 100 opere di sei artisti nati tra la metà degli anni Sessanta e Settanta, una generazione che si è formata in continuità con la tradizione della fotografia italiana di paesaggio, ma che ne ha poi esplorato pratiche e linguaggi osservando l’evoluzione del contesto internazionale. I progetti, acquisiti nel 2021 grazie al bando Strategia Fotografia promosso dalla DGCC – Direzione Generale Creatività Contemporanea del MIC, saranno esposti al pubblico per la prima volta.

In apertura sempre il 22 ottobre e visitabile fino al 27 novembre, anche “BIOMEGA MULTIVERSO” di Cosimo Veneziano, a cura di Lisa Parola.  Si tratta di un’installazione composta da serigrafie e ricami su tessuto, esito un progetto transdisciplinare che l’artista ha avviato nel 2016 e che, partendo dall’uso delle biotecnologie in ambito agroalimentare, riflette su tematiche quali il rapporto tra arte e natura e tra coltivazione, globalizzazione, consumo, marketing e immagine. L’opera è stata acquisita dal Museo al termine del progetto, realizzato grazie al sostegno della DGCC del MIC nell’ambito della VII edizione del programma Italian Council (2019) e promosso da Fondazione Sardi Per l’Arte e l’Associazione Arteco di Torino.

La giornata prevede, inoltre, due tavole rotonde di approfondimento. La prima, alle ore 15, vedrà i sei autori della mostra “PAESAGGIO DOPO PAESAGGIO” raccontarsi e riflettere sulle prospettive e sull’eredità della fotografia italiana, in dialogo con il curatore della mostra Matteo Balduzzi. Seguirà alle ore 16:30 un momento di discussione su alcuni dei temi centrali del progetto “BIOMEGA MULTIVERSO”, a cui partecipano l’autore Cosimo Veneziano, la curatrice Lisa Parola, il filosofo Davide Dal Sasso.

Chi vuole dare uno sguardo in anteprima alle mostre, potrà partecipare, venerdì, 14 ottobre, alla tavola rotonda di apertura “CONSERVARE IL FUTURO. Quale design per gli archivi fotografici tra nuove tecnologie e rivoluzione digitale?”, con interventi di Andrea Pinotti, Università degli Studi di Milano, e Laura Moro, Direttore Istituto centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale – Digital Library MIC. L’incontro

1 commento

  1. Cos’é stato per tutti noi il lockdown? un momento sospeso, un’astrazione dal concetto di tempo, una pausa obbligata. Per chi non é stato colpito in prima persona dal virus (senza contare chi non gli é sopravvissuto), il “confinamento” in casa propria ha comportato uno sforzo psicofisico notevole che non può non avere lasciato un segno. Per questo motivo ho apprezzato molto l’articolo sull’Italia in attesa. Il lockdown ha comportato un approccio filosofico nuovo: le regole del vivere sono state ribaltate. La solitudine é divenuta qualcosa di prezioso, gli spazi vuoti la tranquillità dell’anima. Emblematica la foto del mare che lambisce la sabbia, senza la presenza di alcun Essere umano. Ma, soprattutto, la Natura ci ha aspettato, ha atteso che il virus si dissolvesse piano piano. Il messaggio é di fondamentale importanza, significa che il Male non può persistere perché il Mondo é tale in quanto basato sulla vita, dunque sulla Natura.

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