23 giugno 2022

Il progetto pacifista di Albert Kahn

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Dopo sei anni apre l’edificio creato da Kengo Kuma in onore del filantropo Albert Khan, che raccoglie gli Archivi del Pianeta costituiti tra il 1909 e 1931, specchio del mondo al servizio del progresso umano

Musée départemental Albert-Kahn, la Serre © CD92/ Julia Brechler

Il Musée départemental Albert Kahn riapre le porte al pubblico dopo sei anni di lavori, con la creazione di un nuovo sito di 2.300 mq progettato dall’architetto Kengo Kuma e la ristrutturazione di otto edifici annessi. Situato a Boulogne-Billancourt, alle porte della capitale francese, il museo accoglie un’imponente collezione di fotografie e film, oltre a un giardino lussureggiante con scene paesaggistiche che guardano al Giappone. Il Dipartimento degli Hauts-de-Seine che ha acquistato nel 1936 la dimora, ha lanciato la rinnovazione per migliorare la conservazione e mettere in valore le collezioni del banchiere filantropico Albert Kahn (1860-1940). Volute e arricchite lungo vent’anni dal filantropo francese, le collezioni contano 180mila metri di film da 35 mm, ossia circa cento ore di proiezione, 230 film, tra cui cinegiornali dell’epoca, 4mila stereoscopie in bianco e nero e 72mila autocromie, che rappresentano la più grande collezione al mondo.

Albert Kahn; au balcon de sa banque; 102 rue de Richelieu; Paris; 1914. Opérateur : Georges Chevalier / CD92/ Albert Kahn; musée et jardin départementaux

Ricordiamo che l’autocromia, un’invenzione dei fratelli Lumière del 1903, è una tra le prime tecniche che ottengono fotografie a colori. L’edificio creato da Kengo Kuma accoglie gli Archivi del Pianeta costituiti da Albert Kahn tra il 1909 e 1931 – specchio del mondo al servizio del progresso umano – sono stati raccolti e ordinati per interesse storico e geografico da Jean Brunhes (1869-1930), geografo e direttore scientifico, che partecipò inoltre a diverse missioni. Autocromie e i film qui assemblati sono visibili e suddivisi in tematiche quali viaggi, etnografia, geografia e cronaca, tra questi troviamo diversi siti archeologici italiani. In stretta relazione con la natura, tra luce e legno, e consapevole del rapporto speciale che Albert Kahn aveva con il Giappone, Kengo Kuma ha inserito il engawa in legno, tipica veranda delle abitazioni nipponiche, cioè uno spazio intermedio che permette al museo di fondersi con la natura. Troviamo anche i sudare, persiane orizzontali in legno e metallo che orientano lo sguardo dall’edificio verso il giardino. Lo spettatore è immerso così in un universo mirabolante ricco di creazioni sonore, spettacoli audiovisivi, scoperte interattive di fotografie, interviste, crossview o letture grazie a innovativi dispositivi museografici. Lo spazio esterno, che accoglie un giardino alla francese nonché un villaggio con giardino giapponese contemporaneo, offre una molteplicità di punti di vista e un incessante dialogo tra vegetazione e luce.

Exposition inaugurale © CD92 – Julia Brechler

È fruibile di giorno come di sera grazie a 450 proiettori, e oltre 1827 lampadine a LED a bassa tensione, questi tracciano un sentiero luminoso che sublimano l’architettura del museo. L’approccio multidisciplinare del museo lo apre a visioni contemporanee, che si concretizzano in uno spazio d’esposizione inaugurato con la mostra temporanea Autour du Monde. La traversée des images, d’Albert Kahn à Curiosity, fino al 13 novembre prossimo. Questa si snoda attorno a un nucleo storico della collezione denominato il Viaggio intorno al mondo, che venne diretto da Albert Kahn tra il 1908 e il 1909 insieme al suo autista-meccanico, Albert Dutertre, specializzato in fotografia e cinema. Dalla Francia agli Stati Uniti, al Giappone, Cina, Malesia, Sri Lanka, Canale di Suez fino alle sponde del mediterraneo, di questo tragitto si conservano 3.500 lastre stereoscopiche e novanta minuti di pellicola in cui si rivivono scoperte, incontri e paesaggi naturali e urbani. La mostra si disloca lungo 570 mq di esposizione che accolgono 433 opere, tra foto e film, sette collezioni inedite del museo, opere di undici artisti contemporanei, e via dicendo. Si esplora qui la nozione di viaggio per parlarci delle sfide del mondo, della globalizzazione o dell’azione dell’uomo sull’ambiente.

Musée départemental Albert-Kahn, © CD92/ Julia Brechler

Un percorso che si chiude con Untitled mars, l’opera futuristica del fotografo Marcus DeSieno, che reinterpreta le immagini di Marte scattate dal robot Curiosity. Diversi sono gli edifici annessi, come la Sala delle lastre, luogo di conservazione degli Archivi del Pianeta, dove vengono accolte proposte artistiche intorno alle nozioni di archivio e alla registrazione della realtà, come Concordance, una serie di installazioni fotografiche e video del duo artistico Les EpouxP – Pascale & Damien Peyret. Da scoprire anche la Serre o la Grange des Vosges, uno spazio dedicato al patrimonio vivente e alla conservazione del giardino. Il pubblico può visionare foto e video sul sito Portail des collections il cui utilizzo non è proibito ma anzi incoraggiato per favorire la circolazione dei saperi. Livia De Leoni

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