07 novembre 2019

Restyling alla National Portrait Gallery di Londra, che chiude per tre anni

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A causa di complessi lavori di restauro, la National Portrait Gallery di Londra chiuderà per tre anni. Pronte collaborazioni con altri musei ma i lavoratori tremano

Dopo 123 anni è arrivato il momento di un restyling anche per la National Portrait Gallery di Londra, che rimarrà chiusa per ben tre anni, per portare a termine tutti gli interventi di restauro. Il costo sarà di circa 40 milioni di euro, che serviranno, tra le altre cose, a ingrandire l’atrio e, in generale, a rimodernare tutta la struttura. Tra i luoghi più visitati della capitale inglese anche se, negli ultimi tempi, sede di accese proteste contro sponsorizazioni eticamente dubbie. Come quella degli ambientalisti contro la BP Oil, la compagnia petrolifera che sponsorizza il prestigioso BP Portrait Award (a proposito, è aperta la call per l’edizione 2020).

Dopo aver considerato tutte le opzioni, il board del museo londinese ha deciso che la soluzione migliore, per completare il progetto nei tempi previsti e salvaguardare i visitatori, il personale e la collezione, fosse di chiudere completamente, dal 29 giugno 2020, data di inizio dei lavori, fino alla primavera del 2023. Cosa faranno i quasi 2 milioni di persone che, in media, visitano la National Portrait Gallery ogni anno? Andranno da qualche altra parte, è già tutto calcolato.

La National Portrait Gallery chiude ma si diffonde in tutto il Regno Unito

La decisione è drastica. D’altra parte, dalla National Portrait Gallery hanno fatto sapere che, durante i lavori, circa 300 opere della collezione saranno esposte in varie sedi in tutto il Regno Unito. Con progetti espositivi in collaborazione con la York Art Gallery, l’Holburne Museum di Bath, la Laing Art Gallery di Newcastle, il National Museum di Liverpool e la Scottish National Portrait Gallery di Edimburgo. Insomma, mors tua vita mea.

Sarà inoltre dato maggiore impulso al progetto Coming Home, per il quale le opere vengono esposte nei luoghi ai quali sono maggiormente associate. Così, nel 2020, il ritratto di Florence Nightingale andrà a Derby, quello di Riccardo III a York, quello di Malala Yousafzai a Birmingham e quello di Meera Syal a Wolverhampton. Saranno inoltre sviluppati progetti ad hoc per determinati territori, per esempio una mostra incentrata alla lavorazione del ferro a Middlesbrough e una sul calcio a Wembley. E Dio salvi la Regina, non patiremo la mancanza delle altezze reali, visto che più di 100 ritratti delle dinastie Tudor e Windsor saranno esposti al National Maritime Museum in Greenwich.

Lo stesso Nicholas Cullinan, direttore National Portrait Gallery, ha incoraggiato le altre organizzazioni a mettersi in contatto per lavorare insieme: «Per far circolare la collezione della National Portrait il più ampiamente possibile, in modi sia innovativi che collaborativi».

E il personale?

Sistemate le opere, rimane da capire che cosa succederà al personale della Galleria durante la chiusura. Un portavoce ha ammesso al Guardian che «La chiusura dell’edificio della galleria richiederà cambi di personale e inevitabilmente ci saranno perdite di posti di lavoro. Laddove possibile, al personale verranno offerte opportunità di lavoro part-time e interruzioni di carriera e la Galleria sta esaminando una serie di opportunità di riassegnazione con altre istituzioni durante il periodo di costruzione». La FDA, storico sindacato che difende gli interessi degli impiegati e dei funzionari pubblici, ha dichiarato che la chiusura causerà complicazioni al personale della National Portrait Gallery, esortando i lavoratori a unirsi al sindacato.

Il progetto di restauro della National Portrait Gallery

Il progetto di restauro della National Portrait Gallery, il più grande dalla sua apertura nell’edificio in St Martin’s Place nel 1896, è stato realizzato da Jamie Fobert Architects. Nel piano è compresa la completa ristrutturazione strutturale e statica dell’edificio, la creazione di nuovi spazi pubblici e un nuovo centro dedicato alla didattica. Tutto ciò consentirà un display assolutamente aggiornato della collezione. Che, in effetti, era esposta in maniera ormai quasi grottescamente classica. Mentre va detto che l’offerta di mostre temporanee è più che valida e anche piuttosto aggiornata. Attualmente, tra le altre esposizioni, sono visitabili quelle dedicate alle artiste Preraffaellite e a David Hockney.

David Hockney, No 1201, 14 March 2012, i-Pad Drawing

Chi ha messo i soldi? La Gallery ha dichiarato di aver ricevuto 32,7 milioni di sterline di donazioni, a fronte di un obiettivo di 35,5 milioni. Tra questi, 9,4 milioni di sterline da parte del National Lottery Heritage Fund e 6,5 milioni da parte della Garfield Weston Foundation.

Ecco alcuni rendering del progetto, che potete approfondire qui.

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