10 settembre 2019

La musica dei fiamminghi, nella Basilica di San Marco a Venezia

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In occasione della mostra “Da Tiziano a Rubens”, la Basilica di San Marco di Venezia si anima con la musica del maestro fiammingo Willaert

La Basilica di San Marco, a Venezia, fu originariamente edificata per essere la cappella del Doge, un luogo sfarzoso ma al contempo raccolto e privato. Se con il flusso costante di turisti che oggi la invade è difficile connettersi alla sua magnificenza aurea, per alcuni eventi esclusivi è possibile sentire tutta la forza di quell’intima atmosfera. È questo il caso del concerto dello scorso 5 settembre, dedicato alla musica polifonica di Willaert, compositore fiammingo che fu Maestro di Cappella della Basilica di San Marco dal 1527 al 1562.

L’esperienza lagunare di Willaert portò alla nascita di una rinomata scuola di musica, che forgiò tra gli altri Giovanni Gabrieli e Claudio Monteverdi. Frammenti di quell’esperienza sono visibili oggi all’interno della mostra “Da Tiziano a Rubens. Capolavori da Anversa e da altre collezioni fiamminghe”, a cura di Ben van Beneden, direttore della Rubenshuis di Anversa, con la direzione scientifica di Gabriella Belli direttore della Fondazione Musei Civici, di cui scrivevamo anche qui. La mostra, di cui l’ente del turismo delle Fiandre VISIT FLANDERS è partner, sarà visibile all’interno delle stanze del Doge di Palazzo Ducale fino al primo marzo 2020. Sarà occasione di vedere anche la Santa Caterina d’Alessandria, realizzata dal Tintoretto, appartenuta a un’altra personalità della musica, questa volta contemporanea: David Bowie.

 

Interessante la sinergia messa in atto per l’occasione, che vede non solo la realizzazione di un espositivo pittorico di prim’ordine, ma anche un’attenzione speciale alla musica. Per l’occasione infatti Concerto Classics propone il progetto discografico Willaert e la Scuola Fiamminga a San Marco, con musiche appositamente selezionate in occasione dell’esposizione veneziana.

Un dispositivo a tutto tondo quello che accompagna la mostra di Palazzo Ducale, in grado di connettere due poli, Venezia e Anversa, che con le dovute differenze sono state però entrambe porti significativi di commercio e scambio, e come tali anche catalizzatrici di novità, punto di passaggio e porta d’accesso di novità culturali di indubbio prestigio.

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