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Una fiaba d’un fiato di su per giù tre quarti d’ora, una gotica foresta incantata, uno specchio magico e antico. Una musica di riflessi, onirica, di canti elfici sussurrati fra muschi e cortecce, che riverbera su antico ottone annerito. Questa l’immagine, questo il viaggio, la fuga dal lupo cattivo su terreno paludoso, radici, ombre.
And the Glass Handed Kites é il quarto album del gruppo danese Mew uscito nel 2005, un album che pare composto di un unica grande canzone e che ha ricevuto commenti molto positivi da buona parte della critica.
Circuitry of the wolf, perlopiù strumentale, ha il ruolo di aprire questo sipario sbattendoci fin da subito in un atmosfera sognante, velata, arcaica di druidi e fate. Chinaberry Tree sembra un canto spettrale inizialmente, una stanza di spettri che piano piano pare lasciare spazio alle luci di carrozzoni gitani e lanterne cinesi. Why you are looking grave é una feat dei Mew con uno degli artisti che ritengo più ispirati e ispiranti nella scena alternative mondiale, J.Mascis, dal ritmo lentoincalzante (effetto che la voce del cantante dei Dinosaur jr. riesce sempre a creare); il quarto brano, agrodolce, che si sviluppa dalla cavalcata finale del precedente é Fox Cub, breve, di una morbidezza fortissima. Adrenalinico Apocalypso, di gusto grunge Special, sognante giocattoloso The Zookeeper’s boy, spiritato l’ottavo brano A Dark Design. Musicalmente introspettiva nei suoi andirivieni Saviours of jazz ballet, come un’onda sulla scogliera. Sicuramente una delle mie preferite la potente An envoy to the open fields; White Lips Kissed di gusto pseudo pop, chiudono il cd, come l’alba dopo una lunga notte la magnifica Louise Louisa e Forever and ever.
And the Glass Handed Kites
Per quanto riguarda la mia interpretazione grafica dell’album ho optato per colori dark che dessero l’idea vorticosa di fondo di questo album, che per il sottoscritto sono un insieme di canzoni di atmosfera senza dubbio notturna; da notte in Transilvania, ma con una base decisa di bianco luminoso. Il bello dei Mew é anche questo, e cioè il penetrare della voce del cantante che lacera le distorsioni come se un attore teatrale (la melodia) per mostrarsi al pubblico tagliasse direttamente il sipario con un coltello senza aspettarne la normale apertura
Fabio Gagliandi
And the Glass Handed Kites
1.Circuitry of the Wolf
2.Chinaberry Tree
3.Why Are You Looking Grave ?
4.Fox Cub
5.Apocalypso
6.Special
7.The Zookeeper’s Boy
8.A Dark Design
9.Saviours of Jazz Ballet
10.An Envoy to the Open Fields
11.Small Ambulance
12.The Seething Rain Weeps for You
13.White Lips Kissed
14.Louisa Louisa
15.Forever and ever
16.White Lips Kissed (versione nipponica)