02 dicembre 2019

Al via la Miami Art Week 2019

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Stelle emergenti e vecchi maestri. Art Basel torna a Miami Beach dal 5 all'8 dicembre (apertura al pubblico) e promette, ovviamente, di farne vedere delle belle. Specialmente “off fair”

Art Basel Miami Beach
Dettaglio dell'opera di Isa Genzken esposta allo stand della Galerie Buchholz durante l'edizione 2018 di Art Basel Miami Beach, courtesy l'artista e Art Basel Miami Beach

Al via oggi a Miami l’art week 2019, con Art Basel Miami Beach a dettare il ritmo (aperta al pubblico dal 5 all’8 dicembre) e centinaia di altri appuntamenti, tra fiere in parallelo e eventi collaterali, a declinare migliaia di versioni di contemporaneo.

Quando si parla di ArtBasel, che sia a Hong Kong, in Florida o in Svizzera, la lista della spesa con chi offre cosa, serve a poco. A Miami quest’anno, per esempio, ci sono più di 200 gallerie in scena, con oltre 4mila artisti rappresentati, tra “big” e “nuove proposte”.

La settimana trainata dal colosso svizzero nell’angolo più a Sud degli Stati Uniti, il cui “core” resta al Convention Center, difficilmente deluderà in qualità; d’altronde la serie A dell’arte globale gioca qui: dall’Italia Alfondo Artiaco e Cardi, Continua e Massimo De Carlo, Magazzino e Mazzoleni, Franco Noero e Lia Rumma, e poi Kurimanzutto, Gagosian, A Gentil Carioca, Metro Pictures, Pace, Perrotin, Peres Projects, Vermehlo, Zeno X, Zwirner (che dal 14 ottobre ha sede anche a Parigi, contro la Brexit).

Dal 2015 diretta dal 40enne Noah Horowitz, ArtBasel Miami Beach – è sempre importante ribadirlo – gode della main partnership con la holding bancaria UBS, con BMW e il gruppo alberghiero The Standards.

E Miami, che per tutto il resto dell’anno è una metropoli decisamente “off” nel calendario del contemporaneo – si veste dello splendore di una settimana imperdibile, in cui musei, fondazioni e fiere collaterali si danno man forte nell’offerta.

Già, perché da Ocean Drive al Design District, da Wynwood – l’art district – ai resort che ospitano kermesse piccole e grandi, a Miami Beach è praticamente impossibile essere dappertutto per vedere, in realtà, quel che già si conosce. Fateci caso, frequentando fiere da una parte all’altra del mondo, non vi sembra di soffrire di continui dejà vu?

Fuori dalla fiera: Wynwood, PAMM, Margulies Collection e Rubell Museum

Se volete vedere qualcosa in più la gita al Pérez Art Museum (PAMM) con vista sulla baia di Biscayne è d’obbligo. Durante Art Basel, infatti, all’interno dell’edificio-simbolo progettato dagli architetti Herzog e de Meuron, troverete la personale “Elemental” di Teresita Fernández, e “Abraham’s Farewell to Ishmael” di George Segal. Il corpo scultoreo, realizzato da Segal nel 1987, è per la prima volta visibile al PAMM grazie a un recente restauro finanziato con una sovvenzione ricevuta dal Bank of America Art Conservation Project. Oltre a questo tableaux di storia biblica, al museo troverete anche un nuovo allestimento con le opere donate dal collezionista di Los Angeles Gordon W. Bailey.

Ovviamente, oltrepassando la baia, non potete prescindere dalla visita alla Margulies Collection at the Warehouse, alla De la Cruz Collection e alla Rubell Family Collection, che riaprirà (il 4 dicembre) in una nuova sede a Wynwood, al 1100 NW 23esima Strada e che cambierà nome, intitolandosi Rubell Museum.

E ormai, in effetti, è giunta l’ora visto che la collezione raccoglie qualcosa come 7mila e 200 opere raccolte in 54 anni di attività da qualcosa come mille artisti che saranno distribuiti in un “campus” di 9mila metriquadrati circa.

Tra le altre fiere, invece, potrete scegliere in una rosa di venti (anzi, di più).

Le altre fiere, da Untitled a Aqua

C’è per esempio la decima edizione di Design Miami, proprio di fronte al Convention Center, anche quest’anno; ci sono Scope e Art Miami, NADA, Pulse e Untitled. Ma ci sono anche Aqua Fair, Ink Fair, Superfine, Art of Black, Context, e a Wynwood Hive, Pinta, Red Dot, Spectrum

Per riposare un po’ dall’inflazione fieristica forse vi conviene il Bass Museum, che da oggi ospita “Blind Spot” di Lara Favaretto.

Lara Favaretto al Bass Museum

Classe 1973, Favaretto, ha realizzato per l’occasione anche una nuova opera site specific che entrerà nella collezione permanente del museo. Tra poetiche di decadimento, consumo e perdita, le opere dell’artista vengono presentate attraverso una “temperatura” leggera; nelle sue installazioni Favaretto utilizza dispositivi tecnologici obsoleti per indagare sottilmente il passare del tempo e la sopravvivenza di questi elementi rispetto ad altri, che però resta segnata da un destino di usura e rottura.

Momentary Monument – The Library (2012-2019), la libreria che espone 2mila e 200 libri donati contenenti immagini piegate dall’archivio dell’artista, stampate su un foglio di carta stampata sarà uno dei topic della mostra, insieme a nuove opere realizzate con l’utilizzo della lana e dei tubi per ponteggi. E finalmente un po’ d’Italia è qui.

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