20 gennaio 2020

Bologna Art Week: Alessandro Lupi, CUBO Unipol e il contemporaneo

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In occasione di “ONE, TOO, FREE. Specchi, ombre, visioni”, la prima retrospettiva in Italia di Alessandro Lupi, abbiamo intervistato Vittorio Verdone, Direttore Corporate Communication e Media Relation del Gruppo Unipol

CUBO Unipol Lupi
Alessadnro Lupi, “ONE, TOO, FREE. Specchi, ombre, visioni” a CUBO Unipol, courtesy l'artista e CUBO Unipol

“ONE, TOO, FREE. Specchi, ombre, visioni” è la prima retrospettiva in Italia di Alessandro Lupi (1975, Genova) e è curata da Ilaria Bignotti per das.03, dialoghi artistici sperimentali, con il contributo di Federica Patti.
Inaugurata in queste ore al CUBO Unipol, la mostra, visitabile fino al 28 marzo è tra i main project di Art City 2020, e si articola in quattro installazioni site specific strettamente interconnesse tra loro.

In quest’occasione abbiamo intervistato Vittorio Verdone, Direttore Corporate Communication e Media Relation del Gruppo Unipol, che ci ha raccontato il rapporto tra l’azienda e l’arte contemporanea.

Significativa, nella sua biografia, la citazione dell’interesse per la musica, teatro, cinema…

«Questo in funzione di una mia trasversalità anche professionale, innanzitutto perchè in realtà ho una formazione da giurista, e poi, ho trascorso molto tempo a leggere e a frequentare concerti, mostre, cinema, e mi è tornato utile, perché occorre avere una memoria culturale, e una prospettiva, in relazione a quello che ci circonda».

E a proposito delle mostre frequentate, cosa le interessa maggiormente?

«Nell’arte io inserisco anche il cinema, c’è stato un lungo periodo in cui ci andavo ogni giorno, il mio autore preferito è Francois Truffaut, quando da ragazzo vedevo i suoi film avrei voluto starci dentro, c’era la Parigi degli anni ’50 e ’60, che mi ha sempre affascinato… Nella pittura, amo Goya, Pollock, amo il divisionismo, Angelo Morbelli, quel quadro incredibile, Asfissia, con i residui della cena…».

A Bologna, ecco che CUBO La proietta nell’arte contemporanea; su Arte Fiera, un parere da manager?

«Una realtà consolidata bene, ma personalmente sono proiettato sulla dimensione meno commerciale dell’arte, sulla sua promozione culturale».

Tuttavia il fatto che una statuetta d’acciaio lucidato raffigurante un similconiglietto venga venduto a 91 e passa milioni di dollari, impone una riflessione sul mercato dell’arte…

«La mercificazione dell’arte mi lascia indifferente, vi leggo un’idea di accumulazione, ma neanche da collezionisti, perchè il collezionista ama l’opera in sé, accumulazione come investimento, e francamente non l’associo all’arte, che per me è la possibilità di diffondere estetica, per le persone. Tu comperi una cosa del genere, te la tieni in casa per rivenderla e lucrarci, tutto molto distante da me…».

Parliamo dell’attività di CUBO, quest’anno producete“ONE, TOO, FREE. Specchi, ombre, visioni” di Alessandro Lupi, a cura di Ilaria Bignotti. Lupi sostiene che all’interno della sua poetica «c’è un aspetto che vuole ampliare i limiti», per questo è sempre stato affascinato dalla scienza, e in questi anni ha incontrato matematici, fisici, ha collaborato con FabLab di Genova con cui ha realizzato vari progetti, l’ultimo a novembre scorso, il site-specific Mindset, al Vanabbemusem di Eindhoven.
 In questo contesto di “crossover” nel simposio How long is forever, curato da Federica Patti, tra gli altri ha invitato il neuroscienziato Fabio Benfenati, direttore del dipartimento di neuroscienze dell’Istituto italiano di tecnologia, fautore della retina artificiale biologica. 


«I temi che Lupi tratta sono molto interessanti, la ricerca delle molte realtà mi ricorda i temi dei film di Akira Kurosawa, Rashomon e le molteplici verità. Non sono solo temi artistici, riguardano il rapporto tra le persone, tra soggetto e oggetto, che può essere visto di volta in volta in modo totalmente differente, lo insegna anche Kant, nella Critica del Giudizio. Poi, riguardo a CUBO, non è solo Museo d’impresa, e a sua volta il museo non è solo memoria, è anche continua evoluzione, come il nostro piano strategico, struttura e cultura in evoluzione».

L’utilità sociale Le interessa molto…

«Sì, il benessere per le persone, la possibilità di condividere sia il momento artistico sia l’intrattenimento, e non solo qui a Bologna, anche a Milano, dove saremo presenti sempre di più».

Anche a breve?

«Come Direzione Comunicazione interveniamo in campo culturale anche attraverso importanti sponsorizzazioni. In particolare a Milano nel 2020 saremo presenti al MUDEC con la mostra Robot. The Human Project, sulla storia dell’automazione, e a Palazzo Reale, con una retrospettiva sul Realismo italiano. Iniziative coerenti sia con la spinta tecnologica che caratterizza il nostro business sia con i valori del Gruppo. Penso al tema del lavoro che è ben presente nella corrente realistica».

Il Suo lavoro nella Direzione come si configurerà?

«Sono entrato in Gruppo Unipol quasi cinque anni fa con un altro ruolo (Affari Istituzionali e regolamentari) e ho avuto l’opportunità di lavorare anche nella Direzione Commerciale di Unipolsai, quindi nel business. Con la comunicazione avevo un po’ di dimestichezza per un’intensa attività di media relations con canali televisivi, radio e stampa nella precedente esperienza lavorativa. Naturalmente la comunicazione di un Gruppo così importante è altra cosa. Sono contento che in poco meno di un anno ho potuto già condividere momenti importanti, quali la comunicazione del nuovo piano strategico, inclusi gli incontri territoriali con tutti i dipendenti del Gruppo e con gli agenti Unipolsai, la nuova campagna pubblicitaria e altro. Per quanto riguarda CUBO, sono entrato in sintonia con lo spirito che lo anima con molto piacere».

Pensa che l’arte possa davvero avere un ruolo per migliorare la società?
«Il valore sociale dell’arte è dato dal fatto che mette in circolo idee, non solo rappresentazioni. La cultura è fatta d’idee, valori, e penso che soprattutto in momenti come questo, d’imbarbarimento, l’arte possa giocare un ruolo fondamentale».

 

Alessandro Lupi
“ONE, TOO, FREE. Specchi, ombre, visioni”
A cura di Ilaria Bignotti per das.03 – dialoghi artistici sperimentali con il contributo di Federica Patti

Dal 20 gennaio al 28 marzo 2020
CUBO Museo d’impresa del Gruppo Unipol
Piazza Vieira de Mello 3 e 5, Bologna

Opening: 20 gennaio 2020, alle 18.00

Orari di apertura durante l’arte week:
– martedì 21 gennaio, dalle 9.30 alle 23.30
– dal 22 al 24 gennaio dalle 9.30 alle 20.00
– sabato 25 gennaio, dalle 14.00 alle 24.00
– domenica 26 gennaio, dalle 14.00 alle 20.00

Orari dal 27 gennaio: lunedì dalle 14.00 alle 19.00, martedì dalle 9.30 alle 23.30, mercoledì, giovedì, venerdì dalle 9.30 alle 20, sabato dalle 9.30 alle 14.30 (domenica chiuso). Ingresso libero
www.cubounipol.it

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