24 ottobre 2022

Un’artista italiana alla Biennale di Tashkent: l’installazione di Tamara Repetto

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Un viaggio di migliaia di chilometri, raccontato da una sensazione: alla nona Biennale d’arte di Tashkent, Tamara Repetto presenta la sua installazione olfattiva dedicata alla Via della Seta

Oltresenso, Courtesy Tamara Repetto, Cramum, Fondazione Garuzzo

Un viaggio di migliaia di chilometri, tra atmosfere che cambiano passo dopo passo, vicende piccole e grandi, volti, costumi e lingue, raccontato da un odore, da un segno. È un percorso minimo nell’interiorità e al di là della nozione del confine, quello scandito da Oltresenso, installazione olfattiva presentata dall’artista italiana Tamara Repetto alla IX Biennale d’Arte di Tashkent, in mostra alla NBU – Uzbek Academy of Arts fino alla fine di ottobre 2022.

«Sulla terra bruna dell’Uzbekistan l’artista colloca quello che lei stessa definisce essere “un frammento della Via della Seta”, una lunga striscia nera, costruita in modo tale da evocare sia la pavimentazione delle antiche strade in pietra sia i mosaici uzbeki», spiega Sabino Maria Frassà, curatore del progetto. «Non c’è nient’altro. Oltresenso risulta essere un’opera concettuale e quasi minimalista; solo alla vista nichilista. Dopo pochi istanti, infatti, lo spazio si rivela essere pieno, quasi saturo del profumo emanato dai 2000 cubetti neri che compongono la strada. E sono perciò tutti i nostri sensi, guidati dall’olfatto, a disegnare infinite armonie e visioni dello e nello spazio», continua Frassà. «Presi dalla frenesia del vivere quotidiano, ci concentriamo spesso solamente sulla strada scura di fronte a noi, senza riuscire/volere/pensare ad alzare lo sguardo. Tamara Repetto con la sua arte ci spinge invece a riappropriarci di noi stessi: come non puoi cristallizzare un profumo, così un selfie o un post su Instagram non saranno mai sufficienti a farci rivivere un istante di realtà. Impossibile fermare il tempo, bisogna viverlo».

«Per la IX Biennale di Tashkent abbiamo scelto di presentare la ricerca artistica di Tamara Repetto in grado di produrre un’esperienza sensibile e diretta, non mediata dallo sguardo, capace di richiamare e connettere luoghi e popoli lontani attraverso una percezione antica e primigenia, quella legata all’olfatto», ha continuato Alessandro Carrer, Direttore della Fondazione Garuzzo, che insieme alla Presidente Rosalba Garuzzo e all’ambasciatore Agostino Pinna, ha selezionato l’artista.

Tamara Repetto

Nata a Genova, Tamara Repetto vive e lavora tra Voltaggio e Lussemburgo. Specializzata in Grafica Pubblicitaria, si definisce un’artista “multiforme”. Nel suo lavoro coesistono vari aspetti: l’elemento olfattivo e quello sonoro, le dimensioni cinetiche, il disegno, la tecnologia e l’artigianato. Sovrapponendo linguaggi diversi, invita il pubblico a instaurare una interazione intensa e inaspettata con l’opera. Le sue opere sono incentrate sulla riscoperta di un rapporto – nuovo e antico al tempo stesso – con la natura, come ambiente e come laboratorio creativo.

Oltresenso, Courtesy Tamara Repetto, Cramum, Fondazione Garuzzo

Realizzata in collaborazione con Odelà e Cramum, in Oltresenso L’artista rende omaggio alla storia della Via della seta, «Intesa non solo come connessione tra popoli e culture – tema della Biennale – quanto anche e soprattutto come metafora stessa dell’esistenza umana», prosegue Frassà. «La Via della seta era infatti quell’infinito reticolo di vie (non solo terrestri) che nell’antichità univa ogni parte del mondo a Roma: di questa via quindi si sapeva sempre la fine, la destinazione, ma era spesso impossibile conoscere l’origine. Allo stesso modo, se è vero che sappiamo che la nostra “Via” prima o poi finirà, non conosciamo le meraviglie del nostro percorso, chi incontreremo e cosa ci capiterà».

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