20 luglio 2022

Come Pappagalli Verdi. L’arte risveglia le coscienze dormienti

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“Come Pappagalli Verdi" è la mostra itinerante che ha fatto tappa a Palazzo Costantino di Palermo: così i calchi di arti inferiori diventano supporti per le opere d'arte

La libertà è una condizione fisica, psichica e spirituale di cui ciascun individuo avverte la necessità. Eppure il concetto che la fonda è qualcosa di estremamente personale, che può variare tra individui, società, popolazioni e culture differenti. Pressoché tutte le culture accostano la libertà a elementi come aria, vento, cielo e tutto ciò che essi ospitano, come i volatili che da sempre affascinano l’uomo, tanto da suscitare il desiderio di emularli: basti pensare a Leonardo da Vinci che li osservò e studiò quasi ossessivamente.

Tra i variopinti volatili che ispirano questo senso di libertà vi sono i pappagalli, eppure, nonostante tale animale rappresenti un simbolo estremamente positivo, nell’immaginario comune attuale è riconducibile a condizioni tragiche come la dimensione della guerra, poiché riallacciandosi al romanzo “Pappagalli Verdi” di Gino Strada, fondatore di Emergency, la figura del pappagallo è analogia diretta della mina anti-uomo sovietica dal colore verde e dalla particolare geometria ad ali, nota anche come mina farfalla, che ha mietuto numerose vittime tra bambini che si accostavano pensando di approcciarsi a dei giocattoli innocui con forme di volatili, rimettendoci gli arti, se non la vita stessa.

Visti gli ultimi eventi bellici che hanno interessato e coinvolto il mondo occidentale, ancora una volta l’arte si rende interprete del proprio tempo e, partendo da un’idea maturata dal docente e artista Fiormario Cilvini con il supporto tecnico di Francesco Minuti, nasce il progetto “Come Pappagalli Verdi”, curato dal critico d’arte Pasquale Lettieri e Marilena Morabito, con la collaborazione di Floriana Spanò e Aurelia Nicolosi.

Per la realizzazione del progetto si è rivelata di fondamentale importanza la collaborazione degli studenti di Scultura e Pittura dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, i quali hanno realizzato dei calchi di arti inferiori in resina, costituendo così le basi su cui hanno operato secondo il proprio sentire diversi artisti: Dario Agrimi, Caterina Arcuri, Claudio Bozzaotra, Alessandra Cacciuottolo, Alberto Criscione, Giulio De Mitri, Roxana Esposito, Laura Finestras, Angelo Gallo, Iorio GianrobertoFrancesco GiraldiClaudio GrandinettiRosanna Iossa, Bernardino Izzo, Gaawing Lee, Emanuela LenaJara Marzulli,  Diego MinutiFrancesco Minuti, Enzo PalumboLuana PasqualinoAngela PellicanòAntonio Picardij, Felix Policastro, Jole Serreli, Gianluca Sità, Laura Stancanelli, Giulio Telarico, Fabrizio Trotta, Francesco Trunfio.

L’intenzione di tale intervento artistico, che proseguirà a Napoli, Roma e Milano, è quella di risvegliare le coscienze dal sonno della ragione che genera mostri, citando Francisco Goya, omaggiando le gambe e i piedi delle piccole vittime innocenti che avrebbero voluto ancora correre per le vie di questo mondo, ma come il pappagallo sulla finestra di Aldo Palazzeschi “non parla e non canta”, (Il Pappagallo, 1905), così quelle piccole anime innocenti non potranno mai ricorrersi e saltare fino a volare.

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