04 maggio 2020

L’Arte del Futuro: ne parlerà Ludovico Pratesi, in un nuovo format su Twitch

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EISS presenta un nuovo format dedicato all’Arte del Futuro, a cura di Ludovico Pratesi: appuntamento ogni martedì sulla piattaforma Twitch. Si parte con Villar Rojas, Parreno, Huyghe e Tosatti

L'arte del futuro, Ludovico Pratesi

Questi giorni di emergenza Covid-19 ci hanno fatto pensare molto al futuro. Sarà perché il presente non ci sembra proprio il migliore dei mondi possibili? Allora, per evitare di ripetere gli stessi errori che ci hanno condotto a parlare di isolamento e distanziamento, oltre che a doverne vivere le esperienze in maniera totalizzante, meglio pensare bene a cosa faremo e in che modo. Un tentativo di immaginare i nuovi passi da compiere, lo effettuerà L’Arte del Futuro, il nuovo format settimanale presentato da EIIS – European Institute for Innovation and Sustainability e condotto da Ludovico Pratesi, in onda ogni martedì alle 17, a partire dal 5 maggio, su Twitch, la piattaforma di livestreaming acquisita da Amazon, principalmente rivolta ai videogamer ma che, nelle ultime settimane, è stata riscoperta anche da un pubblico più ampio e trasversale. In questo caso, la fruizione si estenderà al settore dell’arte contemporanea, visto che ogni puntata sarà dedicata all’approfondimento di un’opera di un artista contemporaneo che, nelle prime settimane, saranno Adrian Villar Rojas, Philippe Parreno, Pierre Huyge e Gian Maria Tosatti.

Nei 30 minuti di trasmissione si cercherà di tracciare una linea delle tendenze artistiche più rilevanti dei prossimi decenni, indagando la visione anticipatoria di alcuni degli artisti contemporanei internazionali più attivi nell’immaginazione dei mondi che potranno accadere. Sfruttando le potenzialità e l’agilità della piattaforma Twitch, la conversazione condotta da Ludovico Prarsi sull’Arte del futuro – ma anche sul futuro dell’arte – sarà interattiva.

L’arte del futuro: ecco i protagonisti

Adrián Villar Rojas è nato nel 1980 a Rosario, in Argentina, ed è conosciuto per le sue imponenti sculture e installazioni incentrate sui concetti dell’antropocene. Ha esposto in Italia nel 2016, alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, nel 2015 ha partecipato alla Biennale di Istanbul ed è nella rosa dei finalisti dell’edizione 2020 dell’Hugo Boss Prize. Spesso le sue opere vengono distrutte alla fine di ogni mostra e i resti vengono usati per le opere successive.

Philippe Parreno è nato nel 1964 a Orano, in Algeria e attualmente vive e lavora a Parigi. La sua ricerca coinvolge vari media, tra film, installazioni, performance, disegni e testi, per esprimere un’ampia gamma di concetti fondativi della cultura e della storia occidentale, come quelli del tempo e della durata, della narrazione e della rappresentazione. Nel 2013 ha esposto una mostra memorabile al Palais de Tokyo di Parigi, ha partecipato alla 55ma Biennale d’Arte di Venezia e nell’ottobre 2016 ha lavorato alla prestigiosissima commissione per la Turbine Hall della Tate Modern.

Insieme a Philippe Parreno, Pierre Huyghe è considerato uno dei campioni dell’arte contemporanea in Francia. Nato a Parigi nel 1962, nel 2002 ha vinto l’Hugo Boss Prize e ha esposto presso le sedi più prestigiose al mondo, come la Serpentine Gallery di Londra, il Metropolitan Museum di New York e il Centre Pompidou di Parigi. Spesso le sue opere prevedono un tempo di trasformazione e generano un senso di turbamento e di straniamento, come nel caso del progetto presentato per Documenta 13 a Kassel, una misteriosa scenografia allestita in un parco, composta, tra le altre cose, da una scultura con un vero alveare al posto della testa e da un cane bianco con una zampa rosa.

Nato a Roma nel 1980, Gian Maria Tosatti attualmente vive e lavora tra Napoli e New York. Giornalista e con una formazione in ambito teatrale e performativo, la sua ricerca lo ha portato spesso a confrontarsi con le peculiarità dei territori e della aree urbane, realizzando opere site specific e dal forte impatto scenografico. Ha esposto alla Fondazione Volume di Roma, al Museo Villa Croce di Genova, al Madre di Napoli e al Chelsea Art Museum di New York. Tra il 2013 e il 2015 la sua ricerca è stata assorbita dalla realizzazione delle Sette Stagioni dello Spirito, un’opera in sette parti diffusa in vari luoghi della città partenopea.

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