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Legarti: a Ulassai, il progetto internazionale di residenze artistiche, in ricordo di Maria Lai
Progetti e iniziative
Tra le pareti calcaree dei tacchi di Ogliastra, circondato dalle impervie cascate di Lecorci e di Lequarci, è incastonato il comune di Ulassai, gemma dell’entroterra sardo inghiottito dal verde, che gelosamente custodisce la sua cultura millenaria. Il nome del piccolo comune della sub regione barbaricina dell’Ogliastra, famoso per il vino Cannonau, per le tombe dei giganti di Bau e Tuvulu e l’imponente grotta di Su Marmari, si lega indissolubilmente a quello di Maria Lai e alla sua ricerca artistica.
Ora, il Comune di Ulassai torna a celebrare tale legame lanciando Legarti, un programma di residenze artistiche nel segno dell’arte relazionale di cui Maria Lai fu pioniera in Italia. Il piccolo borgo che, nascosto nella natura selvaggia dell’entroterra sardo, è percorso dalle tracce di insediamenti nuragici, si apre ad un progetto che intreccia arte contemporanea, patrimonio naturale e partecipazione sociale.
Finanziato nell’ambito del PNRR M1C3 Turismo e Cultura, Intervento 2.1 “Attrattività dei Borghi” Linea A, Legarti ambisce a creare un percorso di rigenerazione dove l’arte si fa linguaggio collettivo, medium tra passato e presente, snodandosi tra le tracce di una civiltà antica e i nuovi orizzonti dell’arte contemporanea tratteggiati dagli artisti di oggi. Un succedersi di echi dal passato e risposte dal presente tramite un’alternanza che si riflette chiaramente, passando dall’imponenza lapidea dei nuraghi alla costellazione di progetti site specific che campeggiano nella città, ideati per dialogare con la comunità, in un processo creativo che intreccia memoria e visione, arte e vita quotidiana.
Nel solco della lezione lasciata da Maria Lai, il progetto celebra l’arte non come specchio dell’Io dell’artista ma come azione corale, pratica condivisa e strumento attraverso il quale valorizzare il paesaggio e restituire nuovo volto alle città, costrette a dialogare con il presente.
Protagonisti di questo progetto sono oltre dieci artisti e collettivi internazionali provenienti dalla Sardegna, dall’Italia, dall’Europa e da altri contesti extraeuropei che si alterneranno
tra giugno 2025 e la primavera 2026. Fondamentale per la realizzazione e lo sviluppo del progetto è stato il lavoro sinergico di enti di ricerca, università sarde e italiane, musei, cooperative, imprese culturali e aziende del territorio per creare uno spazio di incontro tra saperi scientifici, artigianali ed economici.
L’idea curatoriale di Valentina Anselmi, vincitrice del concorso nazionale promosso dalla Scuola Nazionale Patrimonio Attività Culturali, si articola proprio attorno a questa dialettica tra passato e presente, sottesa dalla stessa scelta del titolo. Legarti evoca un doppio movimento: da una parte esprime l’atto di connettere, unire, intrecciare esperienze e linguaggi; dall’altro, va inteso in senso diacronico come legame duraturo tra arte e territorio, tra chi arriva e chi abita, tra pratiche contemporanee e tradizioni locali.
Un progetto nato dalla volontà del Comune di Ulassai con il quale si impegna nel non facile dialogo tra custodia del patrimonio millenario e idee che fermentano nel contesto artistico contemporaneo. Con questo programma, il cui primo capitolo si è aperto il 12 giugno con lo studio di graphic design FIONDA, si è inteso celebrare un modello di rigenerazione culturale e sociale, a partire dal territorio e dalla comunità che vi abita. Titolo di questa prima residenza è Cartografia dell’imprevisto: lo studio torinese esplorerà il territorio sardo come spazio di ascolto, scoperta e co-creazione, accogliendo l’imprevisto come occasione progettuale. Il lavoro si svilupperà in dialogo con la comunità locale, trasformando segni, simboli collettivi e storie personali in una mappa condivisa e in divenire.

L’iniziativa del comune sardo conferma l’esigenza condivisa e la sensibilità dei suoi abitanti verso l’idea di un’arte corale, dimostrando di non trascurare l’eredità lasciata proprio da Maria Lai e, in particolar modo, da Legarsi alla montagna, considerata la prima opera di arte relazionale in Italia. Tra il 6 e 9 settembre del 1981, il Comune di Ulassai fu attraversato da un nastro di tela azzurra lungo 27 km che si snodò fra le case del borgo, le porte, finestre e terrazze, percorrendo spazi interni ed esterni dando vita alla leggenda della La grotta degli antichi che ispirò il progetto. Dalle fotografie che raccontano quei giorni si vedono bambini correre tenendo il nastro azzurro, uomini e donne collaborare per srotolare rotoli celesti e appenderli presso la propria abitazione. Fu un’opera corale, collettiva, in grado di ritessere i legami tra i cittadini, un’arte frutto del contributo di tutti.
È proprio in questa cornice che si inserisce l’idea curatoriale di Legarti: sulla scia del percorso avviato da Maria Lai, il piccolo comune di Ulassai inaugura un laboratorio artistico tra rigenerazione sociale e progettazione condivisa del futuro.
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Un post condiviso da Legarti – Residenza d’artista a Ulassai (@leg.arti)