09 giugno 2004

David. Missione compiuta

 
Si conclude il restauro del David michelangiolesco. Dopo due anni di lavori e un decennio di ricognizioni e diagnostica il capolavoro torna a risplendere nel sua tribuna. Ma senza accecare, come qualcuno temeva…

di

Nessuno shock visivo nell’ammirare il David di Michelangelo finalmente a restauro finito. Anche se l’emozione improvvisa e quasi violenta sopraffà nel vedere la statua liberata da imbracature e impalcature. Come preannunciato lo scorso 8 marzo, e in pieno rispetto dei tempi, la Direttrice della Galleria dell’Accademia Franca Falletti presenta alla stampa la splendida statua restaurata, di nuovo padrona incontrastata della Tribuna della Galleria.
Il bianco marmoreo non è accecante come si poteva temere. Il David è stato trattato con tutte le cure e con estrema delicatezza ed il restauro, iniziato circa due anni fa, appare invisibile al primo colpo d’occhio. In realtà scorie di gesso e molte macchie sono state rimosse ma con una pulitura estremamente leggera e per niente invasiva. Molte parti, soprattutto la zona del volto, sono state trattate soltanto con tamponi di cotone imbevuti di acqua distillata. In altre l’impacco è stato supportato dalla sola carta giapponese. Il risultato è ottimo e l’illustre monumento si riappropria di tutta la sua gloria. Il restauro ha permesso di ritrovare l’armonia del modellato del capolavoro michelangiolesco e maggiore espressività nei chiaroscuri non più opacizzati dal tempo e dall’inquinamento. Il David di Michelangelo - Dopo il restauro
La naturalezza dell’illuminazione solare che arriva dalla cupola vetrata evidenzia luci e ombreggiature volutamente realizzate dall’artista. Il complesso processo di restauro le ha mantenute intatte anzi le ha evidenziate e valorizzate con l’accurata pulitura eseguita dalla restauratrice Cinzia Parmigoni. L’intervento da lei condotto è stato supportato, analizzato e seguito da una folta equipe di scienziati. Caso esemplare ed irripetibile perché nessun altro capolavoro metterà in campo tanta professionalità e competenza internazionale. Ogni decisione è stata soppesata ed analizzata proprio in virtù dell’importanza mondiale del capolavoro. E se il restauro vero e proprio è iniziato nel settembre del 2002, la fase diagnostica, cioè l’acquisizione dei dati, la loro interpretazione e la messa a punto del metodo di intervento sono state eseguite nell’arco del decennio precedente.
Finalmente il David potrà essere nuovamente festeggiato dai fiorentini e del mondo intero il prossimo 8 settembre, anniversario del giorno in cui venne mostrato per la prima volta alla città. La cerimonia aprirà le celebrazioni del cinquecentenario. Un momento storico di riflessione e approfondimento sull’arte che a novembre raccoglierà alla Galleria dell’Accademia attorno al capolavoro michelangiolesco grandi artisti plastici contemporanei . George Baselitz, Luciano Fabro, Jannis Kunellis, Robert Morris e il fotografo Thomas Struth cercheranno di focalizzare le loro opere sui processi di crisi della forma attraverso cui l’opera plastica ha subito trasformazioni dall’epoca di Michelangelo ad oggi.
Il David di Michelangelo - Dopo il restauroIl 9 giugno 2004 si terrà presso la Galleria dell’Accademia un convegno promosso e curato dal collegio degli ingegneri. Tema: problemi concernenti la stabilità del David.

articoli correlati
Il restauro

daniela cresti
visita del 24 maggio 2004


Comunicazioni e relazioni esterne:
Patrizia Asproni
Tel. 055.5062306
e-mail. p.asproni@giunti.it
Ufficio stampa:
Mara Vitali Comunicazioni-Lucia Crespi
Tel. 02.73950962- 02. 70108230
e-mail: arte@mavico.it

[exibart]

6 Commenti

  1. Che palle, io la butterei nel cesso questa bruttura, e la macelleria nella basilica di S. Pietro a roma la coprirei con una mano di sobrio bianco ghiaccio. Il david fa schifo, ma quale opera d’arte. Sui prigioni si può discutere ma il david … è brutto..

  2. Va bene che tutte le opinioni hanno diritto di esistere, ma asserire che il david è una bruttura vuol dire abusare di tale diritto.
    Il problema è che ad alcune persone hanno insegnato a parlare, ma non a tacere.

  3. Volevo segnalare a beppe che, viste le dimensioni, buttarlo nel cesso potrebbe comportare conseguenze perlomeno spiacevoli. Temo che anche triturandolo perbenino la cosa sarebbe quantomeno problematica. Come soluzione alternativa, si potrebbe pensare di venderlo ai turisti giapponesi frazionato in parti facilmente trasportabili (per via del viaggio aereo), magari coinvolgendo il Minstro Tremonti, con effetti sicuramente positivi per la bilancia dei pagamenti. Un’altra soluzione potrebbe essere quella di venderlo a qualche organizzazione (ancora giapponese) che potrebbe piazzarlo in qualche centro commerciale a osaka o a tokio. In generale vorrei dire che certe opere quasi divinizzate dalle lodi sperticate di generazioni e generazioni di critici non vanno considerate “belle” a priori e che un po’ di spirito critico e ironia in certi casi non guastano. Mi associo anche nel considerare “brutto” il giudizio universale nella cappella Sistina, specialmente dopo il restauro. Saluti

  4. Vorrei chiedere cortesemente ai “newsSgarbi” che definiscono un opera d’arte “brutta” qual’ è il loro criterio di giudizio e quali competenze hanno……
    “per una specie di fatalità,le cose di cui più si parla tra gli uomini sonno assai spesso quelle che meno si conoscono”.

  5. beh… noto che c’è chi è stato patentato per dire scemenze come in questo caso, il signor beppe, e chi invece se avesse fatto tali osservazioni, lo avrebbero, come minimo, linciato collettivamente. Evidentemente anche gli altri pensano che Michelangelo sia una bruttura o che il signor vedibeppeepuoimuori.com sia un genio in terra ha…ha… peccato che nel link, che ha messo al sito, ci sia un singhiozzo.

  6. sprecare energie e inutile, da sempre l’idiozia prevale sulle cose più semplici anche il mondo del restauro non è esente da errori, un lavoro dove l’intelligenza è cosa molto rara. Il David di Michelagnolo per secoli è rimasto esposto alle intemperie, una pietra calcarea interagisce con l’ecosistema per osmosi, possiamo prendere una lastrina di marmo, di colore bianco proviamo ad immergerla nel più schifoso cambio olio del nostro motore . Ci si può rendere partecipi nell’osservare una situazione che potrebbe essere insolita, la lastrina di marmo non si è macchiata. Dunque le particelle carboniose penetrano nel reticolo cristallino a livello ionico. Per farle uscire senza farle detonare devono ritornare allo stato iniziale sotto forma di gas. L’acqua bidistliiata non serve a nulla.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui