19 aprile 2000

L’antico splendore della Sala delle Udienze

 
FIRENZE 19/04/2000

Gli antichi affreschi di Francesco Salviati nella Sala delle Udienze in Palazzo Vecchio sono stati finalmete restaurati. La superficie affrescata aveva subito notevoli danni dopo la drammatica esplosione di Via De’ Georgofili del 1993.

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Gli affreschi celebravano il trionfo personale del Duca, le sue doti guerriere e diplomatiche attraverso le storie del generale romano Furio Camillo, considerato il salvatore e il nuovo fondatore di Roma.

Il paragone con l’eroe dell’antica repubblica romana era un mezzo efficace per celebrare Cosimo e innalzarlo a novello eroe; una specie di campione della libertà del popolo fiorentino che si erge contro i tentativi di impossessarsi della città messi in piedi dei sovrani stranieri.
La Sala delle Udienze fu ricavata nel 1470 da Benedetto da Maiano dividendo la Sala Grande, sopra la Sala del Consiglio, in due ambienti mediante la costruzione di un muro in falso. Il tutto per non turbare, come ci spiega il Vasari nelle sue Storie fiorentine, il delicato equilibrio fra le strutture architettoniche e le illustrazioni delle gesta degli eroi e condottieri romani.

Il restauro degli affreschi ha avuto inizio fra il 1995 e il 1997 sulla parete confinante con la Sala dei Gigli, proprio quella parete innalzata in falso, che per le sue peculiari caratteristiche strutturali era rimasta danneggiata dall’esplosione di Via de’ Georgofili e dai relativi movimenti di assestamento.
Sala delle Udienze
Ai problemi di scollamento dell’intonaco pittorico dal supporto murario si sommavano i problemi inerenti alla consistenza della stesura pittorica.Infatti alcune scene del ciclo realizzato dal Salviati presentavano un ripasso a tempera probabilmente effettuato nell’ottocento con l’intento, probabilmente, di nascondere il degrado della superficie pittorica, che all’epoca sembrava intrattabile.

E’ stata così effettuata un’operazione di preconsolidamento della pellicola pittorica prima di procedere alla ripulitura definitiva per arrivare alla reitegrazione dell’intonaco.

La superficie è stata, quindi, consolidata tramite una malta di calce e leganti strettamente compatibili con la materia originale dell’affresco, per non creare contrazioni diverse e quindi tensioni contrastanti.

Il restauro pittorico è stato conseguito con metodologie reversibili e differenziate riuscendo ad eliminare l’impatto negativo delle mancanze.

[exibart]

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