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fino al 14.IX.2003 Il Palazzo delle libertà Siena, Palazzo delle Papesse
siena
Chi prende spunto dalla storia costruttiva del museo, chi dalla guerra, chi dei sentimenti di coppia. Senza limiti creativi trenta giovani artisti si cimentano con il limite dello spazio architettonico. E un contenitore d’arte diventa contenuto…
Al Centro d’arte contemporanea del Palazzo delle Papesse, molti artisti, sia italiani che stranieri, sono stati chiamati ad elaborare per un nuovo ciclo espositivo progetti d’arte che tenessero conto del luogo degli interventi. I numerosi esperimenti applicati con successo all’area del Caveau (utilizzato dal giorno dell’inaugurazione da Isabella Bordoni), sono stati questa volta allargati a tutta la superficie del museo.
Una grande Babilonia dell’arte ha preso vita dalle mura del palazzo. Un canto corale, nato dalla netta distinzione di ogni voce sola, ha permesso ad ogni piccolo spazio della struttura senese -coinvolgendo persino quelle aree e quegli angoli che normalmente non sono adibite a museo- di poter essere scoperte ed interpretate.
A tutti è stato permesso di potersi esprimere, democraticamente ed indipendentemente dal lavoro dell’uno e dell’altro artista, senza alcuna continuità critico-espositiva, se non quella di usufruire e sfruttare liberamente gli spazi concessi. Con qualsiasi mezzo, sia esso poesia, musica, video, scultura o fotografia gli artisti hanno dato vita ad una visione personale di un luogo preciso all’interno del palazzo assegnato loro dai curatori. Il continuo districarsi da un ambiente ad un altro ha creato poi, involontariamente, una linea espressiva comune dove il limite architettonico è stato il punto di partenza di tutti gli artisti.
Il limite costruttivo delle Papesse, infatti, è stato facilmente superato dalla voglia reinterpretativa degli spazi. Ne sono venute fuori tensioni e tante piccole nicchie creative come quella realizzata da Sistemi Dinamici altamente instabili con Gamescape #2, o da Felix Schramm che ha dato vita ad un ambiente catastrofico in piccole proporzioni all’interno del quale un languido video racconta la storia di un amore lesbico, o quello di tipo storico lasciato da Aldo Nove con il Progetto per il palazzo delle Papesse, per continuare con il bambolone gonfiabile posto all’ingresso del piano nobile da Max Streicher dal nome pacifista di Innocents (as in Massacre of Innocents) , fino ad arrivare alle ironiche mosche antropomorfe dalla fisionomia inconfondibile di Bush junior, Berlusconi, Stalin e Mussolini realizzate da Lorenzo Pizzanelli non dimenticando le gigantografie di Siena create dalla macchina fotografica di Daniel Blaufuks.
Stupisce per la lucidità lo spazio Transumante di Giovanni Lindo Ferretti che, accanto alla sua attività di musicista, propone a Siena quella di artista mettendo in scena una tenda nomade dalla colte citazioni cirstiano-giudaiche.
Il gioco di reinventare spazi e porzioni di spazio all’interno di un luogo ben definito coinvolge anche la corte del palazzo, dove un grande telone nero ospita la prima uscita di lavagna il nuovo filone espositivo inaugurato da una installazione (una stampa enormemente ingrandita della famosa matita Staedler opportunamente modificata) di Francesco Carone. E dopo un anno ruota anche l’artista invitato per il progetto bookshoop, rivisto e corretto dopo Leni Hoffmann da Luca Pancrazi. L’operazione consiste non tanto nel proporre un ambiente architettonicamente diverso, piuttosto quello di dare stimoli nuovi ai visitatori e ai lettori fornendo gli scaffali di libri scelti e selezionati da venti artisti diversi. Per il migliore dei bookshop possibili…
alessandra marzuoli
mostra visitata il 20 giugno 2003
Il Palazzo delle libertà
Siena, Palazzo delle Papesse, Centro di Arte Contemporanea
Via di Città, 126
53100 Siena
(Centro Storico)
dal 20.VI.2003 al 14.IX.2003
Catalogo: Gli Ori, Prato
Ingresso:
Intero 5,00 euro
Ridotto 3,50 euro
Orari di apertura:
12.00-19.00
Chiuso il lunedì
Per informazioni: tel. + 39 0577 22071, fax + 39 0577 42039, www.papesse.org
[exibart]
vergogna. la mostra più brutta del secolo