09 febbraio 2006

resoconto Netmage 06 Bologna, Palazzo Re Enzo

 
Appuntamento fisso nel periodo fieristico. Promotore e produttore della più avanzata ricerca nel settore. Nomi di fama indiscussa ed esperimenti in via di codifica. E il salto definivo nel panorama internazionale...

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Netmage, appuntamento annuale dedicato alle esperienze creative nel campo dei nuovi media elettronici, si istituzionalizza. E da evento dedicato alle sperimentazioni di confine per un pubblico di nicchia, si trasforma in una manifestazione che coniuga l’amplificazione percettiva al grande successo di pubblico.
La prima nota va alla cornice spaziale: Palazzo Re Enzo. Senza soffermarci sullo straniante accostamento tra antico e moderno, non si può trascurare l’innegabile fascino che emana da un ambiente così caratterizzato: dalle pareti ai pavimenti, dai lampadari agli ornamenti. La Sala del Podestà, il Live Media Floor, è il palcoscenico principale, che ha ospitato le manipolazioni mediali della sera e i dance floor notturni, puntando i riflettori sulle due, tanto attese, guest star.
In un percorso tematico, più che cronologico, si affiancano esperienze tra loro distanti, anche se unite da uno stretto legame. La base, neanche a dirlo, è il tanto cercato matrimonio, più o meno armonico, di immagine e suono.
Il viaggio ha inizio proprio all’interno del più diffuso mezzo di locomozione dei nostri giorni: l’automobile. E’ un abitacolo, completamente immerso nelle spazzole di un autolavaggio, che dà il via ai giochi. Katerina Liberoskaja costruisce un viaggio onirico che ha come comune denominatore l’acqua, con la sua flessibilità, e che si accompagna ai fruscii sintetici delle melodie di o.blaaat.
Il paesaggio riapproda nel reale, diventa sfuggente, troppo veloce per essere messo a fuoco, continua a ripetersi pur sembrando sempre diverso. E’ il Reactive Landscape creato da Avatam, che si pone agli antipodi del piano sequenza, in accordo con replicanti e casuali strutture sonore del duo Molair.
Sinistri++/Andy Simionato e Karen Ann Donnachie
Un susseguirsi di smaterializzazione e materializzazione è ciò che viene applicato da Claudio Sinatti all’immagine. Essa, dapprima si sfalda mostrando la sua composizione, per poi dimostrarsi oggetto fisico e tridimensionale esplorabile a 360°.
Il linguaggio figurativo non viene comunque abbandonato, anzi si scopre, a volte, portatore di un quid formativo. Il progetto che maggiormante lo incarna è quello che va dalla realizzazione del sito internet per questa stagione fino alla dimensione live.
Andrea Dojmi e i Port-Royal (una delle produzioni speciali) forniscono l’insieme educativo di diapositive digitali a scorrimento su un letto sonoro ondoso ed avvolgente. La pratica del live si amplia, tocca tutte le altre fagocitandole e ri-mediandole. Clamoroso l’esempio del ritratto, che nelle intenzioni degli Zimmerfrei viene animato, liberandolo dalla sua tradizionale fissità fotografica.
Con questi ultimi si passa all’Energie Floor, sede della sezione Performative Environments e delle installazioni fisse, che si configura come limbo contenitore dei casi in bilico sui labili confini delle categorie di definizione. Ad essa appartengono tanto lo stereotipo del concerto incautamente ricreato dagli With Love di Nico Vascellari, quanto la simulazione della dimensione concertuale nella tripla proiezione di Carola Spadoni, plauso a scena aperta per alcune inquadrature di Zabriski Point sull’agitata musica degli Zu.
Non è però sempre possibile che il mix sia equipollente, equidistante da audio e video. I Sinistri++ infatti rischiano di prevalere con il live noise sulle schermate alle loro spalle, anche se queste sono di notevole fascino e includono un progetto artistico (come l’opera di Antonio Riello collegata alla pubblica operazione viennese). Lo stesso accade quando sul palco sale Arto Linsday. I suoni graffianti e cacofonici della sua chitarra, le emanazioni melanconiche delle sue corde vocali hanno la meglio sul pregevole ma compassato montaggio di Dominique Gonzales Foerster.
Forse allora potrebbe essere meglio non dividere i compiti e far produrre, allo stesso autore, l’una e l’altra cosa. Per questo sale in cattedra l’ormai maestro Carsten Nicolai, preceduto dal found footage di Ministry of Defiance, che animando progressivamente geometrie video e sonore, scandisce simultaneamente poligoni di perfezione aristotelica sullo schermo e incalzanti vibrazioni di suoni puri nell’aere circostante.
Carsten Nicolai, Live media 2006
Oltre i limiti consentiti dalla canonica estesia si spinge Feed. Kurt Hentsclager, membro dei Granular Syntesis, produce, per chi riesce a sostenerlo, uno straordinario caleidoscopio retinico, ingannando l’organo più fedele di percezione del reale con un connubio di fumo e intermittenze stroboscopiche. La persistenza del colore all’interno dello schermo ottico, investito da una luce abbagliante, è anche la matrice della proiezione installativa di Simone Tosca.
La pratica applicata alla tecnologia da una parte, dunque, e lo spazio dedicato al confronto teorico durante i forum pomeridiani dall’altra, più incentrati sulle questioni organizzativo-amministrative, nonché di committenza. Il tutto presentato con rigore e serietà, tanto da far dimenticare, per una volta, il connaturato senso di inferiorità che le manifestazioni italiane di questo tipo soffrono nei confronti del panorama straniero.

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claudio musso


NETMAGE 06 – creative and innovative images on art, media, communication
festival internazionale – 6a edizione – 26-28 gennaio 2006
Palazzo Re Enzo, Piazza Nettuno, Bologna
per informazioni: c/o Raum Via Ca’ Selvatica 4/d Bologna – tel 335.5727161 tel 051.331099 pressoff@xing.it
www.netmage.it  – www.xing.it


[exibart]

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