23 novembre 2020

Pace Gallery si espande a Londra con una nuova sede a Mayfair

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Tra Brexit e Covid-19, Pace Gallery conferma i suoi grandi progetti per Londra e presenta la nuova mega sede di Hanover Street, nel cuore di Mayfair

Render nuova sede di Pace Gallery a Londra
Rendering: sezione trasversale da Hanover Street. © Jamie Fobert Architects

Il momento migliore per arrivare è quando tutti se ne vanno? Sembrano pensarla così da Pace Gallery, che annuncia l’apertura di uno nuovo spazio a Londra, ad Hanover Street, nell’autunno del 2021, nell’ambito di un nuovo, intensivo programma espositivo da sviluppare nella capitale dell’arte contemporanea europea. Che, negli ultimi tempi, tra le incertezze fiscali della Brexit e una gestione altalenante del Covid-19, sembrava dover perdere lo scettro. A contenderselo, Parigi, per un romantico ritorno al passato, e Berlino, per un ambizioso balzo in avanti. Ma evidentemente Londra è ancora in grado di esercitare la sua attrattiva e, anche se le fiere sono saltate causa pandemia, rimangono pur sempre le aste a mantenere saldo il contatto con flusso della finanza.

La nuova sede di Pace Gallery a Londra si svilupperà nei pressi di Hanover Square, nel quartiere di Mayfair, storica zona residenziale legata all’aristocrazia Tory, in cui rimangono anche diverse residenze d’epoca, oggi quasi completamente riconvertite in uffici. Nella stessa zona si trovano anche altre importanti gallerie e diverse case d’asta internazionali. Come ciclicamente accade ai quartieri di Londra, Hanover Square è in fase di grande rinnovamento: tra i nuovi progetti, il nuovo hotel Mandarin Oriental, una nuova stazione di interscambio che collegherà il centro di Londra all’aeroporto di Heathrow, e un giardino bio-diversificato.

A occuparsi della progettazione della nuova galleria, lo studio Jamie Fobert Architects, che nella Londra che sale ha in cantiere anche i lavori di ristrutturazione della National Portrait Gallery e che per Pace ha già realizzato il primo spazio di Londra, aperto nel 2011 a Lexington Street, prima di trasferirsi nella sua attuale sede al 6 di Burlington Gardens, all’interno del leggendario edificio della Royal Academy – affascinante ma certamente più vincolante – che, dopo l’estate 2021, chiuderà le porte.

Per questa nuova commissione, Fobert ha trasformato completamente l’architettura interna dell’edificio esistente, per adattarla alle esigenze flessibili di una mega galleria, come appunto Pace, che solo l’anno scorso inaugurava la nuova mega sede di New York, una portaerei nel cuore di Chelsea. Senza contare le sedi di Ginevra, New York (due), Palo Alto in California, Hong Kong e Seoul.

La ristrutturazione prevedrà due eleganti gallerie al primo piano, mentre nel piano seminterrato troverà posto un’ulteriore spazio aperto al pubblico di più di 300 metri quadrati. Il seminterrato e il livello di ingresso saranno collegati da una scala in acciaio nero, dando l’impressione di uno spazio completamente integrato. Il nuovo layout modulare consentirà la realizzazione di esposizioni dinamiche, per ospitare opere di varie dimensioni, fino alle installazioni ambientali. Lo spazio sarà riconfigurato in modo da includere anche due sale per le visite private.

D’altra parte, la galleria non ha mostrato segni di paura nemmeno in questo 2020 così drammatico, affrontato anche in maniera creativa: poche settimane fa, è stato inaugurato con una mostra di James Turrell la nuova “pop-up gallery” di Palm Beach, in Florida, uno spazio stagionale, aperto solo per i prossimi mesi e con esposizioni di grande impatto. «Questo è un momento significativo e difficile della storia che richiede cambiamenti fondamentali nel modo in cui facciamo affari e affrontiamo le relazioni con i collezionisti. Dobbiamo correre dei rischi, essere creativi e mantenere alto il coinvolgimento del nostro pubblico», ci raccontava pochi mesi fa Samanthe Rubell, Senior Director di Pace e responsabile delle vendite online della galleria.

Durante gli anni di permanenza a Londra, Pace Gallery ha fatto sentire l’importanza del suo peso specifico, con mostre, tra gli altri, di artisti come Adam Pendleton, Robert Irwin, James Turrell, Lee Ufan, Louise Nevelson, Jean Dubuffet, Loie Hollowell, Song Dong, Jo Baer, ​​Mary Corse e Agnes Martin. Negli ultimi mesi, sono entrati nella sua scuderia personalità del calibro di Sonia Gomes, Torkwase Dyson, Beatriz Milhazes e Trevor Paglen, recentemente protagonista di una mostra alle OGR di Torino, oltre che autore dell’immagine di copertina dell’ultimo exibart onpaper, il 110.

Per questo che si annuncia essere un nuovo ciclo, Pace amplierà la sua piattaforma di relazioni per interagire con più artisti europei e con operazioni ad ampio raggio, come il nuovo programma di Pace Live.

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