20 marzo 2021

Premio di Scultura Gabbioneta: il bando della sesta edizione

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Fino al 15 maggio sono aperte le candidature alla sesta edizione del Premio internazionale di Scultura Gabbioneta rivolto ad artisti under 40. I progetti dovranno contenere un pezzo meccanico prodotto dall'azienda Trillium Pumps Italy - Gabbioneta Pumps, promotrice del Concorso

Davide Tagliabue, Pneuma (part.), 2020, ph Andrea Moro

La Trillium Pumps Italy – Gabbioneta Pumps ha diffuso il bando della sesta edizione del Premio di Scultura Gabbioneta, a cura di Angela Madesani, realizzato in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera e l’Accademia di Belle Arti di Carrara, con i patrocini della Regione Lombardia e del Comune di Milano.

«Il Premio, ideato da Giovanna Sereni, responsabile delle Risorse Umane, – ha spiegato l’azienda – ha la particolarità di vincolare gli artisti all’inserimento nell’opera di un pezzo meccanico (in originale) prodotto dalla Gabbioneta. Tale condizione si è dimostrata negli anni elemento di forte stimolo per i partecipanti e lo dimostrano le 200 proposte plastiche di artisti italiani e stranieri arrivate».  

«Il Premio giunto alla sesta edizione anno continuerà negli anni a venire: «il nostro desiderio, infatti, è quello di poter dar vita a una collezione», ha dichiarato Paolo Macchi, Amministratore delegato dell’azienda, in occasione dell’inaugurazione dell’opera Pneuma di Davide Tagliabue a settembre 2020».

«L’azienda nonostante la pandemia ha deciso all’unanimità di confermare il Premio, per dare un segnale di continuità ai propri dipendenti e alle comunità locali in un momento particolarmente difficile. La Gabbioneta ritiene inoltre che il mondo oggi più di prima abbia bisogno di bellezza, arte e cultura», ha aggiunto l’azienda.

La sesta edizione

Il Premio di Scultura Gabbioneta è aperto ad artisti che non avranno compiuto 40 anni al 31 dicembre 2021 e il termine ultimo per la consegna dei progetti è il 15 maggio 2021.           

La giuria è composta da Maria Fratelli, Dirigente Progetti Speciali Comune di Milano e Direttore Museo Francesco Messina, Angela Madesani, curatrice del Premio e storica dell’arte, Nada Pivetta, docente di Scultura, Accademia di Belle Arti di Brera, Milano, Roberto Rocchi, docente di Scultura, Accademia di Belle Arti di Carrara, Giovanna Sereni, HR Director – Trillium Pumps Italy – Gabbioneta Pumps, Giorgio Tomasi, architetto.

Tutti i progetti saranno esposti come, ogni anno, tra maggio e giugno a Milano e in seguito nella sede dell’Azienda a Nova Milanese.
Nelle scorse edizioni le mostre si sono tenute all’Ex Chiesta di San Carpoforo (Accademia di Brera) e allo Studio Museo Francesco Messina (Comune di Milano).

Potete trovare il bando sul sito dell’Accademia di Belle Arti di Brera e sulle pagine Facebook e Linkedin del Premio (@premiodisculturagabbioneta).

Foto realizzata da Bernadette Pedote, esposta nelle mostre fotografiche di Silvia Gazzola, Alberto Messina, Bernadette Pedote, Luca Rotondo con immagini della vecchia sede dell’azienda a Sesto San Giovanni e di quella nuova a Nova Milanese.

Gabbioneta Pumps e le opere in esposizione permanente

Gabbioneta Pumps è una storica società italiana, fondata nel 1897 e entrata due anni fa entrata nel Gruppo Trillium Pumps Italy e tra i valori aziendali riserva una particolare attenzione alla qualità della vita dei suoi dipendenti, ha spiegato alla stampa. 

«L’idea di organizzare il concorso è nata nel 2016 in occasione del suo trasferimento dalla sede storica di Sesto San Giovanni, ricca di testimonianze della sua lunga attività, in una nuova più grande a Nova Milanese, a pochi chilometri dal capoluogo lombardo, con l’intento di non perdere quella storia e quella identità i cui segni erano ben visibili nel vecchio stabilimento», ha aggiunto l’azienda.

In quest’ottica la opere vincitrici delle precedenti edizioni sono allestite in modo permanente e l’azienda organizza visite su appuntamento. Insieme all’ultima opera entrata in collezione, Pneuma di Davide Tagliabue, sono esposte Beholder in pietra di Fossena (2016) di Daniele Nitti Sotres; Fusione in argille refrattarie e grafite, plexiglass e specchio (2017) di Estelle Casali e Emanuela Perpignano; Supported in mdf nero (2018) di Giuseppe Buffoli.

Il percorso espositivo prosegue con le mostre fotografiche di Silvia Gazzola, Alberto Messina, Bernadette Pedote, Luca Rotondo con immagini della vecchia sede dell’azienda a Sesto San Giovanni e di quella nuova a Nova Milanese.

Per informazioni sulle visite e prenotazioni è possibile rivolgersi al numero telefonico 0362 17331.

Le opere vincitrici delle precedenti edizioni

Con le parole dell’azienda ripercorriamo le cinque edizioni del Premio di Scultura Gabbioneta attraverso le opere vincitrici:

Daniele Nitti Sotres, Beholder, 2016

«La scultura vincitrice della prima edizione del Premio nel 2016, Beholder in pietra di fossena di Daniele Nitti Sotres, accoglie gli ospiti all’ingresso della Gabbioneta, vicino alla reception. L’autore ha voluto realizzare una sorta di stele dove il pezzo meccanico, una Girante in acciaio inox, è sospeso ad altezza “uomo” in modo che possa essere visto “faccia a faccia” dal fruitore. La scultura diviene protagonista dello spazio (presenza che osserva) e strumento per i fruitori (una sorta di cannocchiale monoculare, tramite il quale osservare)». 

Daniele Nitti Sotres, Beholder, 2016
Estelle Casali e Emanuela Perpignano, Fusione, 2017

«Nel 2017 l’opera Fusione, di Estelle Casali e Emanuela Perpignano, è stata posizionata nel vano scala del primo piano. La materia plasmata a quattro mani di argilla refrattaria è appoggiata su una struttura di plexiglass e sospesa a circa 30 cm da una base specchiante che riflette ciò che in genere non è dato vedere. Essa rappresenta il corpo perforato del sottosuolo, sotto forma di lava o petrolio, dopo essere passato attraverso il pezzo meccanico Coke cruscher».

Estelle Casali e Emanuela Perpignano, Fusione, 2017, Photo Alberto Messina
Giuseppe BuffoliSupported, 2018

«Giuseppe Buffoli ha vinto la terza edizione nel 2018 con l’opera Supported collocata al secondo piano dell’azienda, tra la scala e la balaustra. La scultura, realizzata in MDF nero, sfrutta le caratteristiche del pezzo meccanico Albero, un elemento che normalmente ruota e che permette di far ruotare le altre parti. Posto al centro dell’opera esso diventa fulcro su cui si regge l’intera struttura. La semplicità della sua forma nasconde la complessità dell’equilibrio».

Giuseppe Buffoli, Supported, 2018
Ismaele Nones, Conversazioni, 2019

«Nel 2019 l’opera Conversazioni di Ismaele Nones è stata collocata alla fine di un tunnel utilizzato per allestire mostre di fotografie di giovani artisti, che hanno per tema l’azienda. Per realizzarla Nones ha voluto accostare il legno (materiale a lui caro) al pezzo meccanico in ghisa chiamato Corpo Pompa, dal peso di 17 Kg, utilizzato per contenere la girante di pompe da estrazione.  L’assemblaggio delle parti viene assicurato dalla tensione e compressione ottenuta dai morsetti, simbolo della volontà di unire i due mondi, arte e impresa, per creare qualcosa di nuovo, più complesso ed equilibrato.

Le fotografie attualmente esposte in questa parte dell’azienda sono di Silvia Gazzola, Alberto Messina, Bernadette Pedote, Luca Rotondo e ritraggono la vecchia sede a Sesto San Giovanni. L’ultima parte della galleria invece è stata decorata recentemente dai figli dei dipendenti in occasione di una delle molte iniziative che la società, molto attenta al welfare aziendale, ha organizzato». 

Ismaele Nones, Premio Gabbioneta, 2019
Davide Tagliabue, Pneuma, 2020

«Nel 2020 Pnuma di Davide Tagliabue è stata collocata nella zona direzionale dell’azienda. L’opera si interroga sul dualismo ‘Uomo-Natura’ ed è stata realizzata utilizzando un albero tra quelli caduti durante la tempesta Vaia del 2018, presso i boschi di Mezzaselva di Roana in provincia di Vicenza.  Il pezzo meccanico incorporato nell’opera è una Ventola utilizzata nelle pompe estrattive realizzate dalla Gabbioneta, per la dissipare il calore. “L’era che stiamo attraversando – sostiene l’artista – crea spesso contraddizioni nel rapporto tra l’essere umano e la natura. I recenti avvenimenti ci hanno portato a percepire il mondo naturale come qualcosa di avverso, a causa della nostra azione scellerata nei suoi confronti. Ma se noi rifuggiamo da questo modo di pensare noteremo che un’azione umana ragionata può invece portarci ad agire in simbiosi con l’elemento naturale”».

Davide Tagliabue, Pneuma, ph Luca Saviano

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