27 ottobre 2021

Restituzioni: la brocca turca del Victoria & Albert e i bronzi del Benin

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Passi in avanti nel processo di restituzione di opere d’arte e manufatti saccheggiati: la brocca d’oro del Victoria & Albert di Londra torna alla Turchia, mentre il Governo tedesco firma un accordo con la Nigeria per i Bronzi del Benin

Brocca d'oro anatolica. THE ROSALINDE AND ARTHUR GILBERT COLLECTION

Se il British Museum continua a fare muro sulla restituzione dei Marmi del Partenone alla Grecia, altri musei in Gran Bretagna si mostrano più aperti: è il caso del Victoria & Albert di Londra, che ha restituito alla Turchia un’antica brocca d’oro dell’Anatolia. Risalente a più di 4mila anni fa, gli esperti ritengono che il manufatto sia stato realizzato come dono funerario.

La brocca è entrata nella collezione del museo nell’ambito di un lascito di Arthur Gilbert, suo precedente proprietario. Nel 1989, il collezionista britannico e imprenditore immobiliare la acquistò per circa 250mila dollari dal commerciante di Los Angeles Bruce McNall, salito recentemente agli onori della cronaca giudiziaria per commercio illegale di antichità.

La collezione Gilbert, che comprende circa 1200 opere d’arte decorativa, mosaici, manufatti in argento e oro, fu esposta per la prima volta alla Somerset House di Londra nel 2000. Otto anni dopo, il fondo del collezionista ha disposto il prestito a lungo termine del gruppo di opere al Victoria & Albert, dove la maggior parte delle opere sono esposte in un’omonima galleria. La brocca, che rappresenta un unicum della collezione Gilbert, era conservata nel deposito del museo e non era stata esposta.

Jacques Schuhmacher, esperto nominato dal Gilbert Trust nel 2018 per esaminare la conformità della collezione agli standard di restituzione, ha scoperto di recente ulteriori dettagli sulla proprietà della brocca. Attraverso ulteriori ricerche, ha appreso che McNall aveva venduto illegalmente antichità saccheggiate. Schuhmacher ha dichiarato ad Art Newspaper che i dettagli relativi alle modalità attraverso cui la brocca ha lasciato la Turchia sono ancora sconosciuti ma, con ogni probabilità, sia stata saccheggiata negli anni ’80. Secondo l’esperto, non esiste alcuna licenza di esportazione o registrazione dell’origine della brocca.

Lo storico della provenienza del manufatto è disseminato di figure che, negli ultimi decenni, sono state coinvolte nel commercio illecito di antichità. McNall avrebbe ottenuto la brocca dal restauratore d’arte di Zurigo Fritz Bürki, a sua volta è collegato al trafficante di antichità Giacomo Medici.

In conformità con gli standard del governo britannico sulla lotta al commercio illecito di antichità per i musei, il V&A ha restituito la brocca al Gilbert Trust. Le linee guida, stabilite nel 2005, impongono che i musei del Regno Unito debbano rifiutare oggetti di provenienza sospetta, «Dopo aver intrapreso la due diligence». Per la restituzione della brocca, il Gilbert Trust e il V&A hanno lavorato insieme al Ministero della Cultura della Turchia. Il manufatto sarà esposto al Museo delle Civiltà Anatoliche di Ankara come parte della collezione permanente.

L’accordo tra Germania e Nigeria per i Bronzi del Benin

Il governo tedesco e la Commissione nazionale nigeriana per i musei e i monumenti hanno firmato un memorandum d’intesa che stabilisce un calendario per la restituzione dei manufatti trafugati dal palazzo reale del Benin in un raid militare britannico nel 1897. L’accordo apre la strada a un contratto formale da firmare entro la fine dell’anno e prevede il trasferimento della proprietà di circa 1.100 bronzi del Benin, dai musei tedeschi alla Nigeria, nel secondo trimestre del prossimo anno.

Il Museo Etnologico di Berlino ha la più grande collezione di bronzi del Benin in Europa, dopo il British Museum. Dei circa 520 oggetti provenienti dal regno del Benin presenti nella collezione, circa 440 sono riconducibili all’incursione britannica. Inoltre, già nel marzo del 2021, il nuovo Humboldt Forum di Berlino aveva disposto la restituzione dei suoi Bronzi.

Una placca a rilievo raffigurante un re e quattro servitori, nella collezione del Museo Etnologico di Berlino. Foto: © Staatliche Museen zu Berlin, Ethnologisches Museum / Claudia Obrocki

«Con questo accordo, abbiamo compiuto il prossimo passo importante», ha affermato Andreas Görgen, responsabile dell’Assessorato alla Cultura del Ministero degli Esteri tedesco. «Al di là della questione delle restituzioni, stiamo plasmando il futuro delle relazioni di politica culturale con la Nigeria». Il protocollo d’intesa prevede anche un accordo per progetti congiunti nel campo dell’archeologia, dell’istruzione e delle infrastrutture museali. La Germania ha accettato di contribuire alla costruzione di un nuovo museo per ospitare i bronzi del Benin vicino al palazzo reale di Benin City, l’Edo Museum of West African Art.

Anche dopo il trasferimento della proprietà, alcuni bronzi rimarranno in Germania per volere del governo nigeriano, ha spiegato Görgen, che ha firmato il memorandum ad Abuja per conto del governo tedesco. Altri oggetti verranno spediti in Nigeria non appena sarà completato lo spazio per ospitarli. Un padiglione progettato da David Adjaye servirà da casa temporanea fino alla costruzione dell’Edo Museum of West African Art.

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