08 agosto 2022

exibart prize e le geometrie di Igor Grigoletto

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Lo studio della linea, sotto ogni sua forma nasce dalla ricerca di segni, “lettere”che fuoriescono dalle superfici grazie ad incroci di linee sottostanti, non visibili ma presenti. Le opere sembrano un susseguirsi di scritture senza fine, che non obbediscono, apparentemente, a codici ma di una libera estetica.

Igor Grigoletto

 

  1. Qual è stato il tuo percorso artistico?
Igor Grigoletto nasce a Sanremo nel 1972 dopo essersi diplomato all’istituto d’arte di Imperia nella sezione di decorazione pittorica , decide di proseguire gli studi frequentando l’accademia Albertina di Torino sezione di pittura. Collabora con compagnie teatrali dove progetta e realizza fondali scenici all’interno del teatro ARISTON di Sanremo.
Frequenta un corso privato di lavorazione TIFFANY del vetro e di qui inizia la sua attività artigianale.
Il richiamo della tela e dei colori , lo riportano sui vecchi passi così nel 2018 riprende a produrre quadri che lo portano ad un crescendo di opere.
Dopo aver lavorato su vari supporti come sacchi di yuta, fiscoli o sportine , reti metalliche e sculture in metallo , è ritornato alla materiache più conosce e lavora …il vetro.
  1. Quali sono gli elementi principali del tuo lavoro?
Tutto scaturisce dalla continua e incessante ricerca del mezzo più espressivo per descrivere o narrare un legame: a ogni segno viene associato un ricordo, molte volte si possono vedere le cuciture originali dei sacchi di juta, cuciture salde, solide, durature che chiudevano e racchiudevano in sé vecchi lembi di tela dalle quali non doveva perdersi nulla della fatica dell’uomo che questi contenevano. Così i miei segni racchiudono e legano le antiche gesta dei miei avi.
L’elemento figurativo è stato, all’interno della mia produzione artistica, solo un passaggio. Il processo evolutivo della ricerca ha inevitabilmente portato ad abbandonare sia i supporti che le tecniche più tradizionali in favore di un approccio rivolto a nuovi linguaggi, tanto su supporti in 2D quanto in 3D. Le classiche tecniche accademiche non mi hanno mai permesso di esprimermi al meglio, le ho sempre trovate troppo decorative a dispetto di una comunicazione che sarebbe dovuta essere, per me, più diretta. Le tecniche che utilizzo sono molto veloci, hanno tempi di lavoro relativamente complessi, e ciò mi permette una maggiore produzione. La mia espressività sta diventando sempre più essenziale, si sta liberando di decori superflui. Essenzialità e immediatezza sono due aggettivi che caratterizzano questa mia ultima fase produttiva. La mia incessante ricerca di un linguaggio basato sui legami e connessioni tra elementi diversi (formali e tecnici), mi porta a sperimentare nuovi supporti e, per questa ragione, non penso mai di essere stato completamente esaustivo nella mia narrazione, mi ritengo sempre all’inizio di una nuova imminente fase di studio.
  1. In quale modo secondo te l’arte può interagire con la società, diventando strumento di riflessione e spinta al cambiamento?
Sarebbe molto stimolante e per noi artisti essere supportati dagli enti comunali , regionali addetti alla cultura e al turismo. L’arte viene vista come un bene fruibile solo a pochi ma, non è così…il bello piace a tutti!. Angoli spogli, rotonde o crocevia di città ormai sciatte e deturpate da architetture fatiscenti dovrebbero divenire supporti o spazi per giovani artisti locali che con il loro linguaggio portano bellezza e cultura.
  1. Quali sono i tuoi programmi per il futuro?
I primi di settembre sarò presente a Milano scultura alla fabbrica del vapore con le mie opere dal titolo GEOMETRIE . In questi giorni (sempre per Milano scultura) sto ultimando la mia ultima opera dedicata ad uno dei sentimenti più belli al quale io sono molto “LEGATO”…l’amicizia…
Prossimi appuntamenti sono la collettiva al Palazzo Pallavicini di Bologna , ad Ottobre sarò presente al museo CA’ LA GHIRONDA (BO).
  1. In quale modo le istituzioni potrebbero agevolare il lavoro di artisti e curatori?
Spazi comunali sfitti o/e abbandonati dovrebbero divenire spazi culturali liberi per esposizioni, o momenti di dialogo con il pubblico.
I giovani artisti , soprattutto se non affiancati da gallerie hanno difficoltà ad emergere, sono costretti a spendere il loro tempo con altre occupazioni lavorative pur di mantenersi e foraggiare quindi la loro arte.
La sensazione è che la cultura venga ostacolata e non agevolata. L’arte è un bene prezioso che deve essere coltivato e curato non deve sempre essere visto come fonte di reddito dagli enti comunali ma bensì deve essere visto come attrazione dal quale ricavarne beneficio per la collettività.

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