16 agosto 2022

exibart prize incontra Laura Pedizzi

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Lavorando con un linguaggio fortemente grafico, inserisco figure senza età, sospese, prive di connotati biografici, dove gesti minimi e l'atteggiarsi del linguaggio del corpo, come nel teatro, si fa veicolo di un messaggio che va al di là di ciò che è rappresentato.

Laura Pedizzi

 

Qual è stato il tuo percorso artistico?

Vengo da un percorso alternativo, che mi ha visto partire da una laurea magistrale in Marketing e Comunicazione, per effettuare un successivo periodo di formazione da un artista e maestro di incisione bresciano.
Negli ultimi anni ho avuto occasione di approfondire ulteriormente la mia ricerca grazie al confronto con diversi artisti e illustratori ed alla partecipazione a residenze d’arte – tra cui particolare accento pongo a quella svolta a Berlino.
Durante il mio percorso ho sempre indagato le tematiche della comunicazione nelle arti visive, ponendo particolare attenzione al figurativo.

 

Quali sono gli elementi principali del tuo lavoro?

Nelle mie tecniche miste, lavorando con un linguaggio fortemente grafico, inserisco figure senza età, sospese, prive di connotati biografici, dove gesti minimi e l’atteggiarsi del linguaggio del corpo, come nel teatro, si fa veicolo di un messaggio che va al di là di ciò che è rappresentato. Lo spazio intorno alle figure resta invece sempre neutro: sono sagome abbandonate alla smemoratezza di un tempo sospeso.

 

In quale modo secondo te l’arte può interagire con la società, diventando strumento di riflessione e spinta al cambiamento?

L’arte è già intrinsecamente presente nel tessuto sociale, come tra l’altro è sempre stato anche in passato. Pensare che sia circoscritta alla presenza in un museo, galleria o in una mostra significa non averne colto l’essenza. L’arte è e resta strettamente legata innanzitutto alla vita: ridurla ad un concetto di mostra d’arte significa solo cercare di intrappolare l’aria esterna in una bottiglia.

 

Quali sono i tuoi programmi per il futuro?

Dire con certezza qualcosa riguardo ai progetti futuri è impossibile essendo tutto in divenire, sicuramente voglio restare alla forte ricerca di contaminazioni e confronti con altri artisti, spaziando  in diversi settori e portando il mio linguaggio anche in luoghi inattesi.

 

In quale modo le istituzioni potrebbero agevolare il lavoro di artisti e curatori?

Sicuramente riconoscere istituzionalmente la figura dell’artista in qualità di professionista può essere un primo importante aiuto, ma non solo, dal lato dell’utenza agevolare la fruizione artistica, aumentando le iniziative culturali per migliorare la capacità di lettura del tessuto artistico e dando spazi di visibilità ad artisti selezionati attraverso progetti di merito. Fondamentali sono anche i bandi per le residenze d’arte con stipendio, proprio in virtù del riconoscimento della professionalità di chi li svolge e che devono essere regolarmente effettuati.

 

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