07 giugno 2023

exibart prize incontra Luca Vallone

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Uno degli elementi chiave che propongo tanto nelle sculture come nei dipinti è il cuore, organo centrale del “sentire” che presento in molteplici forme.

Luca Vallone

Qual è stato il tuo percorso artistico?

Ho iniziato a dipingere a 8 anni, in modo spontaneo. Ho sempre avuto l’esigenza di rappresentare attraverso l’arte tutto quello che sentivo dentro di me e non riuscivo ad esprimere con le parole. Ero un bambino introverso e l’arte mi ha aiutato a dare forma alle mie emozioni e a superare le mie paure. Da subito ho capito che il linguaggio con il quale meglio riuscivo ad esprimermi era fatto di immagini e colori che mi davano la possibilità di rappresentare la realtà in forme infinite.
Dopo essermi diplomato al Liceo Artistico, ho iniziato a lavorare nel mondo del cinema e della televisione come scenografo. Attività che mi ha permesso di sperimentare molte tecniche e diversi materiali contribuendo alla definizione del mio stile.
Da allora mi dedico quotidianamente allo studio, alla sperimentazione e alla creazione di opere che espongo in diversi spazi, pubblici e privati. Passando da sculture figurative ad opere legate all’arte pop, all’arte concettuale e alla video-installazione.

 

Quali sono gli elementi principali del tuo lavoro?

La ricerca e lo studio caratterizzano la mia arte. Sono infatti sempre alla ricerca di forme e tecniche nuove per rappresentare al meglio le moltissime sfumature della realtà. Utilizzo diversi materiali, tra cui legno, acciaio, ceramica, resina e gesso.
I soggetti delle mie opere sono profondamente legati alla sfera delle emozioni, quelle quotidiane, semplici, a volte impercettibili che distrattamente ignoriamo e che nel mio lavoro cerco di mettere in risalto.
Uno degli elementi chiave che propongo tanto nelle sculture come nei dipinti è il cuore, organo centrale del “sentire” che presento in molteplici forme.
Per me è fondamentale che tutte le mie opere creino un’emozione, positiva o negativa, e che non lascino indifferente chi le guarda o interagisce con esse.

 

Quali sono i tuoi programmi per il futuro?

La necessità di dare voce alle mie idee, e l’urgenza di creare mi portano continuamente a ridefinire i miei programmi. Al momento, il lavoro in studio prosegue spedito e ho molte opere inedite che presenterò in una personale a fine anno a Roma. Sto anche lavorando a una scultura monumentale sul tema della migrazione che verrà installata in Calabria durante l’estate. L’arte per me è condividere visioni e con questi prossimi lavori voglio che le persone diventino parte dell’opera e che l’opera diventi un veicolo per creare empatia.

 

In quale modo le istituzioni potrebbero agevolare il lavoro di artisti e curatori?

L’arte è uno strumento per la sostenibilità dello sviluppo. Il governo può certamente fare la differenza nel porre maggiore enfasi sulle politiche di promozione artistica rendendole una prassi per gli enti nel territorio. Per esempio promuovendo gli artisti, dedicando una parte del budget alla creazione di nuove opere con bandi aperti e selezioni nazionali. Anche attraverso il recupero di spazi in disuso, rendendoli aree di creatività e integrazione.

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