16 settembre 2022

exibart prize incontra Marianna Simonetti

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Quando immagino di rappresentare un contenuto, lo immagino in un progetto di composizione che parte dall'individualità del soggetto, fino a divenire gioco con il fruitore rispetto alla posizione della tela nella sequenza.

Marianna Simonetti

 

Qual è stato il tuo percorso artistico?

Il mio percorso artistico, credo di poter dire, sia partito dall’inizio di me! Mia madre, a tal proposito, mi raccontò che dall’età dei due anni, da Babbo Natale, desideravo in dono, sempre e solo, colori e nient’altro; e così fu da sempre, il regalo che più mi aggrada.
Mi diplomai nel ’97, al Liceo Artistico del mio paese, Melfi, in Basilicata; poi, a Firenze, superato l’esame di ammissione all’Accademia delle Belle Arti per la sezione di pittura, compresi che avevo imboccato la strada giusta per la felicità, ma vi rinunciai; lo stesso anno, a Napoli, cominciai l’università nella facoltà di architettura e nel maggio del 2004, lì, mi laureai.
Nulla, in quegli anni, mi distolse dal mio “porto del cuore” che era la pittura e nella quale riversavo riflessioni su temi sociali ed anche riportando, attraverso disegni a penna, quello che mi circondava e quindi architetture, posti, scorci, scene e visuali.

 

Quali sono gli elementi principali del tuo lavoro?

Gli elementi principali del mio lavoro sono sicuramente, la composizione geometrica, le manifestazioni dei sentimenti ed il colore. Attraverso una ricerca stilistica, che ha trovato negli anni sempre più sintesi volumetriche, si affiancano anche le figure umane femminili con i loro “occhi chiusi”. Quando immagino di rappresentare un contenuto, lo immagino in un progetto di composizione che parte dall’individualità del soggetto, fino a divenire gioco con il fruitore rispetto alla posizione della tela nella sequenza. Leggere secondo la propria percezione mi entusiasma moltissimo.

 

In quale modo secondo te l’arte può interagire con la società, diventando strumento di riflessione e spinta al cambiamento?

L’arte è un potentissimo strumento di riflessione e comunicazione; la lettura dell’opera d’arte, attraversare le emozioni che sono insite nell’individuo osservatore e attraverso quelle che nell’opera vengono contenute, può arrivare a tutte le età e smuovere concetti radicati e radicanti. Il cambiamento, è insito nel percorso di vita di ogni uomo, per fortuna, così come anche lo stupore.

 

Quali sono i tuoi programmi per il futuro?

Tra un anno mi trasferirò in Egitto per qualche tempo; sono emozionata e spaventata allo stesso modo per quello che vedrò, vivrò, sentirò. Ma so che mi arricchirà di contenuti riguardanti una cultura che ha radici profondissime.

 

In quale modo le istituzioni potrebbero agevolare il lavoro di artisti e curatori?

Il modello svedese mi ha incuriosito molto; l’artista riceve un incentivo a fronte di una produzione artistica che poi venga promossa dallo stesso. Così facendo si raffigura l’artista come un professionista e non un amatoriale.

 

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