31 marzo 2023

exibart prize incontra Simona Facondo

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Con l’utilizzo di quattro colori dominanti - ocra nero, bianco e rosso - ne riproduco i segni essenziali e ne restituisco le emozioni. In alcuni casi ho voluto ampliare la percezione visiva con l’espressione verbale, abbinando brevi poesie.

Qual è stato il tuo percorso artistico?

Classe 1973, sono un’esteta e una creativa e sviluppo la mia sensibilità all’immagine nel mondo della grafica, della comunicazione e dell’advertising.
Nel 2002 unisco la pittura a musica e scrittura e inizio da autodidatta la produzione delle prime tele.
Ho partecipato negli anni a tre collettive:
• Art Happening Day – Varese 2007;
• Just Cavalli Glam Art – Milano 2013;
• 14° Premio Nazionale d’Arte della Città di Novara – Novara 2014.
Nel 2016 affino la mia tecnica pittorica sotto la guida del Maestro Carlo Monti.
Sono presente con una selezione dei miei dipinti, in due portali per la promozione dell’arte contemporanea: mostra-mi.it e giovaniartisti.it
Un mio dipinto è stato venduto all’asta su catawiki.

 

Quali sono gli elementi principali del tuo lavoro?

Tutti i miei dipinti fanno parte della serie “Ocra e Nero” in cui rivolgo una particolare attenzione all’universo femminile. Ne rivelo l’anima, la solitudine, lo sgomento, la sensualità e i sentimenti più intimi.
Con l’utilizzo di quattro colori dominanti – ocra nero, bianco e rosso – ne riproduco i segni essenziali e ne restituisco le emozioni. In alcuni casi ho voluto ampliare la percezione visiva con l’espressione verbale, abbinando brevi poesie.

 

In quale modo secondo te l’arte può interagire con la società, diventando strumento di riflessione e spinta al cambiamento?

L’arte è uno strumento meraviglioso e potente, capace di creare una narrazione coinvolgente su diversi temi sia sociali che politici come l’uguaglianza, la diversità, l’immigrazione, la discriminazione o il cambiamento climatico. È uno sprone costante verso il superamento di barriere culturali e sociali ed è un voce  importante quando si tratta di denunciare stereotipi e idee preconcette.

 

Quali sono i tuoi programmi per il futuro?

Vorrei poter mostrare le mie opere all’interno di uno spazio di vita quotidiana, destinato ad altra fruizione che non quella artistica, in cui però venga offerta la possibilità di fermarsi e godere di un’emozione.

 

In quale modo le istituzioni potrebbero agevolare il lavoro di artisti e curatori?

Sicuramente potrebbero mettere a disposizione spazi espositivi e risorse e poi promuoverne la visibilità. Oppure offrire formazione e supporto sostenendo lo sviluppo di  comunità artistiche inclusive e rappresentative di origini e prospettive differenti, stimolando la ricerca e la sperimentazione. In questo modo creerebbero un ambiente favorevole per la produzione artistica e la curatela di mostre e progetti. Oltre a fornire opportunità per la crescita personale, l’attitudine all’ascolto, alla comprensione e alla socializzazione.

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