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Icone e orizzonti remoti di Steve McCurry, in una doppia mostra a Biella
Fotografia
di redazione
Rallentare, osservare, contemplare. Sono azioni esteriori ma anche moti interiori che, per Steve McCurry, rappresentano anche un vero manifesto di attitudini. Biella, Città Creativa Unesco, si apre agli orizzonti visivi e simbolici dell’acclamato fotografo con Uplands&Icons, retrospettiva visitabile fino al 18 maggio 2025. Articolata tra Palazzo Gromo Losa e Palazzo Ferrero nel borgo medievale del Piazzo, la mostra propone 128 fotografie suddivise in due sezioni, che riflettono le principali traiettorie della ricerca di McCurry: da un lato, le Terre Alte (Uplands), attraversate tra Asia, Africa e Sud America; dall’altro, gli scatti più celebri – le Icons – diventati veri archetipi dell’immaginario contemporaneo.
Curata da Biba Giacchetti, Uplands&Icons rappresenta una geografia emotiva e antropologica che affonda nella fisicità del viaggio e nella spiritualità dei luoghi: altipiani, villaggi remoti, volti scolpiti dal vento e dallo sguardo. Dall’Etiopia al Tibet, dall’Afghanistan alla Mongolia, fino alle foreste del Brasile o alle vette nepalesi, McCurry, classe 1950, tra gli autori più apprezzati dell’agenzia Magnum Photos, registra l’umano nel paesaggio come presenza fragile e resistente, in costante relazione con l’altitudine e la memoria.

La sezione Uplands, allestita a Palazzo Gromo Losa, raccoglie oltre cento immagini realizzate in quarant’anni di viaggi. È la parte più immersiva dell’esposizione, dove lo spettatore si ritrova tra i Mujaheddin afgani, le tribù dell’Oromia, i monaci tibetani, i bambini nomadi del Ladakh, le processioni giapponesi invernali. Una narrazione visiva che alterna la durezza della sopravvivenza al lirismo del gesto quotidiano e che restituisce l’essenza aspra, sacra e struggente delle montagne.
Non mancano i grandi ritratti che hanno reso McCurry un’icona globale. Nella sezione Icons, allestita a Palazzo Ferrero, spicca il celebre scatto di Sharbat Gula, la ragazza afgana dagli occhi verdi, diventata nel 1984 simbolo universale della condizione dei rifugiati. Oltre venti immagini – accompagnate da materiali biografici, videointerviste e audioguida – compongono un corpus che attraversa i momenti salienti della carriera avventurosa e politicamente consapevole di McCurry, testimone dei margini del mondo, dei popoli dimenticati, delle culture minacciate.

La mostra, nata da un progetto di Orion57 e realizzata da Fondazione Cassa di Risparmio di Biella insieme a Palazzo Gromo Losa srl, Creation e il Comune di Biella, si inserisce in un più ampio percorso di promozione culturale del territorio. Con quasi 30mila visitatori già registrati, Uplands&Icons si afferma come una delle recenti operazioni culturali più rilevanti del biellese, forte anche del sostegno di Biver Banca – Gruppo Banca di Asti – e della sinergia con il Polo Culturale di Biella Piazzo.
A completare l’esperienza espositiva, un catalogo a cura di Biba Giacchetti e un contest fotografico intitolato In Montagna, che ha coinvolto fotografi professionisti e amatoriali, premiando gli scatti più evocativi dedicati ai paesaggi e alle persone delle terre alte. I vincitori, selezionati da una giuria presieduta dallo stesso McCurry, verranno premiati l’11 aprile presso l’Auditorium di Palazzo Gromo Losa e le loro opere saranno esposte fino al 18 maggio a Palazzo Ferrero.