17 marzo 2020

#iorestoacasa con quattro progetti e call di artisti e curatori su Instagram

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#iorestoacasa ma si possono fare tante cose interessanti: ecco quattro bei progetti di artisti e curatori da vedere e da agire in prima persona, a distanza di Instagram

Vera Pravda, Confini

Instagram è sempre stato il Social Newtwork più amato dall’arte contemporanea. Twitter è troppo ingessato, mentre Facebook è troppo triviale. E Linkedin, beh è Linkedin. Invece, Instagram è perfetto, rapido come può essere solo uno sguardo ma tutt’altro che indolore, superficiale nel senso di massimamente aderente all’immagine. Già nell’epoca antevirus era il infatti il canale più usato non tanto dai musei e dalle gallerie quanto dagli artisti, che hanno potuto sperimentare liberamente nuove modalità di diffusione dei propri linguaggi visivi. E a maggior ragione adesso, in questi giorni in cui l’emergenza Coronavirus sta testando la tenuta delle nostre relazioni a distanza di schermo, Instagram non solo ha confermato la sua utilità come contenitore e aggregatore di progetti promossi da artisti, ma sta anche lasciando intravedere le possibilità di una nuova estetica delle relazioni. E poi le pagine mosaico sono belle da vedere e da scorrere con il pollice.

Artisti a raccolta su Instagram

Già tantissimi sono i contributi raccolti da emergencyexit_artinquarantine, la pagina aperta da Adriana Rispoli, per raccogliere «la voce della comunità artistica italiana nei giorni dell’emergenza». Per adesso, a partecipare al progetto sono stati Raffaela Mariniello, Jacopo Miliani, Las Mitocondria, Giulia Piscitelli, Davide Bramante, Valentina Miorandi, Botto e Bruno, Mariangela Levita, Luigi Presicce, Andrea Francolino, Moio&Sivelli, Roxy in the Box, Lorenzo Scotto di Luzio, Maria Adele del Vecchio, Silvia Hell, Giuseppe Stampone, Eugenio Tibaldi, Pier Alfeo, Flavio Favelli, Rosy Rox, Stefania Galegati, BiancoValente, Nicola Gobbetto, Iabo, Giovanni Gaggia, Betty Bee, Marinella Senatore, Perino&Vele, Roberto Pugliese, Giovanni De Angelis, Giovanni Ozzola, Filippo Berta, ma la pagina è in costante aggiornamento.

Si tratta di contributi visivi perlopiù inediti e messaggi, realizzati in queste ore tanto complicate quanto uniche e irripetibili (si spera). Riflessi pavloviani e immediati oppure frammenti di un pensiero costante, in ogni caso, reazioni a ciò che ci sta scorrendo a fianco, dall’inno di Mameli distorto e interrotto da interferenze di Pugliese, all’enigmatico ritratto famigliare di BiancoValente, la cui immobilità è incrinata dalla sovrapposizione di una frequenza audio, fino alla condizione di “fragilità” di Rosy Rox.

artistsinquarantine è invece una mostra su Instagram a cura di Giada Pellicari: 12 artisti dalla sottile linea rossa del primo fronte Coronavirus. Il progetto ha coinvolto Alvise Bittente, Mara Oscar Cassiani, Andrea Chiesi, Marco Gobbi, Andrea Grotto, Antonio Guiotto, Kamilia Kard, Corinne Mazzoli, Maria Morganti, Vera Portatadino, Lucia Veronesi, Sophie Westerlind,che stanno proponendo giornalmente le loro opere, anche in questo caso site specific. In un certo senso, chiaramente, visto il sito è lo stesso per tutti ma gli spazi possono essere quelli di un armadio, come nel caso di Kard, o di uno studio, nel caso specifico quello di Gobbi, che ci augura Good Evening from Brescia. La mostra, aperta su Instagram fino al 3 aprile, intende riflettere sui cambiamenti di paradigma imposti dalle misure anti Coronavirus a tutta la scena artistica, costretta all’interno delle prime zone rosse.

«Si tratta di una situazione in realtà comune a molti artisti in Italia che hanno visto progetti, mostre, viaggi, residenze artistiche e appuntamenti venire repentinamente cancellati, causando una drastica perdita di possibilità per almeno i prossimi due mesi», ha spiegato Pellicari.

Dagli artisti agli abitanti

L’invito di Vera Pravda e ViaFarini è invece rivolto a tutti gli abitanti soggetti a limitazioni a causa delle misure dovute alla diffusione del Coronavirus in Italia, che sono chiamati a inviare e condividere video di 15 secondi realizzati durante la quarantena. Ogni partecipante al progetto è invitato a donare uno o più video verticali di 15 secondi, realizzati rigorosamente con il proprio smartphone, per raccontare la propria situazione di confino.

«Confini è un instaproject che nasce da uno scatto “sbagliato”, da una storia veloce su Instagram per raccontare un giorno di residenza artistica, da uno scatto senza messa a fuoco dalla finestra dello studio prima di uscire dall’Archivio di ViaFarini a Fabbrica del Vapore. Senza messa a fuoco. Il 2 marzo 2020 alle 18.40 i casi accertati di Covid-19 in Italia erano 2.036. Erano già state prese misure di contenimento, istituite zone rosse in alcune parti d’Italia, mentre Milano era in zona gialla come il resto della Lombardia. Due giorni dopo le scuole di tutta Italia sarebbero state chiuse. Il vetro segnava il confine sottile tra interno ed esterno, un diaframma non visibile e riflettente. E infatti rifletteva, e permetteva di riflettere. In questo caso rifletteva l’archivio, lo scibile racchiuso nei libri e nelle riviste. A loro modo confini che allargano altri confini», così Vera Pravda descrive le fasi di sviluppo del suo progetto.

«Penso a filmati verticali, realizzati con lo smartphone, che narrano di questo tempo sospeso. Penso a storie instagram da pubblicare sui social e da racchiudere in un insta-project, per narrare questa storia, per lasciarne traccia, ma anche per coinvolgere le persone, per collegarle».

Video e testo possono essere inviati attraverso il sito confiniartproject, quelli in linea con il progetto saranno pubblicati sulla pagina Instagram, citando l’autrice/autore. I video prescelti confluiranno quindi in un corpus unitario, un’opera d’arte collettiva che, in seguito (magari il prima possibile), verrà esposta.

«Artisti cosa state facendo durante questo isolamento forzato ma necessario per il bene di tutti? Come vive un artista una situazione di emergenza come questa? Quali stimoli può trovare? Può l’arte essere una cura? Ci si interroga sul senso della propria pratica e su come può essere di aiuto a se stessi e agli altri? Può l’arte colmare e alleggerire il senso di impotenza che viviamo in questi giorni?», sono alcune delle domande poste da Studio Pace10. Per rispondere, insomma, ci si deve raccontare. Come? Inviando una testimonianza video che descriva le giornate trascorse negli «Habitat d’artista», contattando la mail ingirum@yahoo.com. Questi gli hashtag di riferimento: #iorestonelmiohabitat #iorestoacasa #arteaitempidelcoronavirus #habitatabitazionidartista.

Per seguire tutte le iniziative legate alla campagna #iorestoacasapotete cliccare qui.

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