24 maggio 2019

Jon Rafman

 

di

Distopia, malinconia, ossessione e feticismo. Queste sono parole spesso usate per descrivere i lavori del canadese Jon Rafman, balzato sulla scena internazionale con il suo progetto 9 Eyes, iniziato sul primo Tumblr nel 2008 e ancora in progress. Rafman ha passato ore e giornate a spiare milioni di fotografie scattate dalle 9 macchine fotografiche di Google Street View, ritagliando e selezionando le scene più surreali e stranianti che gli capitava di rintracciare, dei Ready Made digitali che raccontano la contemporaneità. L’interesse per la realtà è rimasto una costante nel suo lavoro, declinato poi attraverso diverse tecnologie e tecniche, dal video realizzato in computer grafica alla scultura.
A Venezia Rafman presenta due video entrambe realizzati in computer grafica che raccontano di un presente straniante e di un futuro distopico, allontanandosi dalla lettura positiva e ottimistica delle tecnologie e sottolineandone invece il ruolo alienante.
Jon Rafman ha esposto in grandi musei come il New Museum e lo Stedelijk Museum, abbiamo da poco visto il suo lavoro in Italia alla Fondazione Fotografia di Modena e in una collettiva al Maxxi di Roma.
Le sue opere sono vendute tra i 5mila e i 50mila dollari. Una sua scultura è in vendita nell’asta di Phillips il prossimo 15 maggio a New York per una stima alta pari a 20mila dollari.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui