05 marzo 2021

Spazio ai giovani collezionisti: il nuovo report di Larry’s List

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Chi sono i collezionisti della Next Gen? In che modo influenzeranno il mercato dell'arte nei prossimi anni? I dati dell'indagine di Larry's List e le riflessioni del co-founder Christoph Noe

The Next Gen Art Collectors Report, Larry's List

«I Millennials aiutano il mercato dell’arte globale a resistere alla pandemia». Così il Wall Street Journal intitolava un articolo a inizio anno quando, bilanci alla mano, i giovani si arrogavano il ruolo da protagonisti dell’art market internazionale. E come dargli torto: tra aste cross-category che inglobano i lotti più disparati, incanti online non più reticenti ai bidding milionari e al tempo stesso più rapidi, informali e a portata di click, i giovani hanno trovato una dimensione tech cucita perfettamente su misura. Qualche numero? Secondo L’Hiscox Online Trade Report, il 79% dei Millennials ha acquistato online più di una volta negli ultimi mesi, mentre i dati di Bloomberg riportano che il 40% dell’arte viene acquistata proprio dai giovanissimi, con un portafoglio d’investimento pari a 3 miliardi di dollari. Insomma, i risultati dell’indagine di Larry’s List non potevano arrivare in un momento migliore. Con i riflettori puntati su oltre 150 collezionisti di età inferiore ai 40 anni (con qualche eccezione), The Next Gen Art Collectors Report traccia un identikit dei giovani protagonisti dell’arte.

Lo abbiamo domandato direttamente a Christoph Noe, co-founder di Larry’s List: qual è stata l’evoluzione del mercato dell’arte dopo l’impatto del Covid-19? La sua attenzione si è focalizzata sulla difficoltà di viaggiare, che ha incentivato il collezionismo online; sull’assenza di fiere, inaugurazioni, occasioni di incontro, che hanno portato i giovani a riversarsi sulla “piazza” digitale; sui benefici dei social network, per cui «impegnarsi con un artista di Los Angeles o Milano per un collezionista dell’Asia (o viceversa) è solo un DM di distanza»; e ancora, su un «mercato primario molto forte», «artisti con un appeal globale» e «un certo numero di gallerie che stanno facendo decisamente bene».

Digitalizzazione, DM, tempo a disposizione: il paese dei balocchi dei più giovani, esatto. Millennials e Generazione Z si ritrovano sempre più impegnati ad acquistare sulle piattaforme online e a promuovere artisti (spesso coetanei) sui propri canali social, esercitando un potere straordinario sui trend internazionali – dei veri e propri opinion maker, per usare le parole di Larry’s List. Ne son un esempio collezionisti come Emily Ratajkowski, G-Dragon e Taeyang, che vantano un’audience di oltre 10milioni di followers su Instagram e non tardano a inserire opere d’arte nei loro scatti da migliaia di likes. Ma passiamo al contenuto di queste raccolte straordinarie. Che cosa colleziona, di preciso, la Next Gen? A dispetto della NFT Crypto Art mania che dilaga nelle ultime settimane, l’analisi di Larry’s List non ha identificato alcun collezionista che si sia concentrato esclusivamente sull’arte digitale: dipinti e sculture, come da tradizione, rientrano ancora tra i preferiti dei giovanissimi – inclusi i cosiddetti nativi digitali.

 

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E per quanto riguarda i principali centri d’arte? New York, Londra, Seoul, Pechino, Shanghai e Hong Kong, sono queste le città in cui si sviluppa il collezionismo della nuova generazione, con segnali sempre più forti da Cina, Corea e Indonesia. «Un buon numero di questi giovani collezionisti sono anche italiani», tiene a specificare Christoph Noe durante il nostro scambio. Incontriamo nomi come Bruno Bolfo (ICA Milano), Eugenio Re Rebaudengo (Fondazione Sandretto Re Rebaudengo), Edoardo Monti (Palazzo Monti), Matteo Novarese (Sof:Art), Sveva D’Antonio e Francesco Taurisano (Collezione Taurisano) lungo le pagine del report; e poi, fuori dai confini, personaggi come Vanessa Nguy, Anahita Taneja, Huma Kabakci e Oleg Guerrand, tutti impegnati a incrementare le proprie collezioni secondo criteri sempre diversi.

Non si tratta, secondo i dati, soltanto di semplici appassionati, ma di professionisti che operano nel settore e si schierano in prima linea nella promozione dei beni culturali. In che modo? Grazie alla curatela, alla creazione di musei privati e spazi d’arte (come ICA per Bruno Bolfo o Hall Art Faundation per Emma Hall), ma anche di residenze d’artista e di strategie studiate ad hoc per una fruizione sempre più mirata e capillare. «Le loro attività sono più trasparenti rispetto ai tempi passati», leggiamo tra i punti principali dell’indagine.

Qualche consiglio per chi vuole iniziare a collezionare? Lasciamo parlare, anche stavolta, le pagine del report: «Godetevi la diversità delle creazioni artistiche e collezionate di conseguenza. […] Come collezionisti, avete l’opportunità di sostenere tutti i tipi di arte e di artisti (e creare nuovi mercati lungo la strada). Godetevi la libertà di fare le vostre scelte e di collezionare ciò che è importante per voi. Il mercato non è l’unica fonte di convalida di una collezione».

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