07 luglio 2022

Antonello Viola, Aperto confine sulla Gorgone di Sartorio – Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea

di

Da un capolavoro di Giulio Aristide Sartorio l’ispirazione per sette opere di Antonello Viola, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea

Nella sala della Gorgone della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma il pittore Antonello Viola si misura con l’opera di Giulio Aristide Sartorio. Aperto confine sulla Gorgone di Sartorio è il nome di questo progetto, nato da un confronto tra due pitture distanti oltre un secolo. Così, Antonello Viola ha pensato sette opere su carta giapponese, sette “variazioni sul tema” che danno vita a una nuova corrispondenza tra passato e presente, nello spirito del progetto espositivo “Time is Out of Joint” di Cristiana Collu. In questo modo, gli spazi della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea si aprono al dialogo con il contemporaneo del tempo che viviamo.

L’opera di Sartorio nella Sala della Gorgone alla Galleria Nazionale

Diana di Efeso e gli schiavi / La Gorgone e gli eroi è l’opera di Giulio Aristide Sartorio alla base della ricerca di Antonello Viola. Il dittico entrò a far parte della collezione della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma sul finire dell’Ottocento. Ispirato da Shakespeare, dalla mitologia greca e dall’arte antica, Sartorio realizzò questa grande tela, in un secondo momento divisa in due. Secondo il pittore, nell’opera v’erano raffigurati «due aspetti della profonda vanità dell’esistenza umana» personificati nei due personaggi della Gorgone e della Diana di Efeso. La prima simbolo di bellezza fatale, la seconda di abbondanza, di quel nutrimento per gli uomini e per i loro desideri e illusioni. Quegli stessi uomini che «sono fatti della sostanza medesima dei loro sogni ed essi vengono qui rappresentati come dormienti, che stringono nelle mani i simboli delle proprie ambizioni».

Guardando ai modelli della pittura romana ottocentesa e del simbolismo tedesco, Sartorio ha dato vita a questo capolavoro senza tempo di grande fascino. Rielaborando il mito, l’artista ha creato nuove immagini per raccontare una storia umana senza tempo in cui la Diana di Efeso è rappresentata come l’Artemide Efesina, la Gorgone come donna dalle ammalianti fattezze. Allo stesso tempo, le due figure femminili incarnano la vita e la morte, in una bellezza di stampo decadentista. Sotto di loro, gli uomini caduti in un sonno sospeso.

Antonello Viola: stratificare la pittura

Dopo uno studio delle collezioni della Galleria Nazionale, seguendo la linea della propria ricerca artistica, Antonello Viola ha maturato il dialogo con l’opera di Sartorio, guardando nello specifico a La Gorgone e gli Eroi (1897). In particolare, l’artista ha sviluppato il suo lavoro sul dittico di bozzetti preparatori del corpo della gorgone, esposti nella Sala omonima. Da qui, l’astrazione delle tele di Viola, contrappunti del femminile dell’opera di Sartorio e anche della scultura marmorea della Psiche svenuta (1869) di Pietro Tenerani. In un tempo senza linearità, dalla fine dell’Ottocento a oggi Antonello Viola ha stratificato velature colorate e sottrazioni, con una metodologia di “variazioni sul tema” vicina a quella propria dell’ambito musicale, cui l’artista è particolarmente legato.

Quindi, trovate le affinità elettive tra l’opera di Giulio Aristide Sartorio e la sua, Viola ha attuato un raffinato gioco di consonanze pittoriche che richiama le opere nella Sala della Gorgone. Nel complesso, si fanno vive quelle puntuali corrispondenze che danno luogo a una nuova e inedita combinazione, legata alla storia degli inizi della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. In sette pitture a olio, matita e foglia d’oro su carta giapponese Viola ha materializzato tutta l’enfasi drammatica dell’opera di Sartorio, in un confine aperto, con una nuova luce.

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui