20 luglio 2022

Gabriele Picco in mostra a Palazzo Martinengo

di

Fino al 18 settembre 2022, la Fondazione Provincia di Brescia Eventi presenta la mostra Clouds Never Say Hello di Gabriele Picco, a cura di Claudio Musso

Gabriele Picco. Clouds Never Say Hello - Installation View. Ph: Giuliano Radici
Gabriele Picco. Clouds Never Say Hello - Installation View. Ph: Giuliano Radici

Negli spazi di Palazzo Martinengo Cesaresco Novarino, la Fondazione Provincia di Brescia Eventi presenta la mostra Clouds Never Say Hello, personale dell’artista bresciano Gabriele Picco a cura di Claudio Musso. L’esposizione – organizzata in collaborazione con Provincia di Brescia, Fondazione Provincia di Brescia Eventi e Fondazione Brescia Musei nell’ambito del progetto Una Generazione di Mezzo – si sviluppa su due piani dello storico edificio e presenta una selezione articolata di opere inedite che conducono gli spettatori in un viaggio immersivo nell’immaginario dell’autore. Per l’occasione, abbiamo intervistato l’artista:

Come è nato il progetto espositivo a Palazzo Martinengo Cesaresco Novarino?

«Un anno fa sono stato invitato da Ilaria Bignotti che coordina generazioni di mezzo e da quel momento ho iniziato a pensare a nuovi lavori per questa mostra confrontandomi con Claudio Musso, il curatore.»

Quali aspetti della tua ricerca emergono, in particolare, da questo percorso espositivo?

«Leggerezza, ironia, morte, vita, magia, sesso, amore, sogno, mistero, paura, gioia, assurdo, estasi, luce, buio, zucchero sale.»

Come è articolato, in estrema sintesi, il percorso espositivo?

«La prima stanza è la stanza del sogno: quella delle nuvole trasportate da auto d’epoca. La seconda è un’immersione nel magico, con le pareti completamente ricoperte di savoiardi che emanano un forte profumo. Le altre stanze invece sono un avvicinamento all’amore, alla morte e alla rinascita.»

Puoi riassumerci, in generale, i cardini della tua poetica?

«Rispondo come a una delle domande precedenti: leggerezza, ironia, morte, vita, magia, sesso, amore, sogno, mistero, paura, gioia, assurdo, estasi, luce, buio, zucchero sale.»

Sei anche scrittore, come arti visive e scrittura convivono nel tuo percorso? Quali sono le tue fonti d’ispirazione?

«Arte visiva e scrittura convivono mettendosi d’accordo: nei giorni pari scrittura e dispari arte. A volte si tratta di mesi pari e dispari, l’importante è che non si pestino i piedi. Le idee mi vengono quando so che devo fare una mostra, oppure per sbaglio. Potrei dirti banalmente dal vivere.»

Quali sono i tuoi progetti futuri?

«Ho in programma un evento a Roma in autunno con un mio nuovo lavoro. Poi una collaborazione con un artista che stimo molto per la sua capacità e voglia di superare i confini del mondo dell’arte.»

Gabriele Picco (Brescia, 1974)

Artista visivo e scrittore, ha esposto disegni, dipinti e sculture in spazi privati e Musei in Italia e all’estero tra i quali la Gamec di Bergamo, il museo Pecci a Prato, la galleria Civica di arte contemporanea di Trento, l’Urban Planning Exhibition Center di Shanghai, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Guarene, la Fondazione Ratti a Como.

Ha vinto diversi premi, tra i quali il Premio New York con il Ministero degli affari esteri, il Premio Michetti, il Premio Alinovi per la confluenza delle arti. Sue opere sono presenti in collezioni prestigiose, tra le quali il MoMa, New York, The Robert Lehman Foundation, New York e la Montblanc Collection, Amburgo.

Come scrittore ha pubblicato due romanzi: Aureole in cerca di santi, con Ponte alle Grazie, e Cosa ti cade dagli occhi,con Mondadori, tradotto in spagnolo, in portoghese e in Catalano e vincitore del premio Viadana giovani. Nel 2021 ha pubblicato con Postmedia Books la graphic novel New York era piena di zigomi.

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