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Le lenti del tempo: la storia dell’occhiale in una mostra a Venezia
Mostre
di Zaira Carrer
L’occhiale: un oggetto di uso quotidiano, funzionale, a volte persino invisibile nella sua familiarità. Eppure esso, nel corso dei secoli, ha attraversato la storia come un dispositivo carico di implicazioni simboliche, culturali ed estetiche: non solo un elemento funzionale alla vista, ma anche uno statement di moda e intellettuale. A restituirne il valore – tecnico, artigianale e iconografico – è la mostra The Lens of Time – The History of Eyewear in Italy, allestita nei meravigliosi spazi di Palazzo Flangini, recentemente ristrutturato e sede della Fondazione di Venezia. Nel cuore della città lagunare, in concomitanza con la Biennale di Architettura 2025, un percorso espositivo ci accompagna alla scoperta delle tante declinazione che può assumere l’occhiale.

Curata da Daniela Zambelli (direttrice della Fondazione Museo dell’Occhiale) e dalla storica dell’arte Alessandra Cusinato, e promossa da ANFAO (Associazione Nazionale Fabbricanti Articoli Ottici) in collaborazione con Fondazione di Venezia e Fondazione M9, l’esposizione si propone come un viaggio attraverso oltre sette secoli di evoluzione dell’occhiale: dagli esemplari medievali ai dispositivi intelligenti contemporanei, passando per le forme iconiche del Novecento, tra design, cinema e cultura pop, con l’esposizione di pezzi unici che colpiscono per la loro ricercatezza.
In particolare, la narrazione si sviluppa in dodici tappe tematiche, dodici capitoli scanditi da materiali d’archivio, oggetti originali, manifesti pubblicitari e prototipi. Tra i pezzi in mostra – oltre 150, provenienti dalle collezioni del Museo dell’Occhiale di Pieve di Cadore, di Roberto Vascellari e di Lucio Stramare – emergono curiosità come gli occhiali da sole veneziani del XVIII secolo, i “fassamano” dell’Ottocento, i primi modelli industriali del Cadore e le silhouette anni Sessanta indossate da star come Audrey Hepburn e Marcello Mastroianni.

Accanto a questa prospettiva storica, la mostra riflette anche sul presente e sul futuro dell’occhiale come interfaccia tecnologica e simbolo identitario, grazie a un allestimento immersivo che include installazioni virtuali, postazioni interattive e due opere inedite di Maurizio Paccagnella, realizzate con materiali di scarto dell’industria ottica. Un omaggio – anche ecologico – a una filiera che ha fatto dell’artigianato innovativo italiano un modello di riferimento internazionale e un simbolo potente del Made in Italy.
L’occhiale, da “semplice” strumento visivo, si svela così, in The Lens of Time – The History of Eyewear in Italy come archivio di gesti, mode, sapere e status, oggetto al tempo stesso personale e collettivo, dove l’identità si rifrange tra lente e montatura, tra necessità ottica e rappresentazione sociale.
