21 giugno 2022

TerraMareStelle: arte digitale di Carlo Gasperoni alla Galleria Papini

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Negli spazi della Galleria Papini di Ancora, va in scena l’arte digitale di Carlo Gasperoni, tra scienza, natura e colorati ricordi dell’infanzia

Un lungo percorso nell’arte digitale, tra scienza e natura, dal microcosmo dei circuiti e dei processori all’universo popolato di stelle luminose. Sarà visitabile fino al 26 giugno, presso la sede dell’Associazione Culturale Galleria Papini, in via Lazzaro Bernabei, ad Ancona, “TerraMareStelle”, mostra personale di Carlo Gasperoni, a cura di Camilla Boemio, in collaborazione con i Giovani Imprenditori di Confindustria Marche. In esposizione 20 opere dell’artista di origini italobrasiliane e che è anche un rinomato chirurgo plastico. Tanto la formazione scientifica che i ricordi di infanzia in Brasile agiscono come sottofondo nella sua ricerca.

L’arte digitale nasce negli anni ’50: La sua origine si fa risalire alle sperimentazioni di due programmatori e matematici con una particolare inclinazione e una spiccata sensibilità verso la grafica: il tedesco Manfred Frank e l’americano Ben Laposky. Ma è dagli anni ’80 che la digital art iniziò a sviluppare un proprio linguaggio, mentre il PC si affermava come una tecnologia accessibile. Proprio quest’ultimo doveva diventare un medium estetico attraverso il quale esplorare nuove modalità di rappresentazione e sperimentare ibridazioni tra linguaggi.

In questo scenario, Gasperoni traduce la sua formazione artistica in quadri astratti dalle vivide cromie, con tecnica digitale. Alla realizzazione delle singole opere, segue la stampa su alluminio dibond ricoperto di plexiglass, elemento che rende l’opera fedele allo schermo su cui è stata dipinta e ne preserva la conservazione nel tempo. Protagonista della mostra è la natura che, dal firmamento alla terra, evoca immagini di sintesi tra il lato scientifico e quello artistico.

Come scrive Camilla Boemio nel catalogo che accompagna la mostra, «L’approccio audace al gesto di Gasperoni pone direzioni nelle quali l’utilizzo dell’astrazione diventa un linguaggio sia formale che poetico nel quale i colori, le forme accennate, e il cosmo svelato assumono modalità personali di coinvolgimento. È un’elaborazione sostenuta di un’intera visione del mondo soffusa di curiosità, misticismo e criticità, nella quale si compongono sorprendenti giustapposizioni compositive. I ricordi dell’infanzia in Brasile alimentano meditazioni sull’iconografia popolare e sul rapporto con la natura equatoriale e forniscono in modo dirompente le basi per ogni composizione sperimentando modi sempre più elaborati di rendere le superfici quasi scultoree incluso l’utilizzo della retro luce, aprendo un confine labile nell’indagine del paesaggio immaginato, trasognato e trasfigurato collocato in una natura liquida, fluida e mutevole».

 

 

«Viviamo in un mondo con meraviglie che non conosceremo mai abbastanza» scrive Gasperoni. «Possiamo sempre godere da vicino della magia del mare e della caleidoscopica realtà della terra. È da qui che la nostra mente parte per sognarla e per descriverla. Guardando il cielo ci accorgiamo che siamo parte di un universo sconfinato e che possiamo solo immaginare la bellezza degli astri. La rappresentazione mentale di questi sogni diventa tangibile solo attraverso l’arte, che può concretizzare la realtà onirica, permettendo a quanti vi si immergano di essere a loro volta trasportati in un mondo parallelo piacevolmente colorato».

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