21 giugno 2021

TOTA Italia: la nuova mostra alle Scuderie del Quirinale

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Le Scuderie del Quirinale riaprono con “TOTA ITALIA Alle origini di una nazione”: oltre 400 manufatti per raccontare l’alba del nostro Paese, in un mosaico di civiltà

Sostegno di mensa (trapezophoros) con due grifoni che attaccano un cerbiatto, Seconda metà del IV sec. a.C,Ascoli Satriano, Museo Civico, Polo Museale di Santa Maria del Popolo

Archiviata la tormentata esperienza della mostra su Raffaello, le Scuderie del Quirinale ripartono dopo lo stop della chiusura dei musei con “TOTA ITALIA Alle origini di una nazione”, in programma fino al 25 luglio 2021.

Con la pandemia che continua a dispiegare i suoi effetti, tra cui l’attuale scarsità di turisti, soprattutto stranieri, è necessario sperare che il pubblico italiano torni ad affollare – per usare un eufemismo – i luoghi di cultura. Ecco quindi che il tema della mostra è molto centrato, in relazione a questo target obbligato: si tratta di una rassegna di oltre 400 manufatti, da piccoli oggetti di uso quotidiano fino ad affreschi e sculture, che documentano il caleidoscopio di popoli della penisola prima che l’espansione di Roma assorbisse, politicamente e culturalmente, le loro storie, senza tuttavia azzerare le diverse specificità che per certi versi sopravvivono ancora oggi nelle nostre regioni. La mostra segue un filo narrativo che racconta questo mosaico di civiltà arrivando fino alla straordinaria epoca di Augusto in cui si realizza per la prima volta l’unità politica della penisola sotto l’egida di Roma.

Ritratto di Augusto con il capo velato, fine I secolo a.C., Ancona, Museo Archeologico Nazionale delle Marche, Su concessione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche

L’esposizione nasce da una stretta collaborazione tra diverse emanazioni del Ministero della Cultura, con la regia della Direzione Generale Musei e di Ales Spa, padrone di casa a Scuderie. Il progetto annovera ben 36 prestatori fra musei statali e civici, oltre alle Soprintendenze, in rappresentanza di ben 12 regioni d’Italia, dalla Calabria al Veneto. Si tratta quindi di un’iniziativa tesa alla valorizzazione di opere di appartenenza pubblica.

“Iuravit in mea verba tota Italia sponte sua” furono le parole che Augusto scrisse nelle sue Res gestae per rimarcare la libera scelta di tutti i popoli italici di parteggiare per lui nella guerra civile che lo vide opposto a Marco Antonio. “Tota Italia” contribuisce così a fare luce sulle caratteristiche di quelle civiltà che poi contribuirono a plasmare la cultura figurativa di Roma grazie a un rapporto di reciprocità. L’arte romana non si spiegherebbe infatti senza quella dei popoli con cui entrò in contatto.

La prima parte della mostra è una rassegna sulle diverse civiltà italiche e le loro specificità, analizzate secondo alcune macro tematiche come linguaggio, rapporto con la morte e i culti. Il percorso si apre con un’opera tra le più suggestive dell’intera rassegna, il Sostegno di mensa con due grifoni che attaccano un cerbiatto, risalente al IV secolo a.c. e oggi al Museo Civico di Ascoli Satriano, che non lascia dubbi sulla qualità artistica di quell’epoca remota, di cui sopravvivono ancora persino alcune tracce di colore nella scultura che permettono solo di immaginare lo straordinario effetto cromatico che doveva produrre.

Molto interessante, in sala 2, la rappresentazione grafica degli alfabeti con tutte le lettere in rapporto a quelle latine e soprattutto chiusura di primo piano molto efficace con il dialogo tra il Pugilatore del Museo Nazionale Romano, reso in un momento di quiete dopo la lotta all’ultimo sangue e il Rilievo con scena di battaglia tra un cavaliere greco e uno persiano dove invece lo scontro sta infuriando.

Rilievo con scena di battaglia, III secolo a.C.,Taranto, Museo Archeologico, Su concessione del Museo Archeologico Nazionale di Taranto

La seconda parte ha un focus più specifico sulle guerre che Roma condusse con i propri vicini e sul conseguente processo di assorbimento. Un elemento fondamentale per promuovere questo risultato e consolidare l’autorità fu proprio l’arte, che venne usata come potente strumento di propaganda. Questa età aurea è al centro delle ultime sezioni della mostra dove, tra gli altri capolavori, è possibile ammirare lo splendido Ritratto di Augusto con il capo velato del Museo Archeologico Nazionale delle Marche. L’imperatore è qui ritratto con il capo coperto dal lembo della toga, abito legato alla purezza morale, probabilmente mentre assiste a un rito religioso: al di là della bellezza dell’opera, i dettagli rispondono a un preciso input politico, con l’ostentazione della devozione religiosa e il richiamo al mos maiorum, fulcro della tradizione morale romana.

E la fervida circolazione di idee e di persone che caratterizzarono l’epoca di Augusto, oggetto di questa mostra, siano davvero di buon auspicio per una rapida ripartenza di cui tutti, anche i musei, hanno urgente bisogno.

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