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Vettor Pisani, nell’abisso della mente: la mostra al CIAC di Foligno
Mostre
La mostra Viaggio ai confini della mente al CIAC – Centro Italiano Arte Contemporanea di Foligno ripercorre l’attività artistica di Vettor Pisani (Bari, 1934 – Roma, 2011) presentando oltre 50 opere, dagli anni Settanta fino alle sue creazioni più tarde, in una produzione artistica intensa e ininterrotta fino alla morte. L’esposizione è curata da Italo Tomassoni ed è promossa e sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno. Il titolo della mostra è emblematico per definire il percorso artistico di Pisani: una vera e propria esplorazione alla scoperta dell’interiorità dall’artista ma anche dei suoi temi e dei suoi studi, tra mitologia e alchimia, fino alla psicoanalisi di Freud e all’interesse per la letteratura e la scrittura, come testimoniato dai molti libri dai lui scritti.
Pisani si è avvalso di diverse tecniche, non disdegnando alcun medium, dalla fotografia alla grafica, dal disegno alla scultura, fino alla performance. Le influenze di Marcel Duchamp sono evidenti nel suo impiego del ready-made e nella libera rielaborazione di immagini e oggetti per assecondare la sua concezione artistica, creando opere atemporali. Pur nella eterogeneità, il suo universo è costellato da alcuni elementi cromatici e formali ricorrenti: le vergini, la figura femminile, le bambole, i manifesti, Edipo, Freud, le sfingi, le isole di Capri e di Ischia, l’oro, il blu e, soprattutto, il nero. Tramite i suoi lavori e progetti, Pisani ci invita a scoprire un’arte che può trattare e trasformare qualsiasi soggetto e argomento.
Il nero diventa per Pisani il colore per eccellenza, simbolo di oscurità e oblio, temi che permeano la sua ricerca. Relativamente a questa accezione, è emblematica la rielaborazione de L’isola dei morti, dipinto di Arnold Böcklin al quale Pisani si ispira per l’installazione la Barca dei sogni (2001), reinterpretandone i vari dettagli sempre in ottica duchampiana. Infatti, se nel dipinto di Böcklin la diafana figura, in piedi nell’imbarcazione, sembra assurgere a simbolo di speranza, nell’installazione di Pisani la stessa figura, di dantesca memoria, è di un colore nero macchiato di Blu Klein, come rivestita di un ruolo oscuro e misterioso, sottolineato anche dalla presenza di un velo che ne copre il volto. Quest’opera simboleggia l’estrema conseguenza del delirio dell’identità, di una disagiata e melanconica percezione di sé nello spazio e nel tempo.
Anche l’opera Vergine Nera appare come un chiaro riferimento all’Isola dei Morti: lo specchio nero adagiato a terra sembra una traslazione materica del lago scuro presente nel dipinto di Böcklin, a tal punto da sembrare quasi una lastra tombale. Tutti i lavori di Vettor Pisani, in quantità più o meno evidente, sono permeati da una sostanza “nigra”, espressione di un confronto oscuro e rabbioso con la vita.
Il mio cuore è un cupo abisso (2004) reitera questa condizione malinconica. Visivamente riscontriamo ancora una volta la presenza di una distesa nera livida, dalla quale emerge un’isola dorata, come a simboleggiare la solitudine dell’artista in un mare di incertezza e tenebra: una negazione della poesia Nessun uomo è un’isola di John Donne.
Il percorso espositivo include anche disegni, opere che omaggiano Duchamp e Freud e oggetti relativi alla performance Lo scorrevole del 1972, con Monica Strebel, realizzata nello studio fotografico di Elisabetta Catalano e presentata al pubblico per la prima volta a Kassel, nello stesso anno, in occasione di Documenta 5. Ispirata al confronto di due opere fondamentali di Marcel Duchamp, La mariée mise à nu par ses célibataires, même (1915-1923) e L’Étant donnés (1946-1966), nella performance veniva mostrata una donna dalle sembianze androgine, nuda e sospesa a una carrucola, simbolo di amore e morte, Eros e Thanatos, maschile e femminile.
Le opere in mostra al CIAC di Foligno provengono da varie collezioni: per la parte più cospicua, dalla collezione della Fondazione Morra di Napoli, dal Museo Vettor Pisani di Caggiano e dalla collezione Pieroni-Stiefelmeier di Roma, ma anche dalla Collezione Jacorossi di Roma, Cardelli e Fontana di Sarzana, Collezione Paneghini di Busto Arsizio. A corredo della mostra, un’ampia raccolta di cataloghi, fotografie, documenti e materiali inediti. Una speciale sezione documentale alla memoria è dedicata alle pubblicazioni di Mimma Pisani, moglie dell’artista e ispiratrice, critica profonda e, talvolta, performer. Inoltre il CIAC, grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, ha prodotto anche il catalogo della mostra, che sarà visitabile fino al 22 settembre.