01 marzo 2020

Coronavirus: le reazioni del Mibact e dei musei, sui social

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Il Mibact emana i primi provvedimenti per il turismo, mentre i musei delle zone rosse si appellano ai canali social, al grido di #museichiusimuseiaperti

Lentamente, dopo i primi momenti di panico da Coronavirus, si prova a tornare alla normalità: i musei continuano con la chiusura ma i bar riaprono. La situazione, per il sistema economico e produttivo italiano rimane critica e a soffrire, in questo frangente, è soprattutto il settore del turismo che, da sbandierato e orgoglioso punto di forza del “prodotto Italia”, si è trasformato in un argomento critico. A prescindere dalle considerazioni sulla stabilità e sulle reali ricadute di un’economia basata su equilibri così labili, per il momento è necessario intervenire con provvedimenti drastici. E così sono state approvate ieri in Consiglio dei Ministri le prime misure per il turismo, colpito dall’emergenza Coronavirus, mentre i musei reagiscono sui social.

Le norme sul turismo approvate dal Consiglio dei ministri

‹‹Per il turismo sono previste tre fasi diverse. La prima, quella più immediata, in cui si parla di dilazione di pagamenti. La seconda riguarda le misure strutturali d’intervento, mentre la terza sarà per il rilancio dell’immagine del Paese per uscire dall’emergenza››, ha spiegato il Ministro dei Beni Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, al termine del tavolo di crisi con le associazioni di categoria.

Sospensione fino al 30 aprile 2020 dei versamenti dei contributi previdenziali e delle ritenute fiscali per agenzie di viaggio e turismo, tour operator e tutte le imprese turistico ricettive in tutta Italia inserite nel Codice Ateco 55. Rimborso anche attraverso voucher per chi non ha potuto viaggiare o usufruire di pacchetti turistici a seguito delle misure adottate e delle conseguenze dovute all’emergenza covid-19. Il voucher vale per pacchetti turistici e viaggi da e per la zona rossa, per gli eventi annullati o sospesi da ordinanze e decreti, per viaggi all’estero bloccati per covid-19 e anche per le gite scolastiche.

La reazione dei musei al Coronavirus, via social

Nei primi giorni dell’emergenza, aveva fatto discutere l’ordinanza di chiusura dei musei e dei luoghi della cultura nelle zone dei focolai e a maggiore rischio di diffusione Coronavirus. In effetti, sembrava paradossale vedere che per ogni museo chiuso c’erano due centri commerciali aperti. Ma si devono pur tenere in conto altri fattori, come il diverso impatto economico dei due luoghi, oltre all’ordinamento giuridico, pubblico in un caso – quindi dipendente direttamente dalle decisioni del Governo – e privato nell’altro.

In ogni caso, i musei non sono rimasti con le mani in mano e hanno spinto la loro presenza sui social. Twitter, Facebook, Instagram, che ormai già sono largamente usati come strumenti per intercettare le filter bubble di pubblici trasversali, sono diventati un mezzo per esorcizzare l’horror clausum, questa inquietudine da porte chiuse e da sospensione degli eventi che ha attanagliato il nostro settore.

A Torino, la Reggia di Venaria ha postato alcune foto dal work in progress della mostra “Roma, Torino, Parigi 1680-1750. Sfida al Barocco”. I Musei Reali e la Fondazione Torino Musei, con GAM, MAO e Palazzo Madama, hanno pubblicato una lunga serie di post con le opere della collezione, giocando ironicamente sulla tristezza dei soggetti ritratti, con tanto di bollino #museichiusimuseiaperti, lanciato dal servizio educativo del Museo Tattile di Varese. A seguire l’hashtag anche il Museo del 900 di Milano, mentre il Cenacolo Vinciano ne ha approfittato per raccontare alcune sue attività, ‹‹Una chiusura forzata che apre nuove opportunità››, scrivono sulla loro pagina Instagram. La Pinacoteca di Brera ha condiviso il post di Tvboy, con il Bacio di Hayez – conservato proprio nella Pinacoteca – rivisitato con mascherine e amuchina e sta producendo una serie di brevi video dedicati alle proprie opere. A proposito, mascherina e amuchina vanno talmente a ruba che qualcuno ha pensato di strapparle dal murales di Tvboy: ‹‹Qualcuno non ha apprezzato, ma non c’è problema, perché ne farò un altro››, ha commentato lo street artist palermitano.

La Fondazione Cineteca Italiana di Milano ha messo a disposizione gratuitamente centinaia di film in streaming. A Bologna, il MAMbo ha trasmesso in streaming la performance presentata da Ragnar Kjartansson per la mostra “AGAINandAGAINandAGAINand”.

Insomma, si prova a sorridere. Oltralpe, invece, si inizia a piangere. Stamattina chiusura straordinaria per il Louvre, in seguito a un’ordinanza del Governo francese, che ha deciso di sospendere gli eventi pubblici con più di 5mila persone ma che non riguarda direttamente i musei. Ma il Louvre, che ha 3,7 milioni di follower, ha deciso di evitare ogni rischio e tenere le porte chiuse, lasciando nella delusione i tantissimi turisti che già si erano assiepati davanti alle porte.

Anche in Spagna non se la passano granché bene: dopo la cancellazione del Mobile World Congress di Barcellona, a Madrid hanno deciso di aprire regolarmente Arco. Ma la discussione sul Coronavirus serpeggia tra i booth e i corridoi, affollatissimi di addetti ai lavori provenienti da una parte e dall’altra del mondo. A proposito, quando poi questa storia sarà finita, si dovrà riparlare di come ridurre gli spostamenti e le emissioni di Co2. ‹‹Sono preoccupato››, ammette Phillip Verge, attuale direttore del Serralves Museum di Porto. Stesso sentimento anche per Perrotin, le cui sedi di Shangai e Hong Kong sono forzatamente chiuse ma che si potrà consolare con il nuovo spazio di Parigi.

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