13 giugno 2020

Riaperture: il Museo di Capodimonte c’è. E presenta anche i nuovi progetti

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Il Museo e Real Bosco di Capodimonte riapre al pubblico e presenta la prossima programmazione, tra nuove mostre, riallestimenti e cinema all'aperto

Museo di Capodimonte

Martedì 9 giugno, a Napoli, prove generali per la ripresa della normalità della vita cittadina con l’attesissima riapertura del Museo e Rel Bosco di Capodimonte. In città c’è già l’affollato e affannato traffico stradale, buona ragione per i ritardi inveterati degli autobus. Ma nel Real Bosco di Capodimonte, il più grande parco cittadino d’Italia, forse d’Europa, c’è un mondo a parte. Qui gli ampi girari dei settecenteschi viali suggeriscono il senso di una vita serena: anziani, mamme con bambini, ragazzi, single e coppie vi passeggiano tranquillamente. Ma qualcosa stona: tutti portano sul viso la mascherina, la cui forma non è quella che indica il suo nome grazioso, che suggerisce personaggi del teatro settecentesco oppure rievoca eleganti, allegre feste mascherate.

All’ingresso del Real Bosco invitano a indossarla, la sicurezza è l’indispensabile presupposto della serenità del luogo. Il cui accesso è gratuito e lo sarà sempre, come ribadisce il direttore Sylvain Bellenger, anche se è certamente molto costoso mantenere in bellezza alberi, prati sempre verdi e rasati, piante rare e giardini fioriti. Il Direttore invita i visitatori del Real Bosco a lasciare il proprio nome, in modo da poter godere di un abbonamento al museo a prezzo agevolato, con un pacchetto gratuito di dieci ingressi. Anche il museo è stato organizzato per garantire la sicurezza dei visitatori, i quali saranno in numero contingentato, previo pagamento del biglietto on line con la prenotazione a coopculture.it, che garantisce anche l’ascolto delle suggestive musiche che accompagnano la mostra “Napoli, Napoli di lava porcellana e musica”, mentre, secondo legge, sono state abolite le autoguide e il guardaroba. Consentite le guide turistiche, che però potranno riunire al massimo sette persone.

Le mostre che riaprono

All’ingresso e in altri luoghi opportuni ci sono gel igienizzanti. Tutto è stato organizzato con la maggiore cura possibile. Rendere sicuro il luogo a lui affidato è stato il primo pensiero del direttore Bellenger. Ne dà esempio lui stesso, accogliendo la stampa, per sicurezza, all’aperto, in uno dei cortili interni della Reggia. La storia si ripete. Lui è un francese della Normandia, il che ci può ricordare che, in passato, il suo popolo, chiamato dal duca di Napoli, difese appunto la sicurezza della città da una sorta di virus recidivante, l’aggressione della longobarda Salerno, di cui atavica era l’inimicizia verso la città della greca Partenope.

In questi mesi di chiusura forzata, il museo ha continuato a lavorare con una maggiore cooperazione, producendo on line convegni e guide. Ma nulla, soprattutto per gli amanti dell’arte figurativa, può sostituire la visione concreta del reale. Bellenger cita il lavoro svolto per realizzare le manifestazioni in programma, che risulteranno soltanto posticipate. Così riprende la mostra, che durerà fino al 10 gennaio 2021, “Nella luce di Napoli”. Si tratta delle opere in ceramica del celebre archistar Santiago Calatrava, collocate nel Cellaio, l’antico padiglione, un tempo magazzino della masseria borbonica. Mentre, nell’edificio del museo, vi sono i progetti in miniatura delle sue più famose costruzioni architettoniche.

Poi sarà anche aperta, secondo il programma, la chiesetta settecentesca dedicata a San Gennaro, che apparirà ornata dalle decorazioni murarie in ceramica dello stesso architetto. Per nostra fortuna, poiché le sue opere appartengono allo stesso museo di Capodimonte o al teatro San Carlo, può essere prorogata, sembra fino alla Pasqua 2021, la già citata straordinaria mostra “Napoli Napoli di lava, porcellana e musica”, una creazione dello stesso Direttore, che ha riscosso magnifico successo e copiosa affluenza. Più difficile e laborioso, invece, è stato rimettere in opera le mostre reduci dei successi parigini al Petit Palais. Soltanto a settembre prossimo sarà possibile riaprire quella di Vincenzo Gemito, mentre aspetteremo ottobre per quella di Luca Giordano, che sarà arricchita da un programma di visite alle chiese napoletane dotate dei suoi affreschi.

I nuovi progetti espositivi, il teatro e il cinema all’aperto

Ma Bellenger dà notizia anche del nuovo, che sarà costituito dagli artisti Paolo La Motta, Emblema e Diego Cibelli. Inoltre, i visitatori del museo già da ora possono apprezzare, al primo piano, la nuova sistemazione della collezione Farnese, che è stata dotata anche di una nuova e più accurata illuminazione. Al secondo piano, c’è la Napoli del Settecento con le sue porcellane, a quel tempo espressione della capacità napoletana nella trasformazione della materia e testimonianza dei vivaci rapporti tra le corti europee. Che qui sono anche testimoniati dai suggestivi reperti portati dal cartografo esploratore James Cook, che Lord Hamilton aveva regalato al re Ferdinando IV.

Stefania Albinni, per gli Amici di Capodimonte, ha annunciato il Teatro delle Guarattelle, ancora tanto amato dai bambini, che sarà curato dall’artista Bruno Leone. Vi saranno anche gli artisti di strada e, ad agosto, Il festival della musica popolare del Sud, annunciato dal presidente di Musicapodimonte Aurora Giglio, che ne assumerà la direzione artistica, prima assegnata a Peppe Barra. A luglio, vi sarà ancora l’amatissimo Luglio Musicale Napoletano. A settembre torneranno le magnifiche proiezioni del cinema all’aperto, curate da Maria Tamajo Contarini. Infine, a breve, Capodimonte sarà sede del Napoli Teatro Festival.

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