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È morto a 78 anni David Lynch, genio visionario della cinematografia
Personaggi
di redazione
«C’è un grande vuoto nel mondo ora che non è più con noi. Ma, come avrebbe detto, guardate la ciambella e non il buco». Così la famiglia di David Lynch ha annunciato la morte, avvenuta oggi, 16 gennaio 2025, del grandissimo e visionario regista, la cui salute già da tempo era condizionata da una grave forma di enfisema che, negli ultimi anni, l’aveva tenuto lontano dalle scene ma non dal lavoro. I suoi brevi video delle previsioni meteo, pubblicati su Youtube fino al 2022, erano attesissimi dai suoi fan di tutto il mondo. Nell’ultimo periodo, inoltre, era alle prese con un’opera musicale.

Nato il 20 gennaio 1946 a Missoula, negli Stati Uniti, David Lynch è stato una figura monumentale della cinematografia, le sue opere hanno segnato profondamente il linguaggio visivo contemporaneo, anche al di là dello schermo. Sceneggiatore, pittore, musicista e fotografo, ha costruito un immaginario unico, sospeso tra sogno e incubo, scavando nei recessi più oscuri della psiche umana. I suoi personaggi, tanto i protagonisti quanto quelli secondari, spesso enigmatici e tormentati, restano impressi nella memoria collettiva.

Dai primi passi con Eraserhead (1977) fino al capolavoro televisivo Twin Peaks (1990-2017), ha ridefinito i termini del racconto visivo, contaminando il cinema con suggestioni surrealiste, atmosfere disturbanti e una narrazione frammentata. Film come The Elephant Man (1980), Blue Velvet (1986), Mulholland Drive (2001) e Inland Empire (2006) rimarranno come pietre miliari di un’arte che ha osato esplorare l’incomprensibile e il perturbante. Ma al di là della fascinazione per l’irreale, Lynch ha saputo anche raccontare l’America profonda e le sue contraddizioni, rivelandone il volto più nascosto ma non meno reale, dietro la facciata di apparente normalità.

Già da giovanissimo sognava di diventare un artista e frequentò alcuni corsi alla Corcoran School of Art di Washington. Si iscrisse successivamente alla School of the Museum of Fine Arts di Boston, frequentata solo per un anno, e decise di partire per l’Europa per studiare il pittore espressionista Oskar Kokoschka. Al suo ritorno, si iscrisse alla Pennsylvania Academy of Fine Arts e iniziò a realizzare complessi mosaici geometrici intitolati Industrial Symphonies. A questo periodo risalgono le prime esperienze con la macchina da presa. Il suo primo cortometraggio, dal titolo Six Men Getting Sick, vinse concorso cinematografico annuale dell’accademia. La pittura e la fotografia sarebbero ritornati in vari momenti della sua vita e oggi le sue opere sono conservate anche nella collezione del MoMA – Museum of Modern Art di New York. Recentemente aveva anche iniziato a lavorare con Pace Gallery, una delle gallerie d’arte più importanti al mondo.

Mentre Hollywood brucia, in uno scenario lynchiano, la sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile nel panorama artistico mondiale. David Lynch ha insegnato a guardare oltre la superficie, a non avere paura dell’oscurità e a trovare la purezza della poesia anche nella straordinaria inquietudine del quotidiano.