19 ottobre 2021

Gli ultimi giorni di Pasolini: Lili Reynaud-Dewar vince il Prix Duchamp 2021

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Il prestigioso Prix Marcel Duchamp 2021 assegnato a Lili Reynaud-Dewar: l’artista vince con un progetto dedicato a Pier Paolo Pasolini e sviluppato durante una residenza a Roma

Lili Reynaud-Dewar. FOTO JEAN-MICHEL SICOT

Autrice di una coraggiosa ricerca incentrata sulla relazione tra il corpo e la politica, Lili Reynaud-Dewar ha vinto il Prix ​​Marcel Duchamp 2021, il più importante premio d’arte contemporanea in Francia e tra i più significativi al mondo, arrivato alla 21ma edizione. La nomina è stata annunciata nel corso di una presentazione al Centre Pompidou, nella giornata di lunedì, 18 ottobre, a segnare una sorta di apertura simbolica della settimana dell’arte contemporanea di Parigi, che aprirà ufficialmente giovedì, 21 ottobre, con l’attesissima fiera FIAC. Durante la cerimonia le sono stati assegnati anche i 35mila euro previsti dal premio.

L’elenco dei quattro artisti nominati per la shortlist del Prix Marcel Duchamp 2021 è stato comunicato il 7 gennaio: si trattava di Julian Charrière, Isabelle Cornaro, Julien Creuzet e, appunto, Lili Reynaud-Dewar. Come da tradizione, il premio è accompagnato da una mostra collettiva al Centre Pompidou, inaugurata il 6 ottobre e visitabile per tre mesi. I quattro candidati sono solitamente scelti per il loro percorso già affermato ma ancora in via di sviluppo e, per la vittoria, gioca un ruolo determinante anche la presentazione delle opere nel contesto del museo, così come l’introduzione del curatore di ciascuno degli artisti. In occasione del Prix Marcel Duchamp, Reynaud-Dewar ha presentato Rome, 1er et 2 Novembre 1975, progetto iniziato durante la residenza all’Accademia di Francia – Villa Medici a Roma che ripercorre gli ultimi giorni di vita di Pier Paolo Pasolini, dall’ultima intervista al suo tragico assassinio.

Nei suoi lavori, Reynaud-Dewar ha spesso messo in campo direttamente il proprio corpo, considerato come medium più o meno consapevole non solo di atteggiamenti somatici ma anche di ideologie. Nei suoi video compaiono spesso corpi nudi – tra i quali anche il suo – e danzanti all’interno degli spazi ufficiali dell’arte, dal New Museum di New York all’Arsenale della Biennale di Venezia, nel 2015. Le sue opere sono state esposte anche alla Biennale di Gwangju in Corea del Sud, alla Kunsthalle Basel in Svizzera e alla Kunsthaus Bregenz in Austria, oltre che al Museion di Bolzano (qui la nostra recensione), al Palais de Tokyo di Parigi e alla Biennale di Berlino del 2010. Nel 2014 vinse il Premio Ettore Fico, nell’ambito di Artissima di Torino.

Dopo aver studiato danza al Conservatorio di La Rochelle e diritto pubblico alla Sorbona, Reynaud-Dewar, che attualmente vive a Grenoble, dal 2010 insegna alla Haute École d’Art et de Design di Ginevra, a volte tenendo le lezioni nella sua stanza d’albergo. Xavier Ray, che all’inizio di questo mese ha assunto la carica di direttore del Pompidou, ha elogiato Reynaud-Dewar per il suo «Approccio universale, e la sua efficace critica istituzionale e sociale», osservando che «i rischi assunti con il proprio corpo sono particolarmente commoventi».

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