07 settembre 2001

Biberon d’artista alla Fiera di Milano

 
Settanta tra artisti e designer hanno prodotto altrettanti biberon d’arte e li hanno esposti a Milano in occasione del Macef, grande fiera del cibo e della cucina. Simpatico appuntamento per questo finesettimana...

di

Quale medium, in Italia, potrebbe essere più efficace del cibo per veicolare il linguaggio dell’arte anche a chi non ha la possibilità di comprenderlo? Deve essere questa la domanda che nel 1996 si deve essere posta la scultrice topylabrys quando a Milano diede i natali all’associazione ‘Arte da Mangiare – Mangiare Arte’.Biberon, Marco Falcone-Nutritore
In occasione del Macef, fiera internazione di articoli per la casa e la cucina, l’associazione milanese propone a partire da oggi una mostra sui…biberon. Settanta artisti hanno reinterpretato in maniera personalissima questo oggetto dal grande significato simbolico ma anche dall’importantissima valenza estetica. Le scorse edizioni del Macef, per la verità, avevano già visto protagonisti gli artisti di ‘Arte da Mangiare’ che rielaborarono creativamente utensili come il mestolo e l’imbuto.18903
A metà strada tra la provocazione, il surrealismo e l’esplorazione di nuovi linguaggi, la mostra sul Biberon viene beffardamente dedicata ai “signori giornalisti”. I comunicatori della carta stampata presenti in fiera – specialmente nell’ufficio stampa della stessa, dove la mostra è allestita – vengono invitati a prendersi un momento di relax davanti a queste bizzarre creazioni “con licenza d’allattare”. I lavori, di cui vi presentiamo una selezione in foto, non entreranno probabilmente nella storia dell’arte contemporanea e i nomi degli artisti non sono quelli che bazzicano le migliori gallerie di New York o di Berlino; l’esposizione tuttavia testimonia una verve creativa non trascurabile, un approccio talvolta critico talaltra ironico indica che anche un oggetto all’apparenza banale diventa motivo di stimolo per la fantasia degli artisti.Gianni Noli
Durante l’inaugurazione di oggi, inoltre, le suggestioni artistico-culinarie si mischieranno a ricordi new-dada che ci riportano indietro di una quarantina d’anni. La fondatrice dell’associazione ‘Arte da Mangiare’ proporrà infatti una degustazione d’arte a sorpresa…impossibile mancare!


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Massimiliano Tonelli



Arte da mangiare mangiare Arte –
Mec srl – Via Ausonio 7 – 20123 Milano – t/f 02/58113117 – c. 348/2721182
e-mail: meceven@tin.itwww artedamangiare.com


[exibart]

21 Commenti

  1. Egregio signor Tonelli, ho ricevuto diverse rimostranze per il commento riguardante la “notorietà” degli Artisti che partecipano alla mostra “biberon d’Artista” in corso alla Sala Stampa MACEF .
    Questi autori italiani e stranieri possono produrre curriculum professionali che documentano esposizioni in gallerie private e pubbliche in Europa e nel mondo.
    Inoltre nei comunicati – Arte da mangiare, mangiare Arte, e sulle pagine del DaybyDey del MACEF di venerdì – è stato esaurientemente illustrato lo stirito ironico, sia del titolo sia della mostra offerta ai giornalisti.
    Ogni commento ed interpretazione differente è attribuibile solo a chi ha firmato lo scritto.
    Ornella Piluso – topylebrys

  2. Gli Artisti partecipanti alla mostra del “biberon” sono 70: son convinta che l’informazione dovrebbe essere precisa e senza commenti personali, gratuiti e non richiesti……..amenochè il critico o lo storico d’Arte sia molto noto e/o scriva su importanti giornali d’Arte di Berlino o N.Y.
    Nicoletta Frigerio

  3. Gli artisti, i curatori e gli organizzatori degli eventi dovrebbero secondo me tenere sempre a mente che i giornali, le riviste e gli e-magazine non sono al loro servizio…il redattore è libero di fare tutti i commenti che vuole, ci mancherebbe altro! L’informazione deve essere corretta, ma non necessariamente asettica!!! Poi si può ovviamente obiettare, ma mai insinuare che il giornalista si debba astenere da commenti.
    Cordialmente
    Franca

  4. La caduta di stile di cui è caratterizzata questa testata d’arte è davvero preoccupante.
    Sembra che anche questa Exibart faccia suo l’assunto che un prodotto è tanto migliore quanto più frequentato.
    Come se MacDonald’s dovesse essere il ristorante di migliore qualità.
    Redattori che presentano una mostra senza averla visitata, citando la presenza di opere non esposte;
    Direttori che in risposta a lettori che lamentano la mancata segnalazione di una mostra dicono che vengono recensite solo mostre visitate (sic!);
    Lettori di grande spessore e senso critico che abbandonano improvvisamente e in silenzio il sito;
    Redattori che considerano “simpatico appuntamento del fine settimana” il lavoro di 50 artisti (che sono poi 70), come se fosse il circolo del merletto.
    Da dire ci sarebbe ancora molto.
    Ma ora vado a fare qualcosa di più serio.
    Qui oltre a non esserci più serietà non c’è più nemmeno divertimento.
    D’altra parte, nemmeno Exibart è New York o Berlino!
    Elena.

  5. Il fatto che lei abbia ricevuto diverse rimostranze mi fa piacere, significa che l’articolo è stato letto e riletto da tante persone.
    La filosofia dell’articolo era ed è quella di mandare i milanesi al vostro evento durante questo finesettimana. Il messaggio per i cittadini della capitale lombarda era quindi: “andate al Macef, c’è una mostra che è ‘impossibile perdere’ – così concludo il mio pezzo – nonostante non ci siano Vezzoli, la Toderi, Maurizio Cattelan o Robert Gligorov…”.
    Sottolineare poi che le cose scritte nell’articolo siano interpretazione del redattore mi pare di imbarazzante ovvietà. Siamo talmente drogati dalla logica del ‘pubblicare il comunicato stampa’ che ci viene l’orticaria quando vediamo qualcuno esprimere un parere; trovo quest’atteggiamento preoccupante.
    Massimiliano Tonelli

  6. Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
    La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

    Cara Nicoletta la sua affermazione ‘son convinta che l’informazione dovrebbe essere precisa e senza commenti personali, gratuiti e non richiesti…’ contrasta in maniera a mio avviso pericolosa con la frasetta che riporto in testa. La frasetta è ripresa da un articolo di quel malandato e, a quanto pare, antiquato foglio che è la nostra Carta Costituzionale…
    La richiesta da parte della Nicoletta Frigerio di un’informazione che non si pronunci e non si esprima è cosa che deve far riflettere. Temo non ci sia da aggiungere altro.
    Massimiliano Tonelli

    Riguardo al refuso sul numero degli artisti provvedo immediatamente alla correzione.

  7. Cara Sperelli, il suo messaggio davvero è di quei pochi che si commentano da soli. E’ gonfio di astio, di inesattezze, di approssimazione e di affermazioni fini a se stesse.
    Benché non sia facilissimo voglio però provare a spiegarle come tutto quello da lei scritto sia pressoché totale idiozia.
    1. Lei dice che Exibart adora l’arte del McDonald; io le rispondo che qui come da nessuna parte c’è una ricerca continua e maniacale del piccolo, dell’irraggiungibile, del periferico. Abbiamo redazioni in una Genova dove succede ben poco ma dove di tutto quel poco noi diamo notizia; abbiamo sede a Cagliari, a Palermo e a Napoli dove arte da McDonald ce n’è davvero poca. Sbattiamo in prima pagina la personale nella Libreria di Messina e la collettiva nel borgo in provincia di Latina e la cosa meravigliosa è che SIAMO GLI UNICI A FARLO!
    2. Tutte le nostre recensioni prevedono che il redattore vada alla mostra prima di scriverne. E anche qui cara Sperelli siamo gli unici o quasi. Se poi qualche redattore ha fatto il furbo questo è accaduto in percentuali così esigue da definirle trascurabili.
    3. Nessun ‘lettore di spessore’ che si occupi, si appassioni o lavori nel mondo dell’arte può permettersi il lusso di non consultare Exibart. Il sito può non piacere, tante cose possono essere non condivisibili ma il prestigio, la completezza e l’impostazione editoriale ne fanno uno strumento di lavoro che si configura come insostituibile. Detto questo c’è un fattore fondamentale: io le dico questo avendo alle spalle dati UFFICIALI di accesso al sito: so quanti sono i lettori e quanto AUMENTANO giorno per giorno! Non sono la rivista d’arte che millanta lettori inesistenti eccedendo nella tiraura, non sono la mostra che si aumenta gli accessi artificialmente. Qui siamo su internet, tutto è scritto e con la massima precisione. Ogni santo giorno che scende in terra io so quante migliaia di lettori hanno visitato Exibart, quante pagine hanno letto, quanti minuti e secondi hanno passato nel portale.
    E poi, cara Sperelli, mi sembra del tutto evidente che semplicemente nel momento in cui lei utilizza questo sito per esprimersi, ecco proprio in quel preciso momento lei involontariamente carica la struttura che la ospita di una valenza culturale enorme e formidabile. Ci pensi un istante…
    Riguardo a New York o Berlino, mi pare chiaro che andiamo ben oltre…abbiamo tanti lettori dalla Francia, dall’Austria e poi giù fino al nord Africa, a Sidney e a Santiago del Cile, a Barcellona ed a Città del Messico…provi lei ad andare in un qualsiasi computer di Bucarest o di Tokio e digiti exibart.com, ebbene siamo anche li !!!
    Massimiliano Tonelli

  8. Egregio signor Tonelli,

    temo davvero che l’idiozia ora, l’abbia detta lei.
    Io NON ho mai affermato che Exibart adora l’arte da MacDonald’s o pubblicizza solo arte da MacDonald’s, sappiamo tutti e bene che così non è.
    Ho citato questo ristorante come esempio per dire che non è il numero di clienti e frequentatori che rende di qualità il cibo, rilegga bene.
    Come non è il numero di visitatori che rende prestigioso un sito.
    Immagino che il sito di Taricone sia molto visitato.
    Anche Liala ha venduto milioni di copie, ma non è letteratura.
    Detto questo, credo che l’astio e la malizia l’abbia vista solo lei, io mi sono limitata a fare delle considerazioni su cose avvenute realmente nella sua testata che lei e solo lei ha avuto modo in passato di difendere come infallibile quando le chiedevano conto di una mostra non recensita. Avrebbe fatto meglio a documentarsi prima di dare del folle a quel lettore che le chiedeva spiegazioni.
    Vorrei aggiungere che se andasse a Bucarest o a Santiago, a Tokio o in Nuova Guinea e trovasse un computer collegato a internet, e dovesse digitare l’indirizzo di un salumiere della Costa d’Avorio, credo apparirebbe anche quello.
    Questo è internet.
    Ma non desidero inoltrarmi in critiche oltre misura nè fare altre polemiche.
    Quello che avevo da dire l’ho detto e lei è libero di non essere d’accordo.
    Spero comunque che sappia che negare l’evidenza non è un’opinione, ma un’idiozia.
    Certamente più grande di quella che lei ha maliziosamente trovato nel mio scritto.
    La saluto Sig. Tonelli, e le auguro un buon lavoro.
    Elena Sperelli.

  9. Elena Sperelli,

    Sinceramente non capisco come lei abbia potuto inviarmi una mail personale per invitarmi a scrivere sulle pagine di Exibart e corroborare la sua tesi chidendomi “la cortesia intellettuale di aiutarla ad attaccare nel mio stile il Direttore Tonelli”.
    NON LO FACCIA MAI PIU’!! sto ancora vomitando.
    E di intellettuale nel suo atteggiamento non ci vedo proprio nulla.
    Nella sua mail mi dice che io ho abbandonato Exibart perché ho capito quanto Exibart sia di “basso profilo” ed altre insulsaggini puerili.
    Ora, quello che io ho capito o non ho capito lo lasci decidere a me; E non riesco davvero ad immaginare come lei conosca null’altro che non sia di “basso profilo”.
    Gli alti profili sono lontani da lei come Platone lo fu dagli escrementi di un bradipo.
    Inoltre trovo sia davvero di cattivo gusto utilizzare il mio nome e la mia persona per difendersi o attaccare altre persone.
    Ma lei, ha così poco da offrire di se stessa?
    Non entro nel merito di una questione che riguarda lei e il Signor Tonelli, e proprio per questo desidero che non mi scriva oltre e non mi citi, nemmeno fra le righe.

    Il mio rapporto con Exibart non rientra tra le cose che la riguardano e le chiedo la cortesia di non rispondere nemmeno a questo mio messaggio, non so quanto potrei essere delicato ancora, potrei distruggerla.
    Quanto al prestigio di Exibart, cara Sperelli, ognuno di noi ha i propri difetti.
    Certo, alcuni difetti sono mostruosi, come i suoi per esempio.
    Inoltre vorrei suggerirle di dedicare la sua vita a cose più sane che spettegolare in privato offendendo persone che non possono ascoltarla.
    Credo che lei debba davvero ringraziare che in questo periodo non mi sento molto bene, in altre occasioni avrei utilizzato ben altro tono, ma ora ho da pensare alla mia salute.
    Se lei sprofondasse nella Geenna, per esempio, mi farebbe sentire molto meglio.
    Vuole farmi questa “cortesia intellettuale”?
    Grazie!
    Ciao, Biz.

  10. Sono d’accordo con Elena.
    MACEF non è il MOMA, Exibar è un sito su cui si può scrivere riportando notizie e nel mondo tutti le possono leggere.
    Lasciamo stare la Carta Costituzionale ….. e la libertà di stampa e d’interpretazione! Ironia e beffa sono due cose diverse, non è questione d’interpretazione dei comunicati stampa.
    Del resto l’arroganza – atteggiamento così usato oggi da essere ormai fuorimoda – se non è un modo per farsi leggere, qui è il tentativo per farsi notare: tempo in più sarebbe sprecato. Nicoletta

  11. Per prima cosa vorrei augurare a Biz una pronta guarigione e spero non sia nulla di preoccupanate (ricorda che hai una causa da seguire, il CONAT è sempre con te, non ci puoi abbandonare). Biz, Biz , Biz. E anche a Kranix: Kranix,Kranix, Kranix, anche per te vale lo stesso augurio.

    Alle sciure sciurine sciurette:
    Non ho fame e non andrò a mangiar l’arte al Macef, un ristorante che certo non è un fast-food macdonaldese, ma non è neppure una bella osteria come quelle che han ceduto il passo, da tempo, a Milano, a localini chicchini e profumatini,dove si ricreano gli ambientini, e son contenti i signorini.
    Che due maroni, il Giamaichino, il Brerino, e così via. Frequentati da bei signorini e signorine e signorotti e signorotte,che un giorno si son detti: Oh bella, non è più trend lo yuppi bang, uèla, meglio l’è ‘l bon ton, stiloso lo stilista, il new dandy, romantic post futuro, cyborg tette e culi, age-sweet-new-age.
    Via Fiori Chiari tra localini, antiquarini galleriucce e boutiquètte, automini con sorrisi scolpiti da tecno dentisti, pelle plasmata U.V.A, U.V.B.,T.V.B.e CICCIRICI’, uniforme casual doppiopettista fotocopiata dalle paginine dell’ultimo Vogue, frequentatori di una via Bigli dedicata a Supermercati dell’Arte: che figata! il carrellino, la commessa, ci va questo ci va quello, che vestito mi metto, se compro quello farò bella o brutta figura, mi ha detto la Lilli che se dico che il Fuffi è una bella promessa, il Polly mi nota e dice al Ninni che me ne intendo.
    L’è dura a Milàn. L’è pù dura adéss che gh’è tant, che quand pareva che no gh’era nient. perché Milàn gh’è pù.
    C’è il Moma non m’oma, il Berlino Belino, e tante fotocopie, o meglio scansioni e masterizzazioni, tanto per aggiornarsi: le vecchie gallerie son fuori moda, non se ne parla, oppure si adeguano.

    Gli omenòni si piegano sempre di più sotto i cornicioni del benessere e ti guardan stanchi, anzi non ti guardano neppure più. Il parco dello Sforzesco e il Foro Bonaparte dove s’aggirava un Gadda ammalato e critico, Via Manzoni, un “Lìter in Quàter” dove ancora sparuti pensionati si riunisono a parlare, bestemmiare e imprecare davanti a Palazzo Marino, le spalle alla Scala, stanno lasciando il campo al patinato stilismo luccicoso, imbellettato e puzzolente, fotocamerizzato e grandaffratellato.
    E’ normale signore Elena, Nicoletta e Ornella che alcune cose siano recepite in modo diverso da come uno si aspetta, perché è tutto diverso: anche il contesto in cui le Maître Manzoni serviva le sue uova firmate, infatti aveva già subodorato la piega verso cui andava la Milano da bere, e ha pensato bene di fare tutto il più in fretta possibile e non vedere l’attuazione che invece altri si son dovuti sorbire.
    Io sarei lusingato di aver avuto la recensione del Signor Tonelli, anche più ricca di commenti, che forse, sono stati male interpretati. Le critiche, anche le più maliziose, fanno bene, almeno vuol dire che la persona che le fa si è presa la briga di recepire, assorbire e restituire un fatto. Il modo ci può dar fastidio, può urtare la sensibilità d’affermazione, ma c’è stato “lavoro e interesse” pari e tanto al nostro. Gli sbagli poi, se ci sono, sono in buona fede e penso che voi capiate la differenza, o no?
    Non è la stessa cosa che leggere l’intestazione del comunicato stampa e accantonare, se non riguarda una galleria o di un centro espositivo o di un artista “à la carte”…
    Signore care, vogliate tenerne conto, senza quei rancori tipici dei ristoratori gelosi che fan le soffiate ai NAS o alla Finanza.
    Un bacio extraterrestre nella speranza che vi stringiate la mano e accolgierete un giorno in maniera diversa il Signor Tonelli la volta che verrà a mangiare da voi.

  12. Cara Sperelli,

    il sapere – in questa vibrante domenica – proprio all’ora del caffé che lei ha tentato subdolamente, attraverso mute e-mail a lettori affezionati – seppur, ahime, malati; ma almeno mi si spiega l’assenza ed ho modo di far auguri di pronta guarigione – di orchestrare una casereccia rivolta contro il mio articolo mi attribuisce un’importanza che almeno una volta a settimana voglio avere il piacere di sentirmi.

    Dibattiti duri, secchi, divertenti, stimolanti, idioti, arguti come qusto sono le cose che risarciscono la fatica di quell’ottantina di eroi che con spirito di volontariato e innamoramento per la cultura, rubano tempo al sonno ed alla passeggiata per FARE Exibart. Grazie a nome di tutti!

  13. Caro Eta Beta
    Sei forte!Sei un caro amico che si fa sentire vicino quando è il momento, quando ti vedo nei commenti sono molto felice.
    Ti auguro tante cose belle e spero presto sentirti.
    Cari saluti.
    Maria

  14. Caro Biz
    mi ha fatto piacere leggere il tuo commento, il tuo sprint solito mi mancava, mi mancavi tu.
    Spero ora tutto bene e spero presto risentirti.
    Anche il nostro caro Eta Beta ha fatto un commento dove non mancava il suo umorismo e la sua cultura, è stato forte e ha difeso Massimiliano Tonelli nel suo modo elegante e signorile che ammiro.
    Tu hai dimostrato di essere la persona sincera che ho sempre detto che sei, la persona sulla quale si può sempre contare.
    E’ bella questa unione che c’è in Exibart, penso che in nessun’altro sito ci sia.
    L’unione fa la forza ma è anche segno d’amore, oggi più che mai necessario.
    A presto caro Biz, ti voglio bene.

  15. Tho,hai sfoderato la dialettica da acherino on line. Potresti almeno tentare di essere? originale? Già il tuo maestro è malato!
    Non lo scoprirai mai , ma cuciniamo benissimo, Nicoletta

  16. Non posso giudicare l’operato artistico delle signore, al di là di ogni impressione, c’è anche lì lavoro, passione, (forse) sfida, c’è un intento, altrimenti non si spiega la loro presenza qui, giusto? Insomma c’è da portare comunque rispetto al loro lavoro, ma una cosa piccolina la dico: mi sembrano un po’ permalosette, un po’ teresine. E dài, porca miseria, abbassate i forchettoni dell’arrosto! Mi avete fatto venire fame, ora: lo sapete cucinare un risotto come si deve, che so, visto che mi era simpatico, la seguite la ricetta del Gadda, o come lo fate? E la cassoela di Munari? Santomaso invece non lo digerisco.

  17. Caro Eta Beta
    Ti ringrazio per il messaggio di pace inviato, l’amore unisce e dona pace all’anima.
    Sei una persona da prendere ad esempio.
    Ancora grazie.
    Saluti cari e spero sentirti presto.
    Maria

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