07 novembre 2001

Sedotti da un’opera d’arte

 
Nei musei italiani scoppia la passione: una serissima indagine ha reso noto che i giovani di oggi vengono travolti da un irresistibile desiderio erotico all’interno di determinati palazzi e di fronte a certe opere d’arte. Un desiderio che qualcuno ha realizzato...

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È meno conosciuta della Sindrome di Stendhal, ma miete sicuramente più vittime: è la Sindrome di Rubens, una sorta di impulso sessuale che colpisce il visitatore durante la contemplazione di alcune opere d’arte custodite all’interno di magnifiche sale adibite a museo o giardini principeschi. Lo ha rivelato l’indagine condotta dal Professor Massimo Cicogna, presidente dell’IPSA, Istituto di Psicologia Psicoanalitica di Roma.Il satiro di Rubens
Questi i dati: su 2000 ragazzi intervistati all’uscita di alcune strutture museali, il 20% ha rivelato di aver desiderato, o addirittura di aver consumato, una fugace storia d’amore all’ombra di un’opera d’arte. “Era una delle teorie di Freud: scoprire il mondo fa eccitare – ha spiegato ad Exibart il professor Cicogna – “e trovarsi di fronte ad un’opera d’arte, provoca un’eccitazione legata alla percezione estetica dell’immagine”. Ecco in dettaglio la Teoria della mitopoiesi elaborata da Cicogna: “i giovani di oggi si sono di nuovo appassionati all’arte: di fronte ad essa vivono una sorta di contemplazione estetica. La cognizione dell’immagine infatti è l’acquisizione del mondo nel modo più originale che ci sia. È un processo normale: l’uomo per comprendere avvicina l’ignoto al noto. E l’arte sta proprio in questo: nel riconoscimento di certi elementi, in una percezione di tipo estetico delle immagini. Ecco perché la scoperta delle cose nell’uomo è connaturata ad un’eccitazione di tipo erotico”. Bernini, Ratto di Proserpina
Dagli studi del professor Cicogna è nata una classifica speciale dei musei ‘a rischio’, di luoghi d’arte all’interno dei quali la Sindrome di Rubens colpisce più spesso. Primo posto spetta al Palazzo Doria Pamphilj di Genova, dove si trova il Satiro di Rubens, l’artista fiammingo che ha dato il nome alla sindrome. Al secondo c’è la Pinacoteca di Brera di Milano; al terzo la Gam, Galleria d’arte moderna di Torino, da molti indicato come il museo più sensuale d’Italia, “dove molti visitatori si sono lasciati sedurre specialmente dalla ‘Nuda’, un nudo di donna sdraiata su pelliccia bianca, dipinto da Giacomo Grosso, un pittore torinese attivo tra la fine del 1800 e l’inizio del ‘900”, come ci ha confessato Marcella Pralormo, dell’ufficio mostre della Gam.Giacometti Woman Walking Scorrendo la classifica, scopriamo che le altre strutture incriminate sono la Galleria dell’Accademia di Firenze, la Collezione Guggenheim di Venezia, Villa Panza a Varese, e la Galleria Borghese di Roma. Infine: sono i luoghi o le opere d’arte a causare la Sindrome di Rubens? “I luoghi principalmete, – conclude Cicogna – ma è pur vero che le due cause spesso si manifestano contemporaneamente. A certi capolavori è davvero impossibile resistere: come trattenersi, per esempio, di fronte ad alcune opere di Rubens? o ai dipinti del Caravaggio? Per non parlare del ‘Ratto di Proserpina’ del Bernini, ospitato dalla Galleria Borghese di Roma, il vertice di sensualità, erotismo e passione mai toccato da un’opera d’arte”. Attenzione: la prossima vittima potreste essere voi.

Link correlati
Palazzo Principe Doria, Genova
Pinacoteca di Brera, Milano
Galleria di Arte Moderna, Torino
Galleria dell’Accademia, Firenze
Villa Panza, Varese
Collezione Guggenheim, Venezia
Galleria Borghese, Roma


Cinzia Tedeschi




[exibart]

16 Commenti

  1. A me è interessato moltissimo il tutto! C’è l’intervista al dottore che non avevo visto da nessun’altra parte e le idee dei responsabili dei musei…molto piu carino. GRAZIE

  2. Probabilmente alla signora che scrive ‘vergogna’ servirebbe molto molto molto essere pervasa dalla suddetta sindrome!

    Vada vada vada un po nei musei a vedere se qualcuno le fa passare il nervosismo signora cara.

  3. …ebbene si la notizia non è freschissima, ma meglio…rinfrescare certe cose…con la tristezza che avvolge certi musei…quindi brava a chi ha scritto il pezzo…e anch’io non conosco la sindrome di MOC (Musei Oscenamente Calienti? Mai Ostentare Cultura? Meno Ostensione, Curatori!?).Ciao

  4. Secondo me è solo la noia che stimola l’eccitazione sessuale. Nessuno capisce l’arte e l’attenzione si concentra su dettagli che alimentano la fantasia erotica. Niente di nuovo sotto il sole.

  5. Ah Franco! Apprezzo la fantasia nella ricerca della definizione scientifica della sindrome.. ma impegnati.. sei lontano… Acqua, acqua!

  6. Sapete una cosa? Questo weekend vado a Genova al Doria con il mio ragazzo…
    🙂
    Scherzi a parte, il pezzo è molto interesante perchè quest’estate la notizia non è stata approfondita. Credo che sia la prima volta che vengono addirittura citate le opere “incriminate”..
    Nessuna obiezione sul vertice raggiunto dal Bernini nel Ratto.. e coplimenti per le immagini.

  7. per me la notizia è freschissima! a parte questo…se l’urlo di Munch trasmette angoscia, Giotto commuove, Leonardo ammutolisce…perchè un Giulio Romano o una dama bianca di Monet non possono stuzzicare fantasie erotiche (e che mi dite del David? signore…non mentite!!!) l’arte è portatrice di messaggi, sta a noi scegliere quali cogliere

  8. sono compiaciuto della sindrome, visto che dipingo,e se il dipinto mi riesce rimango a guardarlo per minuti interminabili,che rallentano il tempo e ci si perde nei colori,e la vita diventa più sexi

  9. … interessante è notare che lo studioso di questa sindrome si chiama “Cicogna”.
    Sarà stato concepito in un museo?
    Ciao, Biz.

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