13 febbraio 2002

fino al 28. II.2002 Otello Chiti – Un maestro toscano del Novecento Poggibonsi (si), Palazzo Comunale

 
Un pittore radicato nella storia (quella italiana tra le due guerre) e nei luoghi (le colline senesi). La mostra su Otello Chiti indaga aspetti meno noti del Novecento in Toscana. Nella sua toscanità si riconosce oggi il contributo più vero del ‘ritorno all’ordine’...

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Ancora è la luce del mondo che domina la mia anima/bisogna trovare la propria atmosfera (Otello Chiti).
Nell’ambito di un più ampio scandaglio delle poetiche del Novecento toscano – dalla mostra sulla scuola pistoiese alla Galleria d’Arte Moderna a quella da poco conclusa sul Novecento toscano a Crespina – si colloca l’esposizione dedicata ad Otello Chiti, che si concentra in maniera ammirevole su un numero scelto di opere e problematiche: l’introspezione, la pittura religiosa e gli ultimi anni dell’attività dell’artista.
Attraverso il filo conduttore dei numerosi autoritratti e dei paesaggi si oggettiva un interesse autentico per l’autoanalisi e un rigoroso attaccamento alla forma. Gli autoritratti mostrano una costante verifica sullo stile, modellato all’inizio sugli esempi ricevuti all’Istituto d’Arte, ma anche sulla suggestione di Soffici, Carena e de Chirico . Quelli giovanili mostrano un uomo teso e inquieto laddove quelli dell’ultimo periodo della guerra rivolgono gli occhi all’osservatore, quasi alla ricerca di una comune umanità, per uscire da orrori non più solo personali.. Accanto a queste opere, ricche di felici riscontri con attività e temi di altri pittori toscani, troviamo un gruppo di opere ufficiali – realizzate per concorsi pubblici o per la committenza ecclesiastica – che, al di là dell’occasione e della retorica, mostrano lo studio di modelli antichi, di Raffaello, Michelangelo, Giotto. Davanti a bozzetti e cartoni si conferma il valore di quell’arte ‘comunicativa e protesa all’espressione della bellezza’, che era destinata a essere censurata di fronte all’esaltazione delle avanguardie. Tuttavia sono soprattutto i paesaggi a costruire il senso di profonda coerenza e a rendere il senso di una sintesi personale e storica. I paesaggi di Otello Chiti si possono intendere come paesaggi interiori, in cui l’intensità e la ricerca di un colloquio diretto con la natura escludono qualsiasi presenza umana dalla scena e richiamano alla mente dipinti di Giorgio Morandi . L’ininterrotta osservazione della natura riflette anche la tensione ad esprimere il presente, come è per persone sensibili, per cui i paesaggi del dopoguerra con note squillanti e accenti formalistici traducono la volontà inesausta di ‘aggiornare’ il suo stile. La mostra si conclude con un gruppo di paesaggi dipinti dopo il 1976, quando, terminati gli impegni d’insegnamento all’Istituto d’Arte di Siena, Chiti inaugura una nuova fase che coincide con una riscoperta della campagna senese. Sono opere sintetiche, nate da fotografie dell’artista e dipinte con tempera a uovo su faesite. La visione diventa nitida ed essenziale, cronaca dei nostri tempi, e, come si legge nel catalogo: “Sembra quasi che Otello voglia mostrare ai suoi contemporanei, a noi, lo splendore di gemma, il tesoro antico e ancora vivo costituito dal nostro paesaggio, e quanto sia necessario amarlo, conservarlo e tramandarlo”.

silvia bonacini


Date 15.XII:2001-28.II.2002. Indirizzo Sala Quadri, Palazzo Comunale-Poggibonsi. Orario e giorni di chiusura. Feriali 17,30-19,30. Festivi 10,30-12,00/17,00-1930. Telefono 0577986203. Sevizi aperture per gruppi scolastici su prenotazione. Catalogo Otello Chiti, Centro Di, Firenze.

[exibart]

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