19 ottobre 2022

Sulle spalle dei giganti #1. Intervista a Giuseppe Pizzuto per Wunderkammern

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L’arte influenza ancora le nostre vite? È la domanda tra le righe che rivolgiamo ai protagonisti del settore, in questa rubrica, per aprire una prospettiva oltre le spalle dei giganti: la parola a Giuseppe Pizzuto

Roma, Galleria Wunderkammern in via giulia 180, 2022, Hogre - Antologica 2007-2022, Credits Vittorio Lico

Sulle spalle dei giganti: questa rubrica nasce per indagare come l’arte, anche inconsapevolmente e in tutte le sue variegate forme, possa determinare le nostre vite. L’arte contemporanea, l’arte del nostro tempo, si avviluppa e si sviluppa nel presente, ne fa conoscere ritmi e pulsioni. Attraverso l’arte leggiamo e interpretiamo i dettagli della storia, fra le tradizioni da seguire e le sue rotture. Conoscerla porta quindi, inevitabilmente, a conoscere l’essere umano? Questo il quesito dal quale siamo partiti per la nostra indagine. Oggi la parola va a Giuseppe Pizzuto, Direttore della Galleria Wunderkammern.

Roma, Galleria Wunderkammern in via giulia 180, 2022, Hogre – Antologica 2007-2022, Credits Vittorio Lico

La Galleria Wunderkammern

Con le sue due sedi a Roma e Milano (la prima a Roma è stata aperta nel 2008), la galleria Wunderkammern presenta una tipologia di lavori in forte relazione con l’Arte Relazionale e con l’Arte Pubblica. Wunderkammern e gli artisti esplorano tematiche legate alla meraviglia, al paradosso, alla connessione tra l’interno e l’esterno, il convenzionale e l’anticonformista, la sfera privata e quella pubblica; oggi rappresenta artisti emergenti, mid-career e affermati, e ha l’obiettivo di creare un ambiente stimolante di sperimentazione, dialogo e sviluppo del loro lavoro in forte relazione con il pubblico.

Tra gli artisti della Galleria, ricordiamo: 2501, Atomo, Borondo, BR1, C215, Max Rippon, Sam3, Sten Lex, Edoardo Tresoldi Dan Witz, Rero, Agostino Iacurci, Aakash Nihalani e Jef Aerosol. A gennaio 2022 Wunderkammern ha aperto una seconda nuova sede nel cuore della Capitale, in via Giulia 180 e ha come protagonisti artisti di fama internazionale ed emergenti.

Roma, Galleria Wunderkammern in via giulia 180, 2022, Shepard Fairey – Strategies for a revolution, Credits Vittorio Lico

La parola a Giuseppe Pizzuto

“Se ho visto oltre, è perché sono salito sulle spalle dei Giganti”. Qual è stata la volta – o le volte – in cui avete “visto oltre”?

«Negli anni Settanta, quando tutto è cominciato, si pensava che i graffiti sarebbero stati una moda passeggera; e invece eccoci qui, cinquant’anni dopo. Tra gli artisti più desiderati al mondo non mancano di certo esponenti della street art: Shepard Fairey, Banksy, VHILS, Invader, JonOne…Quindi forse non solo non possiamo parlare di “moda” né tantomeno utilizzare l’aggettivo “passeggera” in relazione a tutto questo complesso e variegato fenomeno artistico.

Tutta la storia di Wunderkammern è stata un “vedere oltre”. Dall’aprire una sede espositiva nel 2008 a Torpignattara a Roma, passando per l’organizzazione dell’”Invasione di Roma” da parte di Space Invader, con la guida critica di Achille Bonito Oliva, per arrivare alla decisione (anche sofferta) di focalizzarci su artisti che vengono comunque da questo articolato universo (graffiti & urban art) o di aprire una seconda sede a Milano (al momento siamo l’unica galleria italiana “specializzata” con doppia sede). Guardando indietro penso che dietro ognuna di queste decisioni c’è stato un tentativo (speriamo riuscito) di provare a guardare oltre».

Roma, Galleria Wunderkammern in via giulia 180, 2022, Shepard Fairey – Strategies for a revolution, Credits Vittorio Lico

Tre aggettivi per descrivere la vostra Galleria (e una spiegazione che ci faccia capire perché avete scelto proprio quegli aggettivi e non altri).

«Dinamica: guardando a ritroso la storia di Wunderkammern si ha l’impressione di qualcosa che non si fermi mai (apertura 2008, invasione di Roma nel 2010, apertura di Milano nel 2016, organizzazione della mostra di Shepard Fairey nel 2018 a Mosca, apertura di nuova sede romana nel 2022) che sia in continua evoluzione. Siamo sempre stati spinti dalla voglia di promuovere con tutte le nostre forze artisti che rappresentino un’eccellenza e che abbiano un significato profondo per la ricerca artistica contemporanea nelle sue differenti forme e nei suoi linguaggi, con un focus specifico con tutto quello che ha contatto con la produzione artistica nello spazio pubblico. Il fatto di cercare sempre e comunque una forte relazione ed interazione con il pubblico, alimenta sicuramente questo dinamismo e genera continuamente nuove energie, nuove connessioni, nuove idee.

Coinvolgente: quando abbiamo cominciato a invitare a Roma artisti che fanno parte del movimento dell’urban art, abbiamo pensato fosse una parte della nostra missione (“per conto di Dio” come direbbe Jake dei Blues Brothers) quella di dover lasciare un segno riconoscibile sulla città. Così, ogni volta che qualcuno ce lo chiedeva, eravamo ben felici di produrre interventi su alcuni degli edifici intorno alla Galleria. Se oggi il quartiere di Torpignattara (che continua ovviamente a vivere la sua realtà quotidiana complessa e sfaccettata), dov’è collocata la nostra sede storica, è immerso nell’arte pubblica, è sicuramente anche merito (oppure colpa, a seconda dei punti di vista) nostra. Noi esistiamo perché c’è un pubblico che crede in noi e nel nostro progetto, per cui ci sentiamo in dovere di coinvolgerlo il più possibile in qualsiasi modo.

Concreta: siamo riusciti a portare a Roma e in Italia artisti che non vi avevano mai esposto cercando di trasmettere al pubblico la nostra passione genuina ed il nostro profondo desiderio di professionalità. Siccome le idee sono tantissime e le proposte che riceviamo (o che siamo in grado di produrre noi stessi) sono davvero interessanti, cerchiamo di concentrarci su quei progetti che possono avere il maggiore impatto e contribuire alla crescita degli artisti che – attraverso il nostro operato e quindi mostre, fiere, pubblicazioni, etc. – abbiamo scelto di promuovere».

Roma, Galleria Wunderkammern in via giulia 180, 2022, Shepard Fairey – Strategies for a revolution, Credits Vittorio Lico

Arte pubblica e arte relazionale: affinità, divergenze e convergenze tra le due forme d’arte aperte al dialogo con la quotidianità.

«Aprire la Galleria in un quartiere lontano dal centro e dal 90% delle gallerie di Roma è stata per noi un’opportunità. Non siamo capitati a Torpignattara per caso. Abbiamo scelto di esserci. Abbiamo scelto di portare l’arte in un posto diverso, vivo, avvezzo a vivere la strada, complesso e sfaccettato.

L’arte pubblica e quella relazionale hanno tantissimo in comune. Lo spazio “pubblico” non può essere tale se non si genera una relazione con chi lo frequenta. La “relazione” è il centro di questi due ambiti artistici, tanto che arrivare a creare una definizione netta e a compartimenti stagni è – a nostro avviso – quasi impossibile.

Ci sono stati progetti in cui questo rapporto è venuto fuori in maniera anche molto decisa. Penso, ad esempio a “SPACE Tor Pignattara: Contemporary creative spaces, urban regeneration and participation”,  un progetto rivolto a giovani creativi under 30 e finalizzato alla realizzazione di opere che traevano ispirazione dal territorio, pensate per valorizzarlo, all’esito del quale è stata realizzata dai giovani coinvolti un’opera muraria, in collaborazione con lo street artist italiano di fama internazionale Tellas.  Come spesso avviene la cosa più interessante, al di là del murales realizzato, è stato il processo che ha interessato il quartiere, l’Artista coinvolto ed i partecipanti. Essere stati il trait d’union di tutto questo è per noi motivo di grande orgoglio e soddisfazione».

Roma, Galleria Wunderkammern in via giulia 180, 2022, Masito e Esa – Characters, Credits Vittorio Lico

Un artista per colpirvi deve avere…ditecelo con un paradosso.

«Nelle varie chiacchierate con gli artisti – in particolare con i Miaz Brothers – è emerso che per loro la cosa più interessante (e quindi l’origine delle loro immagini sfocate) sono i dubbi. Il processo di interrogarsi senza magari riuscire ad arrivare ad una conclusione certa e definita è la scintilla che anima tutta la loro produzione. Inoltre i Miaz Brothers sono probabilmente tra i pochissimi artisti che non hanno contatti con il mondo della “street art”. Più paradossale di così! Comunque per noi rimane fondamentale l’attitudine. Perché tutta questa roba qua “è una questione di attitudine”».

Come vi vedete domani?

«Impegnati. Impegnati nelle tante attività che Wunderkammern porta avanti da anni con grande affiatamento. Per me essere direttore di Wunderkammern significa avere l’opportunità di sfogare una pulsione, un bisogno. Passione per l’arte, passione per i progetti imprenditoriali, passione per l’idea di fare qualcosa di bello, con la speranza di lasciare un segno attraverso gli artisti che rappresentiamo e con cui sviluppiamo una ricerca artistica di alto livello. Quindi sì ci vediamo così, impegnati, massicci e incazzati».

Roma, Galleria Wunderkammern in via giulia 180, 2022, Masito e Esa – Characters, Credits Vittorio Lico

Pensando alla Galleria, il vostro stato d’animo attuale.

«Il nostro stato d’animo è intrinseco al nome stesso della Galleria: Wunderkammern o “camera delle meraviglie”. Nelle “wunderkammern” gli oggetti erano esposti senza alcun criterio di classificazione logico, con il solo e unico intento di destare un fremito di stupore attonito nel visitatore che si trovasse all’improvviso al cospetto di un simile variegato spettacolo. Ogni cimelio veniva infatti collocato con spirito scenografico, per dare vita ad un’emozione vivida e travolgente: la meraviglia.

L’ambizione di racchiudere l’universo in una stanza non è impresa da poco e noi stessi ci meravigliamo tutti i giorni di quello che ideiamo e riusciamo poi a concretizzare con i nostri artisti e per i nostri artisti. Speriamo che pensando alla Galleria anche voi possiate provare sempre questa emozione».

Roma, Galleria Wunderkammern in via giulia 180, 2022, JonOne – Sun-Downs, Credits Vittorio Lico

Il prossimo appuntamento… 

«Il 22 ottobre inaugureremo in Via Giulia la prima personale di Solomostry con la nostra Galleria. Solomostry è un artista milanese noto per le sue raffigurazioni di mostri notturni, diventati simbolo della sua arte. Abbiamo scelto questo artista perché la sua ricerca è per noi assolutamente interessante e rilevante: il suo studio è improntato sulla forza della linea, che può essere pulita e grafica o sporca e gocciolante, ma che sempre si avvale di una palette di colori forti e vivaci.

Vorremmo che “Signum” suscitasse meraviglia e stupore, ma anche un po’ di paura. Del resto, i mostri se non fanno paura, a cosa servono? Invece la tensione che Solomostry riesce a creare combinando e scombinando le sue linee (fino a creare quelle tipiche espressioni assai difficili da decifrare) è per noi l’essenza di questa mostra. Torniamo ancora con il dubbio come punto centrale e motore di grandi energie. Ma i mostri alla fine, sono buoni o cattivi? E noi?».

Roma, Galleria Wunderkammern in via giulia 180, 2022, JonOne – Sun-Downs, Credits Vittorio Lico (2)

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