07 aprile 2020

#StayHomeSounds: Cities and Memory cattura i suoni del mondo

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Con #StayHomeSounds, Cities and Memory registra i paesaggi sonori da tutto il mondo durante il lockdown. E ci fa sentire come sono cambiate le nostre vite uditive

Gli applausi agli operatori sanitari a Parigi, Photografia: Geoffroy van der Hasselt/AFP via Getty Images

Con #StayHomeSound, Cities and Memory lancia un progetto artistico globale che mira a raccogliere registrazioni sul campo in tutto il mondo durante il lockdown. Una mappa sonora globale per mostrare come sono cambiate le nostre vite uditive durante l’emergenza Covid-19.

Stuart Fowkes, coordinatore del progetto, ha ricevuto contributi digitali da 70 Paesi e ha spiegato che lo stop delle attività e degli spostamenti causati dal Covid-19 hanno fatto scoprire nuovi suoni. «Questo è un momento unico, perché il mondo emette suoni come mai lo aveva fatto prima», ha dichiarato. Per Fowkes, «Ci sono incredibili gallerie fotografiche e testimonianze video di città abbandonate, ma non ci si era ancora focalizzati sul come i suoni siano cambiati».

La mappa interattiva presenta suoni provenienti da ogni angolo della terra e informazioni provenienti dai collaboratori. Possiamo ascoltare le preghiere mattutine di un monastero tibetano o la voce di una donna finlandese che legge estratti di storie di Roald Dahl ai suoi parenti in isolamento. 

Nuovi rumori: come sono cambiate le nostre vite uditive?

Fowkes afferma che i suoni della mappa possono essere classificati in quattro aree. Esistono i suoni creati dalla pandemia, come gli applausi per gli operatori sanitari o le canzoni cantate dalle finestre. «Ci sono registrazioni da Bruxelles, Parigi, Lima, Madrid, di persone che applaudono ogni sera e di campane delle chiese che suonano per supportare il sistema sanitario».

La seconda categoria abbraccia i rumori interni alle case, come la voce di una donna di Helsinki che registra storie da remoto per i bambini della sua famiglia. Fowkes spiega che questi suoni rappresentano il modo in cui le persone affrontano il distanziamento sociale perché «anche questo può essere tradotto in suoni». 

La terza categoria include i suoni della natura, che stanno riemergendo mentre l’attività umana diminuisce: un uomo a Varsavia può sentire il canto degli uccelli e il vento tra le foglie. «Uno dei pochi aspetti positivi di questa situazione è che le persone iniziano a riconnettersi con la natura». Sentiamo rumori prima mai sentiti, «Non è una cosa grandiosa, ma è un piccolo traguardo», ha aggiunto Fowkes. 

Ci sono poi quei suoni tipici causati dall’assenza delle persone in alcuni spazi. Un esempio calzante è sicuramente Times Square a New York, una delle attrazioni urbane più famose al mondo, dove un uomo ha registrato il volare vizioso di un drone. 

Non solo i suoni del mondo, ma anche le esperienze delle persone 

Fowkes dichiara che #StayHomeSounds non riguarda solo i suoni del mondo, ma anche le esperienze delle persone all’interno delle proprie case. Veri e propri suoni di vita, tra le preoccupazioni di chi teme di perdere il lavoro e il riso felice dei bambini che giocano. «Qualcuno ha raccontato che New York non “suonava così” dall’11 settembre».

Fowkes spera che questo progetto incoraggi le persone a prestare attenzione e cura al proprio ambiente sonoro e notare come le attività umane possano distorcere drasticamente i suoni emessi dal mondo. Per Fowkes, «Le persone non si accorgono necessariamente quando qualcosa scompare, ma quando ritorna lo notano davvero».

Tutti possono partecipare 

Chiunque può prendere parte al progetto di Cities and Memory, contribuendo con un suono alla costituzione della mappa. Fowkes invita soprattutto l’Italia a partecipare, «Mi piacerebbe essere lì per registrare i campanili, mentre tutto è chiuso. Penso che sia un toccante ricordo della vita quotidiana come dovrebbe essere e della vita quotidiana com’è ora». Per partecipare è sufficiente caricare un contenuto sul sito citiesandmemory.com

Potete seguire altre iniziative e progetti di #iorestoacasa cliccando qui.

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