12 ottobre 2016

Gli italiani in calo. Colpa dei galleristi

 

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C’è già chi parla di arresto della corsa, di crisi, ed effettivamente il calo delle vendite di arte italiana a Londra è stato del 50 per cento rispetto allo scorso anno. Christie’s e Sotheby’s hanno ottenuto buoni risultati con le vendite di Contemporanea, ma hanno visto scendere l’interesse per l’arte proveniente dallo stivale, anche se con qualche eccezione. La rara scultura di Pino Pascali raffigurane la coda di un delfino ha raggiunto la cifra record di 2,6 milioni di sterline da Christie’s, buoni risultati anche per Fontana e Castellani, ma la percentuale di invenduti è salita a 24 per cento, numeri che includono anche nomi di spicco come Alighiero Boetti, presente a Londra con una grande personale da Tornabuoni. I record per Giosetta Fioroni, Gianfranco Baruchello ed Ettore Spalletti non sono bastati a far salire le cifre totali della vendita, che si sono fermate al di sotto delle stime basse iniziali.
Stesso clima da Sotheby’s dove la metà dei lotti che hanno venduto lo ha fatto sopra o sotto le loro stime basse prevendita. La vendita è andata avanti a fatica, con un  ritmo lento chiudendo con un 15 per cento di opere invendute ed un totale di 23,3 milioni. E una serata che si apre con una vendita difficile per Burri, con solo due offerte a contendersi un lavoro del 1962, e non risale neanche dopo il record di Salvatore Scarpitta, non promette bene. Aiutano ma anche qui non bastano il record di Fabio Mauri, i buoni risultati di Franco Angeli e le vendite dei grandi nomi come Boetti, Burri e Fontana
Secondo Colin Gleddel va ricercata proprio nella mancanza di opere di Fontana la causa del calo delle cifre di entrambe le vendite, come anche nel grande numero di gallerie italiane aperte nelle vie di Londra. Questo spostamento dei collezionisti dalle aste alle camere chiuse delle gallerie potrebbe avere delle conseguenze positive per la circolazione dell’arte italiana. E magari grazie ai numeri fatti con i grandi nomi, i galleristi potrebbero provare a scommettere sui più giovani, per introdurli al grande mercato britannico. (RP)

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