13 marzo 2023

Nato per narrare l’arte: alla GAM di Torino, una mostra per Alberto Moravia

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Una mostra alla GAM – Galleria d’Arte Moderna, una rassegna cinematrografica e un calendario di incontri: così Torino ricorda Alberto Moravia e il suo intenso rapporto con l’arte

Elisabetta Catalano, Alberto Moravia, 1970

Sarà visitabile fino al 4 giugno 2023, alla GAM – Galleria d’Arte Moderna di Torino, la mostra “Non so perché non ho fatto il pittore”, dedicata ad Alberto Moravia. L’esposizione, curata da Luca Beatrice ed Elena Loewenthal, s’inscrive in un progetto di più grandi dimensioni, che coinvolge alcuni tra gli spazi più significativi della cultura in città, come il Circolo dei lettori e il Museo del cinema. La rassegna, dal titolo “Nato per narrare”, comprende un calendario di proiezioni cinematografiche e una serie di incontri letterari, volti ad approfondire l’opera di Moravia in tutta la sua profondità e complessità.

Gisberto Ceracchini, Ritratto dello scrittore Moravia, 1928

La mostra alla GAM di Torino si sofferma, naturalmente, sul rapporto tra Alberto Moravia e le arti visive, rapporto che scopriamo sempre molto vivace fin dai primi anni 30. Se è vero che, in tutto il proprio percorso, Moravia mise al centro di alcuni suoi romanzi figure di artisti, come in “La noia” del 1960, fin dai primi anni ‘30 del Novecento lo scrittore collaborò con gallerie, riviste e testate nazionali, occupandosi di mostre d’arte e confrontandosi costantemente con il milieu culturale e artistico dell’epoca.

Carlo Levi, Ritratto di Moravia, 1930

Raccontando il rapporto tra Moravia e l’arte, come ha suggerito Elena Loewenthal in conferenza stampa, la mostra si presta ad una doppia lettura. Se da un lato ogni opera esposta è interessante per se stessa e va guardata come tale, un secondo passaggio lungo il percorso espositivo è necessario per approfondire le parole di Moravia e la sua lettura dell’arte sempre puntuale e acuta, che si coglie attraverso una riflessione su argomenti all’epoca fondamentali, come il rapporto tra pittura e fotografia o cinema, il realismo e i temi di carattere esistenziale che si riverberano in modo così potente nelle sue opere letterarie.

Enrico Paulucci, Venezia, Canal Grande, 1932

In mostra, come in un’ideale collezione degli artisti che furono più cari al grande scrittore, sono presenti opere di Mario Schifano, Giosetta Fioroni, Giuseppe Capogrossi, Carlo Levi, Guttuso e Manzù. Tutte le opere sono accompagnate dalle parole di Moravia e invitano a riflettere. In particolare è molto attuale la riflessione sul tema della narrazione. Oggi si parla molto di narrazione o di narrativa, in un in un senso a volte traslato, a volte ampliato dal punto di vista semantico fino a comprendere qualsiasi aspetto della comunicazione e del nostro stesso modo di stare al mondo.

Renato Guttuso, Candela e pacchetto di tre stelle, 1940

Proprio in tal senso Moravia, e forse più che mai il Moravia interprete delle opere d’arte, rappresenta un esempio eccelso di narrazione e di capacità di narrare in modo insieme essenziale e profondo, secondo uno stile che passa attraverso le parole, ma che non disdegna il linguaggio dei colori e delle forme proprio delle arti visive e in particolar modo della pittura.

Mario Schifano, Doppio ritratto, 1983

In mostra è presente un’unica opera fotografica, di Elisabetta Catalano. Si tratta di un ritratto estremamente noto, che rappresenta Moravia in una posa iconica, che allude con sapienza espressiva a tutta la profondità del personaggio.

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