08 luglio 2020

La nuova challenge dello Yorkshire Museum punta al lato b della storia dell’arte

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Lo Yorkshire Museum torna a colpire sui social network con una nuova challenge dedicata ai modi in cui il lato b è stato rappresentato, nella storia dell'arte

Dopo la challenge sui reperti più assurdi conservati nelle collezioni di opere d’arte, lo Yorkshire Museum torna a colpire l’internet e, questa volta, punta in basso, anzi, volendo scrivere con precisione anatomica, alla terga. La nuova sfida dell’hashtag #CURATORSBATTLE è infatti incentrata su Best Museum Bum, ovvero, sul miglior lato b dei musei ma niente rossori, non si tratta di contenuti NSFW, anche se non è da escludere una svistosa censura dei Social Network. In effetti, più che al posteriore in sé, la challenge lanciata dai canali dello Yorkshire Museum riguarda la migliore rappresentazione del fondoschiena nella storia dell’arte.


Chiaramente si sprecano gli esempi che potrebbero raccontare il modo più o meno pudico in cui l’estro degli artisti, nel corso dei secoli, se non dei millenni, ha affrontato tale argomento. Vogliamo parlare dello scultoreo David di Michelangelo? Oppure delle eleganti fotografie di Wilhelm von Gloeden? O ancora, in tempi più recenti, di No.4 (Bottoms), film sperimentale realizzato nel 1966 da Yoko Ono? «Mi piace l’idea che (il sedere, ndr) abbia quattro sezioni e, quando cammina, ognuna delle quattro sezioni si muove in modo diverso», commentava l’artista Fluxus.

Lo Yorkshire Museum ha iniziato la sfida con le fotografie di una statuetta in marmo d’epoca romana di un atleta a cui manca un pezzo del sedere. «Qualcuno gli avrà dato un morso?», chiedono sul post pubblicato sulla pagina Twitter del museo. Le risposte non si sono fatte attendere. La Wallace Collection ha postato un Ercole, scultura del XVI secolo di Francesco Pomarano.

Qualcuno poi l’ha presa alla larga. Il Grant Museum of Zoology ha risposto con delle fotografie di graziosi – e formosi – pungiglioni di api e calabroni. La Royal Armouries si difende come le immagini dei posteriori di due armature della prima metà del ‘500. Anglesey Abbey torna al classico e punta su un nudo di spalle di William Etty, il famoso pittore vittoriano dei nudi. L’Ashmolean Museum va sul sicuro e posta una statua di due metri, risalente al 400 a.C. circa, raffigurante Zeus. Infine, l’Ota Museum of Art punta all’esotico, con un disegno di Hokusai. Il soggetto? Un gruppo di lottatori di sumo.

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