30 gennaio 2015

Carissima Sotheby’s

 

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A partire dal prossimo 1 febbraio, comprare durante un’asta da Sotheby’s diventerà ancor più dispendioso. Dopo un periodo di immobilità la compagnia ha deciso di rialzare le commissioni, dichiarando di voler rinforzare i margini di guadagno dell’azienda, per poter poi reinvestirli in innovazione. Le nuove percentuali sulle opere battute saranno del 25 per cento su cifre fino a 200mila dollari (contro i precedenti 100mila), il 20 per cento da 200mila a 3 milioni (prima da 100mila a 2 milioni) e il 12 per cento per cifre che superano i 3 milioni (prima 2). Dalle parole di William Ruprecht, il dimissionario CEO di Sotheby’s, questa mossa sembra sia stata fatta soprattutto ‹‹per far diminuire i costi di commissione su opere con valori molto elevati››, incentivando così i collezionisti all’acquisto. 
Detto per inciso che queste misure riguardano un ristretto numero di collezionisti ai quali facciamo tanti auguri per continuare nei loro acquisti anche con commissioni maggiorate, c’è da chiedersi come risponderà al colpo la rivale Christie’s e se il tutto non sia un campanello d’allarme per costi sempre più elevati per tutte le transazioni, anche piccole. Perché già in passato le due grandi si erano rincorse. Fino al marzo del 2013, mese in cui avevano stabilito cifre, in entrambe i casi, molto più basse di quelle attuali. Christie’s da allora prevede commissioni che non variano in base alla somma spesa, e che sono molto più convenienti per le opere meno costose. Dati i risultati finali del 2014, con una differenza di circa 800 milioni tra le due contendenti a vantaggio di Christie’s , la strategia adottata dalla rivale Sotheby’s arriva a sorpresa. Soprattutto per i compratori, che di fronte all’ennesimo rialzo delle tasse a loro svantaggio potrebbero migrare verso altri mercati. Come quello online, ad esempio, con costi e percentuali più basse, e con opere sempre di maggior rilievo. 
E la realtà è che, dopo aver perso i presidenti e aver scosso il mercato con il ritorno dei prezzi garantiti, con questa ultima trovata le due grandi case d’asta, cambiano di nuovo faccia al sistema multimilionario, forzando la direzione degli acquisti, verso cifre sempre più impronunciabili.

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