13 marzo 2015

Gli orsi di Guido Orsi

 

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L’ossessione di una vita è andata all’asta da Sotheby’s a Londra nel corso di tre giorni. Orsi e teschi. Questi i protagonisti della vendita, tutti parte della collezione di Guido Orsi, costruita in decenni di passione, raramente visibile al pubblico se non in alcune occasioni privatissime, e che è stata smembrata e battuta in due sessioni. Circa 500 lotti, divisi equamente tra memorabilia e opere d’arte contemporanea, con artisti come Rothko, Warhol e Hirst, tra gli altri.
Nella sola prima serata, in cui sono andati all’incanto i pezzi più importanti della collezione, l’asta ha incassato circa 26 milioni di sterline, anche di più delle stime alte totali. Il lotto venduto alla cifra più alta è stato proprio un Rothko, un senza titolo, dai colori brillanti che poco ha a che fare con il tema della serata, valutato tra i 2 e i 3 milioni di sterline e venduto per 3 milioni e 400mila sterline circa. Seguono l’americano Ed Ruscha con I can’t do it, venduto per 2,5 milioni di sterline, Fontana con un taglio da un milione e 865mila sterline, e il sempreverde Richter con Sternbild (Constellation), battuto a circa un milione e mezzo. Ma l’orso più costoso dell’asta è di Jeff Koons, venduto per 545mila sterline e il più grande invece è di Paola Pivi, alto 2 metri e 30 e ricoperto di piume, che ha totalizzato 50mila sterline, mentre il primo teschio ad apparire in asta è stato quello di Jake & Dinos Chapman venduto a 22mila sterline circa. 
Una Wunderkammern fatta di teschi, luci, piume, animali imbalsamati, statue di orsi, neon, pipe a forma di teschio, orsi in marmo che abbracciano bambini, che tra la sessione serale e quella diurna ha totalizzato 36 milioni di sterline. (Roberta Pucci)

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